Luberto&Aiello, una vita in vacanza: in 5 anni 212 (!) soggiorni in alberghi. Il ruolo dei carabinieri

L’ex procuratore aggiunto antimafia di Catanzaro, Vincenzo Luberto, indagato dalla procura di Salerno per corruzione, falso, favoreggiamento, rivelazione di segreti di ufficio e omissione, e l’ex parlamentare cosentino del Pd, Ferdinando Aiello, sono stati assolti in primo grado e ora anche in Appello da parte del Tribunale di Salerno, competente per i reati commessi dai magistrati in servizio nel Distretto di Catanzaro. 

Luberto, che era stato trasferito per ragioni disciplinari a Potenza come giudice civile e poi a Reggio Calabria a fare il “manichino” alla procura generale, era stato ascoltato nel luglio 2021 ma aveva chiesto e ottenuto di essere sentito dai magistrati già ad aprile 2021, dopo la notifica di chiusura delle indagini preliminari disposta dai togati campani il 6 marzo. A dire il vero l’inchiesta era già stata completata a dicembre 2020 ma gli inquirenti salernitani hanno dovuto ampliarla inserendo nel fascicolo aperto a carico del collega anche una serie di nuovi atti trasmessi tra il 17 e il 23 febbraio 2021 dalla procura di Catanzaro, diretta da Nicola Gratteri ma non c’è stato verso. A Salerno non si passa. E adesso il colmo dei colmi è rappresentato dal fatto che questo soggetto presenta la sua “candidatura” addirittura per “guidare” o la procura di Cosenza o la procura di Paola. Come se la gente e anche i suoi superiori avessero l’anello al naso… 

Eppure, le 17 pagine del decreto di perquisizione nei confronti del procuratore aggiunto della DDA di Catanzaro Vincenzo Luberto sono una sorta di manuale, a dire il vero molto imbarazzante, della corruzione della magistratura calabrese.

La procura di Salerno ha indagato per corruzione aggravata dal metodo mafioso il procuratore aggiunto di Catanzaro, Vincenzo Luberto. Il magistrato ha favorito in tutti i modi possibili il suo sodale Ferdinando Aiello, ex parlamentare del Pd, escludendo il suo nome da un procedimento nonostante gravi elementi di reato. Stiamo pubblicando l’ordinanza del decreto di perquisizione eseguito nell’abitazione e nell’ufficio di Luberto.

I magistrati di Salerno, in particolare, si chiedono… 

perché l’informativa del 16 dicembre 2014 del Comando( Provinciale di Cosenza, che conteneva gravi indizi di reato a carico di Aiello Ferdinando, pur inserita in formato digitale (non sottoscritto digitalmente né con grafia) nella banca dati Sidda-Sidna, non era presente agli atti del fascicolo in formato cartaceo e con regolare attestazione di depositato (conformemente alle norme processuali di attuazione e regolamentari che disciplinano il procedimento penale);

perché l’Aiello Ferdinando non era stato iscritto nel registro mod. 21 della procura di Catanzaro, nonostante fossero emersi gravi indizi di reato a suo carico con riferimento a fatti di assoluto allarme.

Per dare risposta ai suddetti quesiti, sono stati sentiti a sommarie informazioni vari appartenenti all’Arma dei carabinieri del Comando Provinciale di Cosenza – delegati per le indagini del procedimento – e vari magistrati che, nel tempo, sono stati co-assegnatari del suddetto fascicolo della DDA di Catanzaro. 

I carabinieri rivelano che era stato proprio Luberto a dare direttive di non riportare le intercettazioni di Aiello (http://www.iacchite.blog/salerno-la-direttiva-di-luberto-ai-carabinieri-non-riportate-le-intercettazioni-di-aiello/).

E anche i magistrati della Dda di Catanzaro, ormai ex colleghi di Luberto, non ci hanno pensato due volte a scaricarlo e a riferire ai magistrati di Salerno le sue manovre per fermare le indagini sugli amici degli amici (https://www.iacchite.blog/catanzaro-anche-i-colleghi-magistrati-scaricano-luberto-lindagine-su-aiello-era-importante/).

UNA VITA IN VACANZA – L’ANALISI PATRIMONIALE DEL LUBERTO

Uno degli aspetti più tragicomici di questa vicenda legata al rapporto tra Vincenzo Luberto e Ferdinando Aiello è quello delle “vacanze”, che si desume direttamente dalla informativa della Guardia di Finanza del 19 febbraio 2019 nella quale viene esposta l’analisi dei conti correnti del dottor Luberto e della moglie dalla quale risulta:

Su entrambi i conti, sin dal 2009, vi sono entrate nettamente superiori, e per rilevanti importi, ai redditi che i predetti dichiarano; 

sul conto del Luberto vi sono numerose entrate dovute a versamenti di contanti ed assegni; le uscite, sia sul conto del Luberto che su quello della moglie, sono nettamente superiori ai redditi dichiarati; 

negli ultimi cinque anni i coniugi LUBERTO-PUPPIO hanno effettuato ben 212 soggiorni in strutture ricettive-alberghiere!!!

LE DAZIONI DI AIELLO A FAVORE DEL LUBERTO: LE “VACANZE” ACCERTATE

Le indagini hanno consentito di accertare che l’Aiello ha “pagato” dei soggiorni alberghieri dei quali hanno fruito il Luberto e i di lui familiari.

Soggiorno del Luberto nel luglio 2017 a Salina. Dal 27 al 31 luglio 2017 Luberto ha soggiornato presso la struttura Capofaro Locanda & Malvasia nell’isola di Salina. Per tale soggiorno risulta emessa la ricevuta fiscale dell’hotel per un importo di 1.140 euro. Tale pagamento è stato effettuato con una carta di credito American Express dell’Aiello.

Soggiorno del Luberto nel periodo 2.1.2017 – 8.1.2017 presso l’Hotel Gardena di Castel Rotto. Risulta che il soggiorno fu prenotato in data 17.2.2016 da Aiello Ferdinando ed era previsto un costo pari all’importo di 9.900 euro. Fu corrisposta una caparra di euro 5.677 il cui versamento risulta effettuato tramite un’agenzia di viaggi di Lamezia Terme che aveva ricevuto da Aiello la cifra di 5.700 euro in contanti. Fu emessa una ricevuta fiscale in data 8.1.2017 per euro 11.546 euro intestata ad Aiello Ferdinando e nella quale si legge che il saldo pagato è di euro 851,10. In tale ricevuta, dove vengono riepilogate le varie voci, si rileva una annotazione manoscritta che indica che una parte della somma ovvero una caparra di euro 2.838,68 era stata versata dall’Aiello “per Luberto”.

Soggiorno del Luberto dal 13.1.2018 al 20.1.2018 presso l’Hotel Adler di Ortisei. La prenotazione di tale soggiorno viene pagata per euro 600 con un accredito di Aiello Ferdinando.

UNA VITA IN VACANZA: I CARABINIERI “AMMAESTRATI”

Dalle notizie riportate dai media online e non solo il 14 dicembre 2019 emergono notizie molto gravi relative ai soggiorni “vacanza” che il procuratore aggiunto di Catanzaro Vincenzo Luberto avrebbe ricevuto come “dazione” dall’ex deputato Ferdinando Aiello, segnatamente presso le località di Salina e Ortisei.

Ma ciò che non emerge dalla pubblicazione di queste notizie è che il magistrato Luberto avrebbe raggiunto queste località turistiche “ovviamente con famiglia al seguito” e accompagnato persino dai militari del Comando provinciale di Cosenza con dispositivi di tutela, ovvero più di una sola autovettura, ovviamente a spese dei contribuenti…

Ma non finisce qui. Pare che qualcuno dei militari di cui sopra, impiegati nel servizio di scorta al magistrato, in occasione della “gita” ad Ortisei abbia riconosciuto in tutto il suo “splendore” Ferdinando Aiello, il quale avrebbe atteso l’arrivo di Luberto. Inoltre, pare che i militari fossero già a conoscenza del ruolo di Ferdinando Aiello perché già emerso durante l’attività di indagine coordinata dallo stesso Luberto e che, da come descrivono le notizie riportate, non riportarono le intercettazioni riguardanti Aiello. Tale informazione dovrebbe trovare riscontro nei rapporti di servizio redatti da personale militare impiegato quel giorno.

In tempi non sospetti, pare che il Luberto abbia voluto alla sua corte altri due militari del Nucleo Investigativo di Cosenza, guarda caso entrambi già impiegati nel procedimento penale nel quale emergeva il ruolo dell’Aiello insieme a quello di altri soggetti della politica locale. Dunque, i marescialli Mazzotta e Caligiuri si ritrovarono in tempi record ad essere inseriti nell’organico del Ros di Cosenza.

A questo punto, la domanda nasce spontanea: o abbiamo davanti due fenomenali investigatori che spiccavano all’interno del gruppo di indagine (e francamente, con tutto il rispetto per i due soggetti, ci sembra altamente improbabile…) oppure si trattava delle due “pedine giuste”, che avrebbero dovuto diventare i “figliocci” di un altro militare, che chiameremo per utilità il buon Coppola, tanto chi deve conoscerlo lo conosce…

Il procedimento penale che ad oggi non risulterebbe essere corredato da ulteriori fascicoli, quelli “spariti” grazie alle manine di Luberto e dei suoi complici in divisa, ormai da anni risulta essere per il Luberto il “grimaldello” da usare per avere occhi e orecchie nella zona jonica. In più, le indagini di detto procedimento pare si siano protratte ben oltre i termini previsti, e anche oltre la naturale scadenza. Ovviamente sempre a spese dei contribuenti…

Il fantomatico procedimento penale divenne una vera e propria staffetta tra i vari pm della DDA di Catanzaro, in particolare Vertuccio, Assumma e Reillo, i quali risultavano sempre coassegnatari del fascicolo di indagine ma comunque dovevano sempre dare conto a “Sua Maestà” Luberto.

La mole di informazioni contenute nel fascicolo di indagine era devastante, oltre che variegata di “perché”… Per usare un eufemismo le indagini passavano continuamente “di palo in frasca” senza puntare un vero e proprio obiettivo definito… Di tutto e di più, un vero e proprio minestrone che nel corso degli anni divenne lo spauracchio dell’intero Nucleo Investigativo.

In tutti questi anni, all’interno del gruppo di indagine in argomento, nacquero delle vere e proprie faide interne e a tutt’oggi qualcuno ne ha pagato anche le spese… Le correnti di pensiero al riguardo erano contrastanti e sempre gestite ad minchiam (per usare un altro eufemismo…) da una scala gerarchica priva di qualsiasi dignità. I vari ufficiali Morrone, Borrelli e Sacco hanno sempre dato nel tempo un colpo al cerchio e un altro alla botte da buoni paraculi sebbene a conoscenza dei fatti.

Già, gli stessi paraculi pare che nel mese di novembre 2019 si siano incontrati nella sede del Comando provinciale di Cosenza forse per “apparare” la cosa ormai divenuta di dominio pubblico. Ai bei tempi, quando ancora il procedimento penale era appena nato, gli “champagne” Letizia e Torchiano furono dei veri e propri compagni di merende per il Luberto. E pare che in quegli incontri di novembre fossero presenti anche loro… A futura memoria, come sempre.