Lettere a Iacchite’: “La mia brutta avventura in un call center di Cosenza”

Buongiorno, oggi vorrei raccontare la mia vicenda sperando che si smuova qualcosa.
Ho lavorato in un call center nel centro storico di Cosenza ovvero il call center Heliaweb Srl.

Fin qui, direte, tutto nella norma e invece no.

Ero assunta a tempo indeterminato, quindi avevo un contratto normale con contributi e tutto il resto (sembrava un miracolo visti i periodi). Sono poi andata in maternità e 2 giorni dopo il parto sono stata licenziata.

Non ho mai ricevuto alcuna lettera e né niente, l’ho semplicemente saputo perché essendo stati licenziati tutti i colleghi sono andata al Centro per l’impiego a chiedere la mia posizione (sì, l’ho dovuto chiedere li perché il datore di lavoro era sparito e non rispondeva alle chiamate).

Fin qui ho pensato: pazienza, è andata male per il call center.

E invece no: la beffa è stata che il datore di lavoro ha ben pensato di tenersi i soldi della mia maternità (dunque attribuzione indebita) e anche la liquidazione.

Chiamandolo con altri numeri (non più con il mio numero perché non rispondeva) gli ho chiesto più volte di darmi non dico tutti i soldi ma almeno la maternità che mi spettava ma lui insisteva che non aveva soldi.

Prima sosteneva che l’INPS non lo avesse pagato, poi ho chiesto all’INPS e invece era tutto regolare, nel senso che era stata pagata la maternità. Insomma, il solito schifo.

Ho anche fatto la denuncia all’Ispettorato del lavoro ma ad oggi tutto tace.

Ho anche contattato la direttrice del call center nonché sua nipote, figlia di un assessore del Comune di Cosenza, chiedendo se avesse notizie dello zio e niente.

Purtroppo, sembra che se fai parte della politica (a tutti i livelli, anche se sei solo un parente) sei intoccabile e noi fessi veniamo solo sfruttati.

Spero che prima o poi si smuova qualcosa (ma ci credo poco). Grazie Iacchite’!

Lettera firmata