Lettere a Iacchite’: “La cricca di Galati e della sua Fondazione ha sperperato 12 milioni di euro”

Il 2018 è stato l’annus horribilis per l’ex deputato Pino Galati, potentissimo ai tempi di Why Not e del comitato d’affari che ha razziato i fondi comunitari destinati alla Calabria e poi gradatamente “crollato”. A novembre la Dda di Catanzaro lo ha arrestato (poi sono intervenuti i poteri forti a togliergli le castagne dal fuoco) ma già a marzo era arrivata una richiesta d’arresto (respinta) e un consistente sequestro di beni per l’inchiesta sulla Fondazione Calabresi nel Mondo e sulla cricca di Pino Galati (http://www.iacchite.com/fondazione-calabresi-nel-mondo-il-magna-magna-di-pino-galati/). A tale proposito, a marzo del 2017, pubblicavamo questa lettera “illuminante”. 

Caro Direttore,

noi Calabresi nel Mondo che rappresentiamo la Consulta dell’Emigrazione, priva di fondi e di interesse istituzionale, veniamo confusi con la Fondazione Calabresi nel Mondo presieduta da Pino Galati e che, dal 2011 al 2015, ha sperperato circa 12 milioni di euro i cui risultati dei progetti finanziati forse non li conosce neanche Lei, cronista senza timori, da quanto leggo con questa mia visita nel suo web.
Il 31 dicembre 2015, dopo un finanziamento anche da parte di Mario Oliverio di 4 milioni di euro, è stata posta in liquidazione lasciando molti dei 126 dipendenti a regime nei 4 anni senza stipendio.
A febbraio 2015 il quotidiano Lamezia Oggi con Strangis e Panebianco denunciavano lo scandalo degli stipendi da 13.000 euro mensili per molti dirigenti e consulenti e mediamente circa 3.000 euro per gli altri 110.
Neanche una grossa fabbrica può vantare tanti dipendenti, ma la Fondazione presentava progetti faraonici graditi solo a coloro che in Regione credono che il ciuco vola e venivano approvati con fondi comunitari.
Ma il 1° aprile 2015 (strano giorno degli scherzi) la Procura di Catanzaro, col Dott.Giovanni Bombardieri, apriva un fascicolo. Ora ricorre il 3° compleanno e di quel fascicolo si sa solo che giace in Procura.
Ad esplorarlo si troverebbero le soluzioni per pagare i lavoratori ufficiali (per la verità senza lavoro) non pagati.
Anche Orlandino Greco ha provato a sollevare il caso a febbraio 2016 denunciando lo scialacquo della Fondazione. E’ stato messo in silenzio e, anzi, per coincidenza, è stato sistematicamente monitorato e attaccato dal Corriere della Calabria per il cranio di Villetta, per il Golf, per i suoi viaggi presso le comunità di Emigrati nel Mondo, ecc.ecc.
Questo giornale/paladino ha pure pubblicato un elenco di miseri contributi ricevuti dalle Associazioni in Italia e nel Mondo che, spendendo mediamente 15/20 mila euro per ogni evento di promozione della Calabria, ne ricevono al massimo 2.000. Alle repliche “vibrate” di tutti, è calato il silenzio stampa tranne che a Varese dove è stata pubblicata la replica, troppo garbata, del Consultore Nord Italia.

In sintesi, chi disturba il sistema con la Fondazione anche se chiusa, rischia la corrente.
Ma noi siamo liberi e incondizionati e ne parliamo. Siamo “Calabresi oltre confine” che hanno lavorato duro, si sono affermati e non si aspettano prebende per tenere vivo il legame affettivo con la Calabria. Lo fanno per passione e orgoglio, ma anche per mantenere il baluardo della nostra storia contro i media prezzolati per denigrarci e il sistema politico-istituzionale che li tollera.
Complimenti per la vostra redazione. Vi leggeremo in tanti e ci sentiremo con nostre segnalazioni.

Salvatore Tolomeo – Presidente Associazione Calabrolombarda – Milano