Lettere a Iacchite’: “Cup di Rende, anno zero: l’odissea di chi deve prenotare (e dei dipendenti)”

Rende anno ZERO

Tutti ricordiamo il film di Rossellini, terzo lavoro della trilogia della guerra. Narrava di una Germania  post guerra con annessi e connessi. Al CUP di Rende sembra di essere proprio subito dopo la grande guerra, cioè nelle macerie. Non è possibile prenotare la qualsiasi via telefono, immaginarsi via web. Quindi, nel caso di analisi cliniche, bisogna recarsi di persona allo sportello dove l’incolpevole impiegata, armata di carta e penna, prenota il da farsi. Poi bisogna, ovviamente, ritornare per i prelievi e in fine, e per la terza volta, il ritiro.

Immaginate il disagio per le persone anziane e fragili che spesso, anzi sempre, chiedono ai propri parenti di essere accompagnati. Non finisce qui. L’altra odissea si ripresenta all’ingresso dove, puntualmente, la situazione è ben peggiore. E’ il momento di gloria del tizio che vigila l’ingresso che distribuisce i numeri per entrare... un padreterno investito di una così gravosa responsabilità. Dopo di che, dirige il traffico. La cosa deprimente è che pensa di essere il decisore della vita degli altri che sono trattati veramente come bestie, con tutto il rispetto per queste ultime.

Ma come ci si può rivolgere ad una vecchietta con le stampelle piuttosto che ad un anziano con imperio e anche frasi un po’ offensive? Come dire: qui comando io, punto. Veramente il tizio, evidentemente, ha dimenticato l’educazione a casa perché non si può credere che sia stato male educato. Bisognerebbe capisse, che chi sorveglia l’ingresso, rappresenta una parte del front office dell’ENTE sanitario e quindi dovrebbe rappresentarne l’immagine migliore. Credo che chi dirige questa U.O., il CUP, mi dicono si chiami Ottorino Zuccarelli, già oggetto delle attenzioni della stampa locale, dovrebbe quantomeno accorgersi che nel 3° millennio, nell’era della digitalizzazione, nell’epoca di internet, i servizi possano e debbano, dico debbano,  essere necessariamente  messi a disposizione online, come si fa in tutto il mondo civilizzato e anche in tanti servizi della PA italiana. Diversamente si creano solo malumori e, peggio, disservizi.

Un consiglio alla Torpedine, che è l’azienda che gestisce la sicurezza: organizzi dei corsi di bon ton e gestione del front end di un’azienda perché non solo non esplicita il suo miglior servizio, ma mette in cattiva luce il CUP nel caso di specie e distrugge anche l’immagine dell’azienda per cui lavora. I fatti sono accaduti giorno 11/7 per cui è facile sapere chi avrebbe dovuto svolgere il suo servizio con dovere assoluto, soprattutto educazione e linguaggio consono, possibilmente in italiano.

Grazie invece, voglio dirlo alle infermiere ed infermieri che spesso sono i destinatari delle nostre lamentele. Loro non centano nulla anzi si adoperano puntualmente e con impegno.

Lettera firmata