Lettere a Iacchite’: “Cosenza, il degrado irreversibile della Soprintendenza”

La Soprintendenza di Cosenza

I gioielli di nonna Italia

Oggi vogliamo raccontare una favola… C’era una volta la “prima Repubblica”… senza voler riproporre uno schema di tipo nostalgico, bisogna riconoscere che l’apparato partitico/politico di allora proponeva una classe dirigente acculturata, che si circondava di “delfini” da formare che possedessero le qualità e la scolarizzazione necessaria a quanti ambissero al governo del Paese, fermo restando le dovute eccezioni!

Fu così che, nel 1946, nonna Italia si ritrovò in possesso di uno scrigno di gioielli, 20 per essere precisi, di una certa importanza, alcuni più vistosi altri più modesti (ma di non meno valore). Tra questi ultimi ci vogliamo focalizzare su un anello composto da una perla di mare, piccola ma preziosa, circondata da brillanti di notevole caratura, il suo nome è CALABRIA.

I politici calabresi di quegli anni, di democristiana/manciniana memoria, forse per orgoglio, forse per amore, forse per prestigio personale decisero di “distribuire le preziosità” alle 4 città più rappresentative, e fu così che Cosenza divenne centro di cultura, Reggio snodo commerciale, Catanzaro sede politico – amministrativa, Crotone polo industriale e siderurgico.

Questo era ciò che si definì allora, ma non è ciò che si vede oggi! Crotone è il fantasma di se stessa, Cosenza spogliata del suo prestigio culturale, il porto di Gioia Tauro in un declino inarrestabile. Fermo restando che ai posteri spetterà l’ardua sentenza dovuta a certe decisioni, ci corre l’obbligo di una riflessione che abbia come obiettivo quello di fermare questa deriva…

Ragioniamo su Cosenza e su una delle sfaccettature più luminose di questo diamante: la Soprintendenza Abap. Molti sono gli interrogativi che ci attanagliano!

1) L’impoverimento degli organici dovuti a quiescenza e non rinvigoriti, tranne che per un nugolo di tecnici 30/40enni, alcuni provenienti da altre regioni che magari hanno l’obiettivo di ritornare nei loro territori, con una formazione acquisita di tutto rispetto, e per il lavoro di un esiguo numero di tirocinanti che offrono competenze e capacità lavorative consolidate nel tempo nonostante dovessero essere solo figure di supporto…..

2) La chiusura di alcune sedi operative quali Castrovillari, e a breve Praia a Mare, che avviene sotto gli occhi dei più senza colpo ferire!

3) L’avvicendamento di vari soprintendenti (o anche reggenti) mai calabresi! Possibile che non ci siano i titoli o i requisiti necessari tra quanti, figli di Calabria, sono presenti nelle strutture? Possibile che tutti i cervelli e le competenze calabresi si siano dati alla fuga? Fermo restando lo spirito di accoglienza che ci contraddistingue, da dove nasce l’esigenza di investire funzionari, che neanche conoscono il territorio, con incarichi per i quali non sono neanche stati formati (come era necessario nel “secolo scorso”)? Forse perché i lavoratori fuori sede (ad es. attinti da Ales, società in house che fornisce personale al MIC9) sono più “disponibili” e malleabili data l’esigenza di ritornare quanto prima possibile nel territorio di appartenenza, con un incremento curriculare da spendere?

4) Il Ministero che da anni possiede dati e numeri, sembra avere altro a cui pensare….. oppure è all’oscuro di tutto ciò che sta avvenendo in Calabria perché qualcuno ha interesse a celarne il “degrado”?????

5) Ancora, il Ministero ha ben pensato, senza che sia dato saperne l’utilità e con il tacito avallo del Segretariato regionale, di istituire una nuova Soprintendenza (di Catanzaro/Crotone) con sede a Crotone (anche se Catanzaro non ci sta e fa ricorso al Consiglio di Stato) eseguendo di fatto un’operazione di scissione dalla matrice Cosenza! Da oltre 40 anni, la stessa era definita Sabap Calabria per le province di Catanzaro Cosenza e Crotone…..

Tutto ciò porta a pensare che il fine sia stabilire una sorta di egemonia di Catanzaro, che di fatto diverrebbe centro del potere non solo politico/istituzionale ma anche “culturale” e gestionale per ciò che attiene ai Beni Culturali, in Calabria!

Ma tutti tacciono…… perché hanno gli occhi bendati, perché non sono al corrente degli intrighi che avvengono nelle stanze del potere, perché i Calabresi ormai si sono assuefatti all’idea di essere sempre soggiogati e sottomessi alle decisioni calate “dall’alto” senza avere la forza o la volontà di rialzare la testa, perché semplicemente questo status quo giova a qualcuno????

Il finale di questa favola, TOCCA A NOI SCRIVERLO!

Lettera firmata