Lettere a Iacchite’: “Cosenza, al “comunista” con la Jaguar la verità fa (molto) male”

Egregio Direttore,

volevo portare alla sua attenzione un fatto veramente grave che mi è occorso nella serata di giovedì (12/10/2017). Vengo ai fatti: mi trovavo nei pressi di Piazza XI settembre a Cosenza verso le ore 19.00 e mi trovo ad incrociare il sig. (sig.?) Damiano Covelli, noto esponente politico del Partito Democratico e consigliere al Comune di Cosenza, il quale mi ferma e mi apostrofa in malo modo coprendomi di insulti e di male parole asserendo di averlo offeso in occasione di alcuni commenti su dei post pubblicati su facebook e che lo riguardavano, dandomi del “pezzo di merda” (cito testualmente).

Il Covelli era in compagnia di moglie e figlio, io da solo, mi si avvicina quasi a contatto fisico e continua a coprirmi di insulti, a questo punto si avvicina il figlio che si frappone fra la mia persona ed il padre ed anch’egli parte con una serie di insulti ai quali io non ho reagito in alcun modo (siamo fatti di una pasta diversa).

Ora, per chiarire meglio e fugare ogni dubbio nel lettore e di quanti fossero stati presenti alla meschina pantomima messa in atto dal Covelli, voglio spiegare quale sarebbero state le offese da me profferite ed a cui si riferisce il Covelli. In occasione di alcuni post pubblicati su facebook che riguardavano il Covelli, io ho liberamente espresso il mio pensiero su questo personaggio che ama professarsi “comunista”, postando antiche foto in cui si vede ritratto a bordo della sua Renault 4 (auto proletaria dell’epoca), mentre oggi gira a bordo della sua non proprio proletaria Jaguar, oppure ho riferito dei suoi molteplici incarichi in seno a varie strutture (UNICAL, Regione Calabria, Comune di Cosenza) che non ne fanno certo un proletario rappresentante del popolo e forse unica nota volgare delle mie pubblicazioni l’ho definito “comunista col culo degli altri”.

C’è da dire inoltre, per onestà, che l’astio da parte mia nei suoi confronti nasce dal fatto che un po’ di tempo addietro mi sono rivolto a lui per avere intercessione presso l’assessore regionale Roccisano e presso lo stesso governatore Oliverio, al fine di favorire un incontro con i citati personaggi per portarli a conoscenza e poter risolvere la situazione lavorativa in cui versavano all’epoca e versano a tutt’oggi una centinaia di ex lavoratori precari della Regione Calabria, non già per intercessione a livello personale. Intercessione che seppur presa in considerazione in prima istanza, si è poi affievolita fino a non trovare più nessun appoggio. Come se non bastasse, in occasione delle passate elezioni comunali di Cosenza, il Covelli ha la faccia tosta di chiedermi, tramite messaggio whatsapp, di appoggiarlo nella competizione elettorale. Messaggio al quale ho duramente risposto. Ora, mi chiedo, dove starebbero le offese ai danni del Covelli? Anzi mi riservo di sporgere querela cautelativa nei confronti del Covelli e del di lui figlio per aggressione verbale con turpiloquio e minacce.

Oreste Lucchetta