Lettere a Iacchite’: “Cosenza, il Pronto soccorso naviga (sempre) in un mare di melma: le bugie di Mario Veltri”

Gentilissimo Iacchite’,

le scrivo non appena passato il Ferragosto per spiegarle come lo abbiamo trascorso con i miei colleghi al Pronto soccorso dell’ospedale di Cosenza. In crisi, come sempre.

Mi riferisco non solo a giorno 15 agosto, ma ai giorni immediatamente precedenti e successivi, cioè i giorni più difficili dell’anno per noi sanitari. A dire il vero per noi del Pronto soccorso tutti i giorni dell’anno sono critici, ecco perché mi sono deciso a scriverle, perché tutti devono venire a conoscenza di un problema di cui si parla molto, a volte in maniera errata, ma per il quale non si agisce nella giusta maniera.

Sarò di parte, ci lavoro infatti, ma devo dire che, nonostante il clamore mediatico di questi ultimi anni e nonostante i minimi interventi apportati, il Pronto soccorso naviga in un mare di melma. Noi sanitari siamo pochi e nel periodo di ferie ancor meno, la struttura è inadeguatissima a fungere da locale per il Pronto soccorso di un ospedale hub (purtroppo è stata in costruzione per 20 anni e quando è stata grossolanamente terminata è risultata antiquata) che accoglie ammalati a tutta la regione, mancano pulizia, condizionatori idonei specialmente nella sala d’attesa e organizzazione strutturale e del personale.

Per la prima, sono costretto a denunciare l’esiguità dei locali sovraffollati che portano ad una conseguente mancanza di privacy per i malati, e questa è una mancanza deprecabile perché si priva di dignità la persona, per la seconda, sono costretto a denunciare, oltre alla carenza eterna di personale, la sua mancata organizzazione al meglio. Speravamo che le cose cambiassero con il nuovo “primario”, insediatosi ormai da mesi, ma le cose sono peggiorate perché si è rivelato un manager senza umanità, diversamente dal precedente direttore, il quale, e questo è ben risaputo, oltre a fare il direttore era sempre in corsia come medico, infermiere, Oss, amico e missionario con tutti. Sappiamo bene che un altro dottor Crocco non è possibile averlo, ma un medico-primario che svolga al meglio le sue funzioni sì.

A questo proposito, non posso tacere quanto sbandierato a inizio anno dal dr. Mario Veltri, direttore sanitario dell’ospedale, il quale davanti alle telecamere di Striscia la notizia si era affrettato a dire che i problemi del Pronto soccorso erano da addebitare al fatto che era stato guidato per anni da un facente funzione (il dr. Crocco) e che con l’arrivo del nuovo direttore le cose sarebbero cambiate.

Non solo ha mentito alla grande perché il dr. Crocco è stato il faro del Pronto soccorso, ma soprattutto perché in questi ultimi mesi, con il nuovo direttore, le cose sono peggiorate e ci ritroviamo con un primario-manager che invece di essere vicino a noi tutti e alla struttura vive nella sua torre d’avorio. A onor del vero devo dire che professionalmente non ha nulla da invidiare ad alcuno, ma che umanamente lascia molto a desiderare, e che come manager è ancor peggio, visto che non ha nemmeno tentato di mettere in atto la necessaria riorganizzazione del Pronto soccorso, né pare gliene importi molto di quel che vivono gli ammalati e gli operatori sanitari.

Ciò a tutto svantaggio della comunità, che da una parte paga le tasse e il professionista in questione per non avere servizi e mantenere un medico in poltrona invece che in corsia. Ci era stato assicurato che le cose sarebbero cambiate, invece l’impressione è che il primario del Ps sia il solito raccomandato che si fregia del pennacchio e non si sporca le mani. Mentre i pazienti soffrono, noi siamo oberati di lavoro, non possiamo parlare con la stampa per rendere pubbliche queste situazioni perché rischiamo di perdere il posto di lavoro e siamo i destinatari di insulti e lamentele, peraltro legittime, che però dovrebbero essere indirizzate altrove.
Grazie

Lettera firmata