Longobucco, crollo del ponte. Sono 12 gli indagati

Sono 12 gli indagati per il crollo del ponte di Longobucco, avvenuto il 3 maggio 2023. In particolare si tratta del crollo del viadotto “Ortiano 2”, costruito nove anni prima per spezzare l’isolamento del centro montano di Longobucco e migliorare i collegamenti a valle.

Un’opera della Sila-Mare attesa da oltre vent’anni, che ha comunque continuato a svilupparsi anche dopo il crollo causato da una piena del fiume Trionto. Per quell’evento, che colpì profondamente l’opinione pubblica, la Procura della Repubblica di Castrovillari aveva aperto un fascicolo, notificando ora, a due anni di distanza, la chiusura delle indagini.

L’inchiesta è seguita dalla pubblica ministera Veronica Rizzaro e direttamente dal procuratore capo Alessandro D’Alessio. Le indagini si sono concluse alla fine del 2024 e sono già iniziati i primi interrogatori, con l’avviso di conclusione delle indagini notificato a 12 persone, tra membri della commissione di gara, responsabili del progetto dell’impresa aggiudicataria e dirigenti del settore dell’Anas.

Le accuse sono di cooperazione colposa per negligenza e imprudenza. Secondo gli inquirenti, non si sarebbe vigilato sull’attuazione del progetto, sottovalutando il rischio idraulico e accettando modifiche al progetto originario. In particolare, l’impresa aggiudicataria avrebbe proposto una modifica sostanziale: il progetto iniziale prevedeva 32 micropali sotto i plinti di fondazione dei viadotti, per prevenire il rischio di scalzamento, vista la costruzione all’interno dell’alveo del fiume Trionto. I micropali sarebbero stati ridotti da 32 a 15, senza un’adeguata considerazione del rischio idraulico, e secondo gli inquirenti il progetto finale sarebbe stato depositato senza un’adeguata considerazione dei rischi conseguenti. Per di più, i membri della commissione di collaudo dell’opera hanno anche redatto il certificato di collaudo tecnico amministrativo nel 2016, collaudo che sarebbe avvenuto senza considerare modifiche sostanziali apportate al progetto. E su tali modifiche non è stata inoltre sollevata alcuna richiesta di chiarimento o integrazioni di notizie per avere una adeguata visione del progetto stesso. Chiarimento e integrazioni documentali non sono state avanzate, a quanto pare, neanche a seguito delle visite di controllo effettuate sui cantieri, che pure ci sono state, da parte dei soggetti preposti. Anche i responsabili degli specifici settori dell’Anas non avrebbero richiesto alcuna documentazione integrativa accettando senza ulteriori motivazioni la modifica del progetto. Fonte: Gazzetta del Sud