Lettere a Iacchite’: “Cosenza, caos incendi: il colpo di grazia? La soppressione del Corpo Forestale”

Gentile Direttore,

siamo tutti indignati di fronte ai tanti incendi che stanno devastando la nostra regione. Ecco perché abbiamo il dovere di esprimere la nostra protesta contro questo stato di cose e intervenire in difesa del nostro territorio, perché non possiamo accettare con rassegnazione la distruzione dei boschi più belli d’Italia, ove diversi cittadini assediati dal fuoco rischiano ogni giorno di perdere i loro averi e addirittura di restare senza casa.

Un assedio che sta diventando una persecuzione, in ragione anche del perdurare della siccità che sta colpendo tutta la regione e che favorisce lo svilupparsi di decine di focolai per la maggior parte dei casi (sembra) di origine dolosa. Boschi, campagne, aziende agricole divorate dalle fiamme, ettari di territorio distrutti da vari incendi che stanno mettendo in ginocchio la nostra intera provincia.

Danni da milioni di euro, persone che hanno perso tutto, intossicate dal fumo e le polemiche che puntano il dito sulle autorità politiche e i suoi ritardi nella programmazione delle campagne antincendio. Infatti, fino a qualche anno fa si programmavano prioritariamente le risorse per organizzare con uomini, mezzi e attrezzature la campagna antincendio e l’attività di pulizia dei viali parafuoco sin dai primi mesi dell’anno.

Oggi, sembrerebbe che i territori siano stati lasciati sguarniti di ogni risorsa nell’impossibilità di potere anche solo minimamente far fronte alle più elementari esigenze organizzative e di manutenzione.

Il colpo di grazia, poi, lo avrebbe dato la soppressione del Corpo Forestale dello Stato, un errore secondo il mio modestissimo avviso colossale. Tanto è vero che, secondo alcune autorevoli opinioni, “è stata una soppressione affrettata, che non ha tenuto conto delle prevedibili complicazioni, soprattutto per quanto riguarda il ruolo dei DOS, ovvero i direttori operativi degli spegnimenti: sono coloro in in grado di coordinare i lavori in caso di emergenza e le guardie forestali in questo erano davvero insuperabili”.

Oggi purtroppo pare siano stati dequalificati, eppure, se non ricordo male, la difesa dagli incendi boschivi è da sempre stata condotta mirando a una protezione del territorio che prevede lo spegnimento, sempre e comunque, laddove possibile, di ogni tipo di incendio.

Oggi, invece, correggetemi se sbaglio, questo criterio di lotta, definito “fire control” deve essere gradatamente abbandonato, a favore di un diverso criterio che si basa sulla difesa del territorio dal fuoco mediante la gestione dell’elemento fuoco “fire management”. Come dire che la protezione del territorio risulta di difficile realizzazione, sia in termini operativi che economici: pertanto è opportuno prevederla solo per aree ristrette del territorio, di particolare importanza, mentre per la restante area sottoposta a difesa in fase di pianificazione viene ammessa la possibilità del passaggio del fuoco, in determinate aree e per un limite di superficie prescritto.

Non ci resta, quindi, che la pianificazione per migliorare la protezione della foresta, che si salva solamente affermando la cultura della prevenzione degli incendi  e dalla cultura distruttiva di quanti non rispettano la natura e i propri simili.

Salvatore D’Acri