Lettere a Iacchite’: “Cosenza, qui Annunziata: vi racconto l’odissea di mio padre”

Foto di Fabrizio Liuzzi

Salve,

mio padre è stato ricoverato e operato di aneurisma addominale con compromissione dei reni presso il reparto di Chirurgia Vascolare dell’ospedale dell’Annunziata di Cosenza. Non ha avuto in alcun modo una degenza serena per le condizioni igieniche scarse e la mancanza di professionalità del personale infermieristico e di alcuni medici in particolare, poco attenti e non disponibili a riferire almeno un minimo sulla situazione del paziente, addirittura io e mia madre ci siamo trovate in una condizione di estremo disagio nel porre domande in merito a mio padre e alle sue condizioni.

Premesso quanto detto, il nostro calvario è iniziato dalla dialisi perché mio padre, dopo aver subito tre somministrazioni di seleparina con evidenti segnali di allergia è stato dimesso e inviato nei giorni successivi presso il Centro Dialisi di P.zza Amendola dove i medici Dott.ssa Roberti e Dott.Caputo con l’ intervento scrupoloso ed attento del Professore Musacchio hanno evidenziato finalmente l’ allergia del paziente alla seleparina, sottolineando la necessità di effettuare il trattamento dialitico presso il Reparto di dialisi U.O. Nefrologia Cosenza.

Solo dopo varie insistenze ed una lettera scritta dalla sottoscritta mio padre è stato accolto, la motivazione addotta dal Direttore – che non ha mai visitato mio padre – è stata la mancanza di posti e che essendo il reparto di dialisi un ambulatorio non era possibile la mia richiesta.Tuttavia dopo la mia sollecitazione di cui attualmente mi pento e spiegherò il perché, mio padre viene accolto. Il calvario peggiora da questo momento per incuria e superficialità dei medici, perché mio padre si stava riprendendo e nonostante sapessero che necessitava di monitoraggio frequente e di esami del sangue hanno perseverato nella loro negligenza.

Ho continuamente chiesto di controllare o di chiedere un consulto in merito alla situazione respiratoria poiché notavo affanno quando camminava, nel frattempo era venuta meno anche l’ alimentazione e chiedevo un integratore per più di un mese. Aggiungo che dopo aver effettuato analisi del sangue (dopo varie sollecitazioni) vi era un valore alto, segnale di infiammazione o infezione acuta ma il medico ha affermato che andavano benino…

Allora io e mia madre avendo riscontrato tale valore elevato ci siamo – attraverso l’ aiuto del Direttore Sanitario del Presidio Ospedaliero (che non conosciamo) – dirette da uno pneumologo di Rogliano richiedendo un urgente consulto esterno. La situazione si è aggravata in quanto mio padre ha necessitato di radiografia e conseguente tac, esami che sono stati prescritti dallo pneumologo di Rogliano e non dall’ospedale, che solo dopo un giorno di ricovero ha eseguito la tac.

Ci siamo rivolti ad un professore esterno, dunque, ma successivamente questa triste storia ha avuto come conseguenza la degenza di mio padre in Rianimazione perché non curato adeguatamente era peggiorato dal punto di vista cardiaco e alimentare. Adesso mio padre è ricoverato nel reparto Valentini perché, dopo una settimana in Rianimazione, ha contratto un’ infezione causata dall’ ospedale e non si sa se nel reparto o presso la Rianimazione. La terapia consiste nella somministrazione di antibiotici malgrado sia un batterio resistente a molti di essi. Siamo amareggiate per l’ incuranza ricevuta. Chiedo che il mio nome per il momento non venga reso noto finché non parte la denuncia.

Lettera firmata