Lettere a Iacchite’: “Il Far West della Giustizia cosentina: il pesce puzza dalla testa”

Delle due l’una: o sono dei pazzi alla redazione di “Iacchitè” o dobbiamo insorgere come cittadini, allo stesso modo in cui “insorgiamo” quando andiamo ad occupare strade statali, svincoli autostradali, stanze di sindaci, tetti dell’Inps.

Io propendo di più per la seconda ipotesi, perché gli attacchi della politica e le intimidazioni/persecuzioni, fatte in vari modi alla redazione di questo giornale, “PROVANO IN MODO INEQUIVOCABILE”, che i loro articoli grondano verità scomode.

Se poi aggiungiamo la triste fama di “insabbiatori” (ma anche collusi da quel che si legge) che ha seguito fino al pensionamento il procuratore della Repubblica Serafini, e la stessa cosa per una parte autorevole della magistratura paolana, nei suoi uomini di punta dei vecchi procuratori e sostituti Nicastro e Belvedere, c’è da preoccuparsi seriamente che il pesce di nome Calabria, puzza dalla “testa”.

Alfredo Serafini

Ci preoccupiamo tanto del “Sistema Reggio Calabria” come del “Sistema Catanzaro”, ma alla testa della regione, geograficamente parlando, c’è Cosenza, città e provincia… 

ABBIAMO IL FAR WEST con UNA GRAVE ECCEZIONE: nel Far West qualche sceriffo giusto ogni tanto s’incontra, qui nella nostra provincia si incrociano solo banditi !!!

Meno male che i social network, con tutti i loro limiti, ci permettono di leggere cose che la carta stampata calabrese tradizionale, ed il Tg Rai Calabria, non hanno mai scritto.

Ora, tutti quei giovani così pronti a piangere, manifestando su strade ed autostrade, mi auguro che sentano in modo altrettanto forte, mentalmente, fisicamente ed emotivamente, la voglia di organizzare una grande manifestazione per tutte le piazze calabresi, perché davvero la legalità è assente e, anche questa ultima “grande, incredibile operazione” contro il clan Muto, lascia il tempo che trova.

Chiudo sovente, quando tocco l’argomento legalità, rammentando un episodio tristissimo e lo faccio anche adesso.

Il defunto ex procuratore del porto delle nebbie Oreste Nicastro e il boss Franco Muto

Alcuni anni fa venne abbattuta in POMPA MAGNA la pescheria abusiva di Franco Muto, posta di fronte all’ingresso del porto di Cetraro, e anche di fronte la capitaneria di Porto, e davanti agli occhi di tutti.

Non vi dico le presenze altisonanti della procura di Paola, della prefettura-questura di Cosenza, ed un codazzo di giornalisti e telecamere compiacenti a sottolineare il ritorno della legalità.

Io l’abbattimento della pescheria abusiva … “L’AVISSI FATTA ‘I NOTTE PP’A VRIGOGNA !!!”

L’ordinanza di abbattimento era di 15 anni prima !!!

E comunque l’ordinanza fu emessa molti anni dopo la sua realizzazione abusiva.

Ma quale cavolo di ritorno della legalità !!!

Franco Muto, se i muri potessero parlare, li avrà autorizzati ad abbatterla così si otteneva un duplice scopo, e continuarono a vivere tutti felici e contenti: la magistratura ed amministrazione pubblica calabrese, passavano per “reinsediatori di legalità” … e Franco Muto si era fatto rimuovere, a spese dello stato, la pescheria abusiva diventata, con tutto il suo comodo, un rudere inservibile.

E tutti, ma proprio tutti, politica, magistratura e forze dell’ordine, si presero il gran merito di “cotanto coraggio !!!”.

Sto pensando a quale pensiero avrà espresso Giannino Losardo, dall’alto della sua posizione celeste …

Secondo me avrà detto: “MA IATI AFFANCULU TUTTI QUANTI !!!”.

Francesco Guzzi

Grazie di cuore: è per persone come lei che proviamo ancora a scrivere le nostre verità.