Lettere a Iacchite’: “Reggio. Nicola Irto: bello, muto e (soprattutto) inutile”

Se si facesse un sondaggio su chi è l’uomo politico più inutile della Calabria, probabilmente il risultato potrebbe essere scontato.
Anzi, a pensarci bene, non tutti indovinerebbero subito. Perché all’apparenza questo uomo politico si presenta bene: è giovane, ha un volto quasi angelico, piace alle donne, non lo becchi mai con una parola fuori posto, è sempre elegante, e non parla quasi mai. Ma attenzione, perché è abilissimo: se proprio deve parlare, non dice mai nulla, assolutamente meno di nulla.
È perfetto in tutto, perfetto soprattutto per essere l’uomo politico più inutile degli ultimi cinquant’anni.
Sapete chi è? Vi aiutiamo: si chiama Nicola ed è di Reggio Calabria. Addirittura ha fatto il presidente del Consiglio regionale, ma il 99,99% dei cittadini non se n’è nemmeno accorto. Si è fatto schiacciare e sottomettere dal vecchio trombone del presidente Mario Oliverio, che addirittura durante le riunioni dell’assemblea regionale lo mortificava platealmente, impedendogli di fare il suo ruolo. E lui muto.

Nicola ha fatto una carriera politica brillante nella sua inutilità, ha debuttato subito arrivando in consiglio regionale, grazie ad un colpo di culo “politico” legato alle paranoie del pessimo segretario regionale Pd dell’epoca, don Ernesto Magorno, in complicità con la diabolica mente di Nicola Adamo e con la compiacenza dell’eterno Palla Palla. Per il resto, come raccontate ormai da anni, ci hanno pensato i clan reggini, che gli hanno tributato migliaia e migliaia di voti sia nel 2020 – quando è risultato addirittura il candidato più votato… dalla “borghesia” borderline – e sia nel 2021 quando l’ha superato solo il forzista Gallo, che ha “esagerato” con l’elargizione di milioni alla onorata società della Piana di Sibari (https://www.iacchite.blog/reggio-il-seguito-di-mammasantissima-e-la-coda-di-paglia-di-irto-e-compagni/).

Poi si è trovato in consiglio regionale, perché qualche mente brillante del Pd di Roma, pensava a lui come candidato alla presidenza della Regione. Non deve averci dormito per molte notti, il povero Nicola. E quando ha capito che avrebbe dovuto lavorare, sudare e impegnarsi, ha deciso di rinunciare. È scappato via con la coda fra le gambe. Con la promessa – mantenuta – che sarebbe stato pilotato in Parlamento, dove i peones muti come lui saranno ancora a centinaia, nonostante il “taglio” dei parlamentari.

Il politico più amato dalla ‘ndrangheta reggina sapeva prima degli altri che l’onorata società avrebbe eletto ancora una volta un altro seguace di zio Silvio e così ha pensato bene di fare la cosa che gli riesce meglio: scappare…
Successivamente, i cervelloni del Pd di Roma, che non ne prendono una nemmeno a pagarli, più pericolosi della spagnola e del Covid messi insieme, hanno pensato di nominarlo segretario regionale, con la regia e l’affiancamento del più trasversale degli uomini del Pd, Francesco Boccia, amico personale di Enrico Letta, ma anche dello zio Gianni e di nonno Silvio (avendo sposato una sua ex ministra, la pessima Nunzia De Girolamo), che era veramente l’uomo ideale per rappresentare inciuci e accordi sottobanco.

Per evitare che Nicola dovesse fare il candidato segretario regionale in concorrenza con altri, hanno eliminato tutti i potenziali avversari. Così Nicola ha fatto quattro conti e dopo un bel po’, il coniglio mannaro ha scoperto che era impossibile perdere… E ha accettato.
E c’è di più: alla prima riunione del gruppo consiliare Pd lo hanno nominato pure capogruppo. E alla fine, al numero uno del listino al Senato, non ha dovuto neanche fare campagna elettorale per andare a Palazzo Madama e pazienza se il Pd in Calabria ha preso una scoppola ca manculicani… 
Nei fatti è e sarà ancora (a parte Stumpo, che è un caso patologico…) l’unico e solo leader dell’opposizione (si fa per dire…). Ruoli che non svolge in alcun modo, essendo perfino incapace di scrivere una nota, e di rispondere al più ciarlatano dei presidenti di regione, il parassita di Cosenza.
Robertino Occhiuto spara ogni giorno decine di cazzate senza capo né coda, una litania fastidiosa di impegni vuoti e di promesse faraoniche, che solo il muto di Reggio Calabria non riesce a contrastare. E anche la polemica con il fido scudiero del parassita ovvero il Gallo (cedrone) è tutta una farsa, Giusto per far vedere che ogni tanto “litigano”… Del resto, Nicola è timido, debole, senza palle. Anzi «è come una mammoletta che non vuole mai essere colta»!
E parafrasando il grande Fortebraccio della Prima Repubblica proviamo a capire fino in fondo chi è il segretario regionale-capogruppo e senatore Pd: «Arrivò in Regione una berlina, si aprì lo sportello, non scese nessuno: era Nicola Irto»!

Lettera firmata