Quella di ieri è stata un’altra giornata campale sul fronte delle indagini difensive per fare luce sulla morte della 38enne cosentina Ilaria Mirabelli, il cui corpo senza vita è stato trovato nel pomeriggio di domenica 25 agosto a Baracchella di Lorica, a circa 50 metri di distanza dall’auto sulla quale viaggiava insieme a Mario Molinari, con il quale si frequentava da tre mesi scarsi. Sono davvero in pochi ormai a Cosenza a credere all’ipotesi dell’incidente “autonomo” comunicata dall’Anas alle 19,30 di domenica 25 agosto, ad almeno tre ore (se non ancora di più) di distanza dagli eventi.
L’avvocato Guido Siciliano, nominato dalla famiglia Mirabelli, sta raccogliendo molto materiale e sta indagando su più fronti ma come da scontato copione non sta trovando praticamente nessuna collaborazione dalla procura di Cosenza, che anzi rema palesemente contro. A cominciare dalla designazione del magistrato incaricato di seguire il caso. Nei giorni scorsi abbiamo scritto più volte della disarmante circostanza delle ferie della pm Donatella Donato, che non si è degnata neanche di recarsi sul posto né tantomeno di metterlo sotto sequestro, lasciandolo in balia di chiunque… Nella giornata di ieri, poi, si è diffusa la sconcertante notizia secondo la quale il caso potrebbe finire addirittura nelle grinfie del famigerato Giuseppe Cozzolino detto Pino ovvero il magistrato più chiacchierato del porto delle nebbie e senza dubbio quello più vicino alle famiglie della cosiddetta “Cosenza bene” che sono coinvolte in questa triste vicenda.
Ma non è finita qui. Un altro degli aspetti sconcertanti del “giallo” è rappresentato dall’atteggiamento dei carabinieri di San Giovanni in Fiore e in particolare del vicecomandante della caserma, il maresciallo Luca Pagliara. Secondo quanto abbiamo appreso e purtroppo secondo l’evolversi dei fatti e degli eventi, il maresciallo non avrebbe fatto davvero nulla per eseguire correttamente i rilievi sul posto e non ci sarebbero neanche le fotografie planimetriche che per legge devono essere scattate sul luogo di un incidente. Niente di niente... al punto che le uniche testimonianze degne di nota riguardanti il luogo del presunto incidente sono i video e le foto dell’avvocato Ugo Morelli, che è arrivato a Baracchella di Lorica intorno alle 21 e ha documentato tutto quello che gli è stato possibile.
Ma torniamo al maresciallo Luca Pagliara, che a quanto pare non è nuovo a queste “prodezze”. Nel 2015 il maresciallo, che all’epoca era comandante di stazione a Roccabernarda, fu rinviato a giudizio per 8 gravi accuse, tra le quali quelle di falso ideologico e frode assicurativa. Secondo l’accusa, Pagliara avrebbe predisposto moduli di rinuncia ai rilievi non veritieri relativamente ad alcuni incidenti stradali coinvolgendo la sua attuale moglie e alcuni parenti. In un’occasione, in particolare, fu contestato un falso incidente con falsa documentazione in cui il protagonista era lo stesso maresciallo in veste di… privato cittadino. Sì, avete capito bene… Il processo di primo grado arrivò a conclusione nel 2019 e il Tribunale di Crotone condannò il maresciallo Pagliara a 3 anni e 8 mesi di reclusione. Con la contestuale sospensione dal servizio. Ma poi, come spesso accade in queste vicende e in particolare ai soggetti… amici degli amici, la Corte di Appello di Catanzaro ribaltò la sentenza decretando la sua assoluzione e – ahinoi – il suo ritorno in servizio proprio nella caserma dei carabinieri di San Giovanni in Fiore dove appare chiarissimo che non abbia fatto il suo dovere.
Le indagini difensive dell’avvocato Guido Siciliano stanno affrontando anche la spinosa questione dei rapporti tra Ilaria Mirabelli e Mario Molinari, che secondo quanto raccolto da più testimonianze, erano particolarmente burrascosi e avevano già portato a molte discussioni, sia dal vivo, sia via telefono. A proposito di telefoni, oggi il Quotidiano del Sud scrive che “… una risposta potrebbe arrivare dagli accertamenti tecnici esperiti sui cellulari e sulla messaggistica contenuta nella memoria… Ma da quello che è stato possibile apprendere nell’immediatezza dei fatti sarebbero stati trovati e posti sotto sequestro soltanto due telefonini mentre un terzo nella disponibilità di Mario Molinari sarebbe stato consegnato agli inquirenti soltanto successivamente, a seguito di una segnalazione partita da un parente di Ilaria che avrebbe dichiarato alle forze dell’ordine di essere stato contattato quel pomeriggio da un altro numero in uso a Ilaria…”. E la domanda sorge spontanea: ma come? Nell’immediatezza di un presunto tragico incidente nel quale è addirittura morta la persona che ti stava al fianco, tu pensi a prendere il suo telefonino e invece di chiamare i soccorsi… chiami un parente della vittima? Sì, pare proprio che sia andata così. E intanto, oltre all’ombra del famigerato Cozzolino della quale parlavamo prima, si staglia sempre di più quella di un “grande regista” evidentemente molto vicino alla famiglia Molinari, che sta cercando di muovere i fili della faccenda. Ma è sempre più in palese difficoltà e – soprattutto – ormai tutti ma proprio tutti hanno capito chi è.