Longobucco. Il sindaco Pirillo non vale, ma la segretaria comunale non serve

COMUNE DI LONGOBUCCO

Il sindaco Pirillo non vale, ma la segretaria comunale non serve

Considerato che la Beata Barbara da Cariati insiste, è opportuno soffermarci sulle illegalità diffuse nel Comune di Longobucco, sotto la regia attenta proprio della segretaria comunale capa, limitandoci per il momento solo alla seconda Amministrazione Pirillo.

E iniziamo dalla parità di genere in seno all’esecutivo municipale, negata per anni sino al pronunciamento della Prefettura di Cosenza, quando per forza la Beata ha dovuto piegare la testa. Scandalose le omissioni relative alla questione Soget, a cui finalmente fu revocato l’incarico dopo mesi e mesi di polemiche ed esposti. Da non dimenticare i dati farlocchi di bilanci e resoconti, i termini temporali mai rispettate, sempre evidenziati dall’opposizione, soprattutto sui debiti fuori bilancio e sui quali Barbara da Cariati sorvolava beatamente. Di tutto e di più pur di evitare di correggere la tabella dei parametri deficitari e non deliberare il dissesto strutturale dell’Ente e quindi poter procedere con le assunzioni tanto agognate dal Primo cittadino. Per fortuna ci ha pensato il Revisore unico dei conti a riportare tutto e tutti nell’ambito della legalità, sconfessando platealmente le interpretazioni interessate di Segretaria e Dirigenti. La materia è stata anche segnalata alla magistratura.

Vergognosa la seduta di un Consiglio comunale con ordine del giorno da sottoporre a votazione, per come previsto dalla convocazione, e su cui la Beata Barbara, durante l’animata discussione fra consiglieri, non ebbe niente da interloquire, pur chiamata in causa dal numeroso pubblico presente. Silenzio assoluto. Sempre li a scrivere, non si sa che cosa, non si sa a chi, considerato che anche i verbali delle sedute sono sempre “accortamente” sintetizzati, fra le proteste della minoranza. Del Regolamento del Consiglio comunale si sono perse le tracce.

Tutte le convocazioni delle sedute consiliari sono abbastanza approssimative. Agli atti si conservano scarse relate di notifica e quando va bene, ti arriva un whatsapp, non per tutti ovviamente. Addirittura, nell’ultima seduta ha battagliato vivacemente con i consiglieri di opposizione con atteggiamenti da ottavo esponente della maggioranza.

Sulle indennità di sindaco e assessori, così come sulle certificazioni penali di tutti i consiglieri, ancora si attendono risposte.

Molto interessanti, altresì, i suoi quesiti creativi alle agenzie tutorie: non oggettivi e veritieri, ma praticamente con la risposta già scritta, secondo i voleri del Sindaco!

Infine e soprattutto, nei mesi scorsi, in fretta e furia, ha fatto approvare alcune modifiche allo Statuto comunale per far eleggere Presidente del Consiglio il fac totum locale del Generalissimo Graziano, senza considerare che le modifiche sarebbero andate in vigore dalla legislatura successiva, per come specificatamente chiarito dal Ministero dell’Interno appena nel novembre scorso. Ad oggi non sembra che la Segretaria illustrissima si sia accorta dell’errore.

E proprio su questo punto è intervenuto nuovamente il Pasquino locale Marco Bambolina, che fra l’altro scrive

«Il sindaco e l’assessore al bilancio sanno che entro il 28 febbraio dovrà essere approvato il bilancio di previsione 2025/2027. Se quella seduta consigliare sarà presieduta da un presidente illegittimamente nominato, l’atto approvativo potrà essere impugnato davanti al TAR. Nell’ipotesi che il TAR dia ragione ai ricorrenti e sospenda l’atto, in attesa della decisione, il Comune si troverà nella condizione di non avere approvato il bilancio entro i termini previsti dalla legge. Tale situazione prospettata, metterà il Prefetto nella condizione di avviare lo scioglimento del Consiglio Comunale. Penso che il rischio non valga la candela. L’assessore al bilancio, avvocato di professione, potrà compiutamente studiare il caso, assumendosi tutta la responsabilità delle azioni successive e conseguenziali.»

Nella conclusione ritorna sull’attività della segretaria capa: «L’assessore può sempre chiedere lumi al segretario comunale, anche se ritengo questa figura inadeguata alla funzione. Al momento l’impegno primario del segretario non è la tutela degli organi comunali, bensì il suo quieto vivere. Ne sono testimonianza i tanti casi di cattiva gestione. Con un “no” tanti errori potevano essere evitati. Il “no” richiede coraggio e conoscenza.» Ma non è il caso della Beata Barbara da Cariati!