Lorica. Perché la procura non ha messo sotto sequestro la zona del presunto incidente?

È passata una settimana dalla tragica morte di Ilaria Mirabelli, la giovane 38enne cosentina il cui corpo senza vita è stato trovato nel pomeriggio di domenica 25 agosto nella zona di Baracchella a Lorica a 50 metri da una Volskwagen di proprietà della famiglia di Mario Molinari, 44 anni, che si trovava con la ragazza. L’auto risulta danneggiata parzialmente e ancora non è per niente chiaro com’è uscita fuori strada, dal momento che in quella zona non ci sono burroni o scarpate e neanche alberi contro i quali avrebbe potuto impattare.

La famiglia di Ilaria Mirabelli ha nominato un avvocato e un medico legale, ai quali è stato delegato il compito di condurre indagini difensive. Il primo importante risultato è stato quello dell’esame autoptico sul corpo di Ilaria, effettuato lunedì scorso. Non ci possono essere conferme ufficiali, considerato che l’autopsia al momento è secretata, ma sembra che sul corpo della ragazza siano state riscontrate tre gravi lesioni interne in tre punti diversi che non sono compatibili con l’ipotesi di un incidente “autonomo”. 

L’avvocato Guido Siciliano, nell’intervista che ci ha rilasciato qualche giorno fa, ha commentato che “il corpo di Ilaria sta parlando” ma ci vorrà ancora del tempo prima di avere i risultati dell’autopsia e in ogni caso i morti parlano sempre a chi li sa ascoltare e c’è da augurarsi che i medici legali nominati dalla procura, Cavalcanti e Vercillo, facciano il loro dovere non facendosi impressionare o suggestionare da nessuna “presenza” incombente, che in questa storia del resto si avverte pesantemente in pratica fin dalle prime ore successive alla tragedia.

L’avvocato Siciliano ha anche annunciato che nel corso di questa settimana depositerà un’istanza alla procura di Cosenza per accedere all’autovettura e poterla esaminare con cognizione di causa: un accertamento fondamentale per capire cosa è successo davvero quella maledetta domenica pomeriggio in Sila. 

Ma l’aspetto più paradossale e grottesco di tutta questa vicenda è un altro. Di solito, quando ci si trova davanti a situazioni poco chiare come quella che stiamo raccontando e soprattutto quando si dà il via libera all’esecuzione dell’autopsia, una procura appena appena seria e consapevole delle sue azioni procede a mettere sotto sequestro tutta la zona nella quale sarebbe avvenuto il presunto incidente. E per rendere più visibile il suo intervento alla ricerca della verità transenna quelle zone nelle quali presumibilmente ci potrebbero essere ancora dei reperti da ispezionare. Ebbene, tutti possono tranquillamente verificare invece che la zona nella quale sarebbe avvenuto l’incidente è libera a tutti e in balia di ognuno che voglia andare a curiosare o magari a mettere mano a qualcosa per inquinare le eventuali prove sfuggite ai rilievi dei carabinieri di Lorica. Già, i militari dell’Arma di Lorica o di San Giovanni in Fiore, per quanto se ne sa, sarebbero stati i primi ad arrivare sul posto ma non si capisce bene a che ora siano arrivati.

Perché se l’orario della tragedia pare essere circoscritto tra le 15,20 e le 16, tutti noi sappiamo che la notizia della morte di Ilaria è stata data soltanto tre ore abbondanti dopo e per quanto ne sappiamo i rilievi veri e propri sono avvenuti addirittura dopo le 21 e nessuno, purtroppo, sa spiegarsi cosa è avvenuto in tutte queste ore e – con tutta la stima possibile – non ci fidiamo per niente del rilievi dei carabinieri e anche di quelli della polizia scientifica. Per non parlare della sciatteria – non si sa quanto voluta – della procura di Cosenza, che ancora oggi continua a lasciare senza uno straccio di transenna l’area della tragedia. Probabilmente nel weekend appena trascorso, qualcuno ci avrà fatto anche qualche picnic, rendendo ancora più tragicomica tutta la faccenda. 

In uno scenario del genere, non è davvero difficile capire che nel famigerato porto delle nebbie, come al solito, c’è pochissima volontà di arrivare alla verità e il fatto che nella tragedia sia in qualche modo coinvolta una famiglia della cosiddetta “Cosenza bene” aumenta a dismisura lo scetticismo e le perplessità dei cosentini, che comunque continuano a chiedere rispetto e verità per Ilaria Mirabelli. Sperando che magari, da stamattina, finiscano anche le ferie della pm titolare del caso, la signora Donatella Donato. E anche se qualcuno sta cercando di mettere il bavaglio a chi cerca la verità con “visite” pilotate e l’imposizione della linea da dare agli articoli, noi non ci fermeremo e continueremo a fare di tutto per arrivare a capire cosa è accaduto veramente domenica 25 agosto a Baracchella di Lorica.