Lettere a Iacchite’: “Centro ex Inapli, il degrado della formazione professionale e il solito Pignanelli”

Il Centro ex Inapli di Cosenza è stato per tantissimi anni il fiore all’occhiello della formazione professionale, oggi non è altro che un degrado assoluto. Gli organi competenti della Regione Calabria guardano solo i loro interessi e poco pensano alle condizioni disastrose in cui vivono i dipendenti del Centro ex Inapli, costretti a convivere con condizioni igienico-sanitarie disastrose, con un impianto elettrico non a norma di legge, con l’orario di lavoro non conforme alla norma e quindi con conseguenti disparità di trattamento rispetto agli altri dipendenti della Regione Calabria. Certo, ci sono anche i furbetti, quelli che non vanno a lavorare per farsi i fatti propri e che vengono anche – giustamente – perseguiti dalla giustizia e interdetti per come meritano.

Per raccontare tutta la verità, tuttavia, bisogna anche dire che in questo carrozzone politico si svolgono concorsi interni per livelli superiori riservati agli ultimi arrivati ovviamente “raccomandati” dai pezzi grossi della politica e perché amici, parenti o amanti dei soliti noti. Incarichi su incarichi, promozioni su promozioni, progetti su progetti e presidenze di Commissione d’esame: tutto per pochi eletti. Si va avanti solo con le raccomandazioni nel degrado più assoluto. Così come sta accadendo per la progressione orizzontale D1/D2 riservata agli ex dipendenti della Provincia di Cosenza. 

I privilegiati non avevano neanche i requisiti per ottenere il passaggio di categoria. In particolare “… avere maturato alla data di scadenza del 1° gennaio 2016 almeno ventiquattro mesi di servizio nella categoria e posizione economica in godimento…“.

Ed eccoci ai nomi. Nella graduatoria spiccano cinque nomi: Guerino Cordiale, Rita Le Piane, Vincenzo Fiordalisi, Carlo De Bernardo ed Eugenia Cesario. Sono tutti raccomandati (e la raccomandazione, fino a prova contraria, non è reato) ma la signora Le Piane, in particolare, è legata al “solito” capo di gabinetto della Regione, l’immarcescibile Gaetano Pignanelli, che continua a “piazzare” alla grande i suoi protetti senza che nessuno gli assesti qualche sacrosanto ceffone alla Cannavacciuolo su quella faccia di bronzo che si ritrova.

Lettera firmata