Lettere a Iacchite’: “Cosenza, la revoca degli aborti volontari regalati a iGreco insegna tante cose”

La famiglia iGreco insieme a Ernesto Carbone, Ferdinando Aiello e Brunello Censore

Egregio direttore,

torno a scriverle sulla vicenda del servizio IVG (interruzioni volontarie di gravidanza ovvero aborti) “ceduto” dalla Azienda Ospedaliera di Cosenza agli ospedali riuniti iGreco srl in quanto mi corre l’obbligo di ringraziare innanzitutto lei e il giornale che dirige in quanto è stata la prima testata giornalistica a mettere in evidenza l’anomalia presente all’interno della delibera n. 454 del 17/10/2017 con la quale l’AO di Cosenza poneva in essere quanto sopra descritto.

In secondo luogo, ritengo doveroso ringraziare anche i portavoce calabresi del M5S, e in particolare l’onorevole Dalila Nesci, per aver intuito ed evidenziato i diversi profili di illegalità presenti nella suddetta delibera. La dimostrazione che in quella delibera ci fosse più di qualcosa di poco chiaro sta proprio nel fatto che il giorno successivo alla richiesta di accesso agli atti, da parte della deputata pentastellata, la delibera è stata prontamente revocata. Proprio come se ci fosse stato qualcosa da nascondere.

A mia memoria, non ricordo un’altra delibera revocata in un mese esatto da parte dello stesso direttore generale che l’aveva emessa e tutto ciò in seguito ad una semplice richiesta di accesso agli atti posta in essere da un politico non facente parte della assise regionale. E ciò rende questa vicenda un risultato strepitoso.

Questa vicenda, infatti, insegna diverse cose:

innanzitutto, insegna come devono fare il loro lavoro i veri giornalisti. Il giornalista deve essere un uomo libero da condizionamenti e appassionato esclusivamente dal fatto di dare una notizia così come è nella realtà. Senza preoccuparsi se quella notizia possa o meno ledere gli interessi di qualcuno. E questo e ciò che ha fatto lei nel rendere nota la delibera dell’azienda ospedaliera cosentina che cedeva il servizio IVG ai privati.

Inoltre, insegna come bisogna fare politica. Un politico deve interessarsi, nella amministrare la cosa pubblica, di tutto ciò che può migliorare la qualità della vita della comunità alla quale appartiene o, per contro, contrastare, soprattutto quando si fa opposizione, tutto ciò che può ledere l’interesse pubblico o ridurre i diritti della cittadinanza. Questo è ciò che è stato fatto dal M5S e da Dalila Nesci in questa vicenda così come in altre. E, si badi bene, il M5S non ha rappresentanti a livello regionale dove, in realtà, nessuno fa opposizione alla attuale governance.

Infine, insegna che non sempre è necessario rivolgersi alla magistratura per raggiungere un risultato strepitoso come questo. Anzi, con i tempi  attuali della giustizia non solo un risultato del genere non è assicurato ma, ammesso che arrivi, ciò avviene quando ormai “i buoi sono scappati dal recinto”. Talvolta è sufficiente che dei semplici cittadini, interessati alla cosa pubblica, evidenzino il problema in tutte le sue sfaccettature ed esercitino una pressione mediatica tale da costringere la pubblica amministrazione a tornare sui suoi passi.

In una regione come la Calabria, nella quale la sanità è commissariata da 8 anni, il commissariamento è servito esclusivamente ad effettuare tagli lineari sconsiderati che hanno debellato la sanità pubblica a favore di quella privata. E, sempre in questa regione, il governatore, anziché stare attento a ciò che fanno i direttori generali da lui stesso nominati (ma che, in realtà, rispondono al capo del “sistema dell’uomo giusto al posto giusto”), continua a pensare, cosa che sta facendo sin dal suo insediamento, ad inseguire il sogno (anche se adesso è più giusto parlare di illusione) di farsi nominare, a sua volta, commissario alla sanità e che, per ottenere questo, dice di voler andare ad incatenarsi davanti a Montecitorio. In questa stessa regione è solo grazie a cittadini e persone come lei e come i portavoce del M5S che si è potuto raggiungere questo straordinario risultato. E questa vicenda dà un esempio alla comunità che può far rinascere la speranza di un riscatto nei giovani calabresi.

Ecco perché il mio auspicio è che energie positive come le vostre (e ce ne sono tante anche in Calabria) possano prossimamente fare rete. Solo così si potrà permettere a questa regione di disfarsi delle zavorre politiche attuali e di spiccare il volo verso un futuro fatto solo di trasparenza, meritocrazia, onestà e competenza.

Lettera firmata