Lorica. Verità per Ilaria. Ecco perché la ragazza può essere “uscita” solo dal lato passeggeri

L’attenzione degli inquirenti – carabinieri del comando provinciale e procura di Cosenza – e dei consulenti della famiglia Mirabelli – l’avvocato Guido Siciliano e l’ingegnere Fabrizio Coscarelli – a quasi quattro mesi dal fattaccio di Lorica, che è costato la vita a Ilaria Mirabelli, si era concentrata sulla Volkswagen Up di proprietà di Antonio Molinari. Ovvero il padre di Mario, il soggetto che era con Ilaria quella maledetta ultima domenica di agosto. I consulenti della procura di Cosenza hanno depositato la perizia richiesta dalle pm Donato e Farro e ieri i magistrati hanno chiesto l’arresto di Molinari. 

Prima sono state visionate nei dettagli tutte le fotografie scattate nell’immediatezza del presunto incidente, poi è stata effettuata la prima parte degli accertamenti tecnici irripetibili sull’auto sotto sequestro nel deposito Aci di Rende e quindi i consulenti della procura hanno acconsentito allo svolgimento di una nuova serie di accertamenti, nel corso dei quali la sorella di Ilaria, Alessia, si è posizionata nell’abitacolo di quella maledetta auto per valutare la distanza che c’è tra il sedile del lato di guida e la pedaliera e il sedile e il volante. Ed è emerso che la ragazza – che ha la stessa altezza di Ilaria – non arrivava né ai pedali e neanche allo sterzo e di conseguenza sua sorella quel 25 agosto non poteva essere alla guida dell’auto.

Già, perché il nodo che deve essere sciolto riguarda sempre chi fosse alla guida dell’auto: Molinari continuava a sostenere che guidava Ilaria ma ben quattro testimoni lo hanno smentito nonostante ci sia stato certamente qualcuno – che ancora indossa anche una divisa – che l’ha “aiutato” a dimostrare la sua tesi.

L’inviata della trasmissione “La vita in diretta” aveva riportato già tempo fa alcune notizie che non possono che esserle state comunicate dai carabinieri del comando provinciale di Cosenza secondo le quali gli airbag in dotazione alla macchina non sarebbero “esplosi”, che il sedile del lato guida sarebbe stato molto vicino allo sterzo e che le impronte sullo sterzo sarebbero state “strusciate” e quindi non utilizzabili. Al di là se queste ultime circostanze siano state alterate o meno, l’analisi dell’autovettura ha consentito ugualmente di stabilire non solo chi guidava ma anche un altro fatto determinante: da dove è uscita Ilaria Mirabelli prima di cadere a terra senza vita?

Partiamo dagli airbag. Di sicuro c’è che non sono “esplosi” ma al momento noi non sappiamo (ma le parti in causa sì, per fortuna) se erano installati nell’auto. Se non si sono azionati, le spiegazioni possono essere tre: non c’è stata una decelerazione – di solito rappresentata da una frenata o da un urto – tale da metterli in moto oppure gli occupanti non indossavano le cinture di sicurezza forse perché stavano litigando o ancora nell’auto non c’era nessuno… L’ultima ipotesi sembrerebbe fantascienza ma a volte la realtà supera anche la più sfrenata fantasia.

Passiamo al Gps, il localizzatore o navigatore del mezzo (presente comunque anche nei telefoni cellulari) dal quale si può desumere il percorso e il tragitto del veicolo e quindi anche l’eventuale inversione a U della quale si è parlato in questi giorni. Ma il Gps potrebbe essere fondamentale soprattutto per chiarire la traiettoria con la quale Ilaria è uscita dall’auto perché di sicuro è uscita e certamente è stata trovata distante dal mezzo.

Tutte le indicazioni che abbiamo avuto finora, lasciano pensare che Ilaria sia uscita dal lato passeggeri e non certo dal lato guida come sostengono Molinari, suo padre e il maresciallo Pagliara. La “lettura” del Gps potrebbe dirci la velocità, il percorso e la traiettoria seguita per giustificare la statica finale del corpo di Ilaria (o almeno quella presunta). Se la statica è effettivamente quella che finora abbiamo visto, non c’è dubbio che Ilaria sia potuta uscire solo dal lato passeggeri. Se poi sia uscita volontariamente o se sia stata sbalzata ancora non siamo in grado di stabilirlo. Ma non c’è dubbio che al di sopra di tutti questi ragionamenti ci sia un quesito preciso: perché l’auto non ha neanche approcciato la curva e va dritta senza neanche tentare una frenata e magari una manovra con lo sterzo?

Non può essere escluso che le due persone all’interno dell’auto stessero litigando. Questa circostanza, tuttavia, potrebbe risalire a galla attraverso il Gps, dove ci potrebbe essere qualche indicazione importante anche sul motivo per il quale l’auto esce di strada e che apparentemente sembra inspiegabile. Tuttavia, e lo ribadiamo ancora, un dato sembra certo: la ragazza è uscita fuori dall’auto sicuramente dal lato passeggeri perché non può esserci stata un’altra via e se è vero che stavano litigando, oltre alle tracce di strappo sulla maglietta di Molinari, potrebbero essercene altre anche nell’abitacolo. Ma difficilmente una caduta dal lato passeggeri, sia pure sotto la spinta di un corpo pesante come quello di Molinari, avrebbe potuto causare la morte di Ilaria e in questa ipotesi mancherebbero le ferite o gli ematomi sugli arti inferiori per giustificarla fino in fondo.

Ma non è tutto. L’autopsia ha rivelato sul corpo – che parla – di Ilaria anche la perforazione di un polmone e segni di pressione sul torace. Tra le ipotesi possibili, Coscarelli non esclude neanche quella che sia stato utilizzato un corpo contundente per colpirla, considerate le lesioni che ha riportato e che sono state riscontrate dall’esame autoptico.

Ricapitolando: Perché l’auto effettua una inversione a U per cambiare improvvisamente direzione? Perché l’auto esce fuori strada senza alcuna reazione del conducente e senza neanche tentare una frenata o una manovra con lo sterzo? Cosa stava accadendo dentro l’auto?

In ogni caso, già la prima parte degli accertamenti tecnici irripetibili disposti dalla procura successivamente all’iscrizione di Molinari nel registro degli indagati ci avevano dato una prima parte di verità. Quella che tutta la città di Cosenza pretende a giusta ragione.

Perché di menzogne non se ne può più e ne abbiamo ascoltato tante, specialmente da colui che ha dato la vita a Mario Molinari ed evidentemente non si rassegna all’evidenza. Ilaria ERA alla guida, Mario CHIAMA i soccorsi, i due NON hanno litigato, Mario NON picchia l’ex marito, e dulcis in fundo Mario NON suona il clacson ripetutamente sotto casa di Ilaria. A tutto c’è un limite, anche se si è boiardi di stato e si è legati a doppio filo al porto delle nebbie e ai terribili fratelli Occhiuto…