Lettere a Iacchite’: “Cosenza. Vi racconto in che condizioni ho trovato mia madre alla clinica Misasi e perché ho denunciato tutti ai carabinieri”

Partito dal nord della Germania distante 2000 km, arrivo alla clinica Misasi di Cosenza e il signore alla porta Domenico Cariola, capo del personale, quasi infastidito dice alla caposala che mia madre (ricoverata senza nessuna autorizzazione e facendo una impegnativa rossa FALSA per lungodegenza, mentre mia madre non ha una patologia da stare in lungodegenza) io non avevo diritto di prelevarla perché la cartella clinica per le dimissioni avrebbe dovuto firmarla chi ha firmato il ricovero in questo caso mio fratello.

Io sono arrivato sabato, mia madre é stata ricoverata mercoledì, sabato ancora aveva la stessa maglia che indossava martedì (giorno che é stata portata al pronto soccorso) e l’ho trovata in condizioni pietose sporca e senza nemmeno il pigiama: solo il pannolone zuppo di pipì.

Sono ritornato domenica mattina e al citofono mi risponde un infermiere del primo piano in turno dicendomi che in clinica non si entrava e che sarei potuto entrare dopo tre giorni… Ho fatto un putiferio e dopo aver chiamato carabinieri e quant’altro, dopo aver quasi buttato giù la porta d’ingresso, sono venuti ad aprire la porta, e accendendo il video del telefono ho documentato tutto: l’entrata, il dialogo con gli infermieri e con il famoso infermiere che aveva risposto al citofono. Una volta saliti sopra ho trovato mia madre ‘mpetrata sul letto che piangeva da sola in un retrostanza neanche vicino al corridoio.

Parlando con i presenti in reparto ci hanno comunicato che l’avevano appena cambiata (naturalmente dopo aver sentito il casino che stavo facendo sotto) e che avevano fatto una cosa EXTRA, come se fare l‘igiene ai degenti fosse quasi un favore e non un dovere, inoltre ci hanno comunicato che mia madre non beveva, e sapete perché? Perché sul comodino c’era una bottiglietta d’acqua calda, sempre la stessa che mia madre aveva martedì, e qui stiamo parlando di domenica…

Inoltre mia madre indossava solo una maglietta, non aveva il pigiama di sotto ma solo il pannolone proprio come chi non possiede nulla… Mi sono recato nella stanza del medico di reparto in quanto nella mia ignoranza ho domandato se per la patologia di mia madre fosse adeguata questa struttura, e il medico mi ha risposto che ancora non aveva visto la cartella (cioé da mercoledì a domenica questo signore ancora non aveva avuto tempo di visionare la cartella clinica di mia madre!).

Intenzionato a firmare le dimissioni di mia madre e portarla via da questa struttura in primo luogo il medico mi ha fatto firmare le dimissioni, poi ha chiamato sul cellulare del medico il signor Domenico Cariola e lo ha bloccato dicendo che le dimissioni avrebbe dovuto firmarle chi ha firmato il ricovero. Il medico gentilmente mi ha chiesto se potevo ritornare lunedì mattina in modo che era presente tutta l‘amministrazione e molto educatamente ho detto di si.

Stamattina mi sono recato alla caserma dei carabinieri a denunciare prima mio fratello per aver firmato in pronto soccorso e aver fatto una impegnativa falsa di lungodegenza, poi il signor Cariola per aver inventato una legge che in Italia ancora ad oggi é sconosciuta in quanto un figlio può tranquillamente firmare per le dimissioni di una madre, poi il ragazzo infermiere che voleva negarmi il diritto di vedere mia madre e a malincuore anche la struttura in quanto non potendola ospitarla ha accettato di ricoverarla.

In allegato foto del referto fatto dal Centro Neurologico per eccellenza Carlo Besta di Milano, e ricetta rossa FALSA per ricoverarla qui, e anche un paio di foto delle condizioni in cui si trova mia madre.
I malati non sono un numero ricordiamocelo tutti e i nostri cari meritano rispetto. Io comunque se volete in questi giorni vengo a prendere mia madre e se volete presenziare mi fareste una cortesia…

Lettera firmata