Buongiorno,
posso chiedervi la gentilezza che pubblichiate questa testimonianza molto importante riguardo un problema di salute che ha avuto mia nonna e il degrado dell’ospedale di Cosenza?
Scrivo ciò – come accennavo – per un’ennesima testimonianza dello schifo che rappresenta il Pronto Soccorso dell’ospedale dell’Annunziata di Cosenza, e dopo 30 giorni ringraziamo il Signore che mia nonna, la signora Erminia, per fortuna è fuori pericolo.
Giorno venerdì 10 ottobre l’abbiamo portata in ospedale perché già da 5 giorni aveva febbre alta a 40°, e non respirava bene. Da premettere che ha chiesto di essere visitata dal suo medico di base, ma questo si è rifiutato per paura che… avesse il Covid… pensate un po’ voi…
Dopo 5 giorni ha iniziato a peggiorare, e la mattina di venerdì 10 ottobre l’abbiamo portata al Pronto Soccorso e da lì è iniziato il caos.
Entra al triage in codice giallo ma l’hanno lasciata per un giorno e una notte buttata su una sedia nel corridoio, dopo qualche analisi le hanno messo l’ossigeno perché aveva la saturazione bassa e le riscontrano una polmonite bilaterale batterica con scompenso cardiaco, la più grave che potesse esserci… Ormai non mangiava già da una settimana e l’unica cosa che le hanno fatto è stato una flebo di antibiotico che in seguito siamo venuti a sapere da altri medici che era leggero e con il problema che aveva non le faceva effetto.
Lo stesso venerdì pomeriggio vado a trovarla e quello che vedo è terrificante: barelle dentro ai corridoi o dentro le stanze dei medici, io ero nel corridoio e a fianco a me c’era una barella di un signore che aveva avuto un ictus entrando con codice rosso e dopo ore ancora non gli era stata fatta una tac…
Nel frattempo visitano mia nonna e la scena più agghiacciante è stata vedere che infermiere e medico litigavano perché non sapevano chi assistere prima tra un uomo che era arrivato con una ferita da arma da taglio e una signora che stava morendo…
Dopo insistenze e grida siamo riusciti a fare avere un letto a mia nonna, non potendo più stare su una sedia in quelle condizioni.
Il giorno dopo – sabato 11 ottobre – la situazione stava degenerando più di quanto già non fosse, perché non solo le stavano dando un farmaco leggero che non le faceva passare neanche la febbre (era risalita a 39°), ma era disidratata perché non si erano degnati di farle nemmeno una flebo di nutrimento. Ad un certo punto le avevano tolto anche l’ossigeno e lei non riusciva a respirare: è dovuto entrare mio padre opponendosi per fargli dare nuovamente la bombola per l’ossigeno.
Il pomeriggio entro di nuovo io perché lei stava sempre peggio e a malapena parlava, gridando nuovamente e chiedendo a medici e infermieri di fare qualcosa… Subito dopo la mia richiesta le hanno fatto quantomeno una flebo fisiologica. Vedendo il degrado che la circondava, non volevamo farla stare più in quell’inferno perché se stava ancora lì sarebbe certamente morta il giorno dopo o per la polmonite o per la disidratazione in quanto appunto NON HANNO FATTO NIENTE.
Non solo sono incompetenti ma anche senza umanità, è uno schifo, se le cose continueranno così moriremo tutti, dobbiamo pregare che nessuno stia male perché se no è la fine.. ma la riflessione che vorrei fare è questa: possibile che una persona deve aver paura di poter stare male? Non è una cosa normale, la salute DEVE essere una priorità e non possiamo vivere più in questa paura.
Ad oggi dopo 30 giorni mia nonna sta molto meglio, e per questo volevamo ringraziare la clinica Tirrenia Hospital di Belvedere Marittimo perché dopo aver fatto casino la sera di sabato 11 ottobre siamo riusciti a richiedere il trasferimento in questa struttura, che ha accolto mia nonna a braccia aperte, le hanno subito effettuato la flebo del nutrimento non avendo forze e l’hanno monitorata 24 ore su 24, visite su visite, la stessa sera che è arrivata lì si sono subito messi a fare il loro lavoro con la competenza, professionalità e umanità che qualsiasi medico dovrebbe avere, ed è grazie a loro se mia nonna è ancora viva.
Lettera firmata









