In queste ultime ore viene ordinato, dalla procura di Castrovillari, il sequestro del Lido Nettuno, storico lido di Schiavonea nel comune di Corigliano-Rossano. Questa vicenda appare particolarmente strana per modalità e per severità del provvedimento che, se dovesse essere confermato, rischia di aprire questioni molto gravi per l’intero settore turistico coriglianese e non solo.
Tutto inizia con un primo sequestro ordinato dalla procura di Castrovillari nell’agosto dello scorso anno a cui si oppongono i titolari del Lido Nettuno ottenendo, con il fine stagione oramai compromesso, il dissequestro della spiaggia ed il riconoscimento della regolarità della loro concessione. Il Tribunale del Riesame di Cosenza infatti ne riconosce le ragioni e ne riordina la riapertura perché non ritiene che ci siano irregolarità amministrative.
Lo stesso comune di Corigliano-Rossano non riscontra alcuna irregolarità tanto da non obiettare alla riapertura ed alla concessione, per l’estate del 2020, all’ampliamento per questioni legate al Covid del 20% della superficie occupata. Nel contempo, a seguito della decisione della Corte di Cassazione, su ricorso della procura di Castrovillari, viene rinviato il provvedimento al Tribunale del Riesame e viene ordinato un nuovo sequestro. Ed è qui che si presentano ulteriori stranezze.
Intanto la Cassazione fa riferimento al mancato rispetto della direttiva Bolkestein sulle concessioni per i lidi balneari. Il problema è che a) se si applicasse la Bolkestein tutti i lidi balneari calabresi e gran parte di quelli italiani, sarebbero da mettere immediatamente sotto sequestro; b) se si è in presenza di una violazione perché comune e regione concedono, dietro pagamento della quota prevista l’ampliamento?
In realtà il tutto appare quasi come una sorta di “persecuzione” verso i proprietari del lido perché è noto come l’applicazione della Bolkestein sia di fatto sospesa dal governo italiano, anzi sarebbe corretto dire che non è mai stata applicata, ed anzi si prevede un rinvio al 2033. Una delle ragioni per cui tale direttiva è disattesa anche con la complicità dello Stato è proprio il rischio che le concessioni, messe all’asta, possano essere oggetto di interesse per le multinazionali del settore e che sia un danno per le migliaia di piccole imprese che fanno turismo soprattutto nel Sud Italia.
Dando per scontato che tutto l’iter amministrativo sia stato regolarmente ottemperato dai titolari, e lo si desume dal silenzio del Comune, perché la procura utilizza uno strumento tanto pesante e palesemente discriminatorio? Perché colpisce un solo lido? Perché, pur essendo in possesso della sentenza da inizio giugno, non si è comunicato per tempo, risparmiando ingenti spese d’adeguamento e dando la possibilità ai titolari di fare opposizione prima dell’inizio della stagione estiva, il sequestro?
Perché la procura, con scarsa capacità analitica e di giudizio, non considera che ora ci sono anche 400 famiglie che si ritrovano senza un servizio, già pagato, in piena estate? Che a questi, qualora non si risolva in tempi brevi, si aggiungono i clienti d’agosto? Un danno d’immagine certamente per i titolari ma anche per la città di Corigliano-Rossano ed in particolare per il borgo turistico di Schiavonea gia pesantemente gravato dagli effetti del Covid-19. La procura di Castrovillari, e qui si rimpiange la chiusura del Tribunale di Rossano che probabilmente aveva maggiore contezza delle varie realtà del territorio, utilizza un provvedimento fuori misura che rischia di rovinare economicamente i titolari e di far perdere il posto di lavoro a decine di famiglie e giovani che con quello stipendio si sarebbe mantenuto all’università durante l’inverno. E per quale motivo?
Lettera firmata