Lettere a Iacchite’: “Cosenza, l’Annunziata è una fogna a cielo aperto con la “cura” Occhiuto-De Salazar-Amato-Gentile”

L’Annunziata è una fogna a cielo aperto come il mar Tirreno

Continuano i roboanti proclami del governatore Occhiuto sul risorgimento della sanità calabrese, eppure gli scarsissimi risultati vanno di pari passo con lo stato del mare cosentino.

Alla guida dell’Azienda Sanitaria sono stati riconfermati, mischiando le poltrone, quasi tutti i loschi figuranti scelti dall’ex governatore Oliverio – Antonello Graziano detto Strafalaria per tutti – con buona pace di chi credeva fosse davvero possibile un cambiamento.

L’Azienda ospedaliera di Cosenza invece è asservita ai voleri romani. L’ultimo esemplare tale Vitaliano De Salazar ha un curriculum di tutto rispetto se non altro per i procedimenti giudiziari a suo carico tanto che qualcuno dice che sarebbe paragonabile al quantomeno pittoresco Cetto Laqualunque. Nonostante si dia un tono “superiore”…

Amante delle donne, il chiacchiericcio su una sua vecchia storia con relativo ritorno di fiamma ha già fatto il giro dei leggendari corridoi dell’Annunziata, con tanto di riscontri decisionali per la fortunata.

Assetato di soldi, De Salazar ha piazzato i sempreverdi affaristi cosentini e gli amici romani nei posti giusti mettendo alla berlina le poche professionalità rimaste nel nostro nosocomio.

Al suo fianco un direttore sanitario facente funzioni, Francesco Amato, che fa del business il suo mantra di vita ed un direttore amministrativo facente funzioni , il mitico Achilluzzu Gentile, sempre col vento in poppa che è stato trattenuto in servizio utilizzando una norma riservata ai soli sanitari.

Per contorno il solito abuso di consulenze romane. Su tutti l’avvocato Guido De Santis e il suo codazzo di colleghi portati a Cosenza da Isabella Mastrobuono e mai andati via.

Per circa 6 mesi, poi, il prode De Salazar è stato addirittura “promosso” a reggente di Azienda Zero, la mostruosa creatura di Robertino affidata al top manager della criminalità sanitaria Giuseppe Profiti, nel frattempo passato a miglior vita. Noi, se fossimo nei panni di De Salazar, come minimo ci toccheremmo…

Radio Annunziata del resto già da tempo aveva dato notizia di nuovo ingresso nel team. Un amicone del De Salazar, l’ingegnere Carlo D’Aprile, ha già preso il posto dell’ingegnere Amedeo De Marco esiliato nel cimitero degli elefanti della Cittadella regionale dopo la dipartita di Jole Santelli. Ma, in previsione della scontatissima nomina di De Salazar, è chiarissimo che adesso D’Aprile, che del resto già da settimane dà ordini al posto del suo caro “fratellone”, sarà di fatto il capo dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza.

Per non farsi trovare impreparati ed allinearsi ai loro capi, anche i geometri dell’Annunziata hanno fatto il salto della quaglia e da semplici assistenti tecnici hanno messo su una discreta fortuna che gli consente di avere importanti dimore, autoveicoli di grossa cilindrata, di viaggiare, di fare la bella vita insomma. Senza contare le forniture e i lavori edili gratuiti gentilmente omaggiati dalle ditte. Quattro geometri, tra i quali spiccano un furbacchione di Rogliano e il figlio dell’ex autista del Cinghiale (al secolo Tonino Gentile), che fanno il bello e il cattivo tempo anche nei reparti decidendo quando e dove far intervenire le ditte per la manutenzione. Così abbiamo corsie impeccabili e corsie da terzo mondo.  E chi se ne fotte se qualche ditta elargisce anche altre regalie per ottenere delle preziose firme sulla regolarità dei lavori eseguiti.

Facile aizzare le folle contro i sanitari spremuti, puntare il dito contro un infermiere psicologicamente debole che sbagliando si è rivolto in malo modo ad un bambino, pubblicizzare sanibook per scoprire l’acqua calda e prendere per il culo chi crede in queste cavolate mediatiche. I guasti sono veramente tanti ma il commissario pensa ai suoi affari e a punire qualche capo dipartimento sgradito per rivalità amorose…

Gentile governatore, sperando che chi ruba sotto gli occhi di tutti contando sull’omertà di colleghi e dirigenti le provochi lo stesso sdegno dei sanitari stanchi, restiamo in attesa di una sua diretta social magari con la presa di coscienza di aver nominato degli affaristi ai vertici della sanità con a cuore le loro fortune e non certo il benessere degli ammalati.

Lettera firmata