Mafia-stato, Contrada a via D’Amelio con l’agenda rossa. Chi mente? La polizia o i carabinieri?

Menti raffinatissime e mani esterne alla mafia che si muovono e che ogni volta che interviene Cosa Nostra con delle azioni delittuose lasciano delle ombre o peggio delle impronte. Tra queste c’è Bruno Contrada, poliziotto e agente dei servizi, già condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa. Sette giorni fa ad Atlantide su La7 il giornalista Saverio Lodato aveva rivelato che Falcone gli aveva fatto il suo nome collegandolo alle famigerate “menti raffinatissime”. Checché ne dicano Sansonetti o il suo avvocato, Contrada era chiacchieratissimo rispetto alla sua organicità alla mafia ed è stato tra i protagonisti principali non solo della trattativa ma anche del vergognoso depistaggio per la strage di via D’Amelio. A tale proposito, il magistrato Nino Di Matteo ha rivelato che carabinieri e polizia “litigarono” in merito alla sua presenza sulla scena della strage. E soprattutto che si potrebbe ancora fare qualcosa per appurare la verità su chi ha trafugato la famosa agenda rossa di Paolo Borsellino. 

Ma ecco la dichiarazione di Di Matteo.

“Nell’immediatezza della strage, quando la prima volante della polizia arrivò in via D’Amelio, pochi minuti dopo, era stato visto allontanarsi dal luogo della strage con qualcosa sottobraccio il dottor Bruno Contrada. Questa indagine si concluse con l’accertanento di un alibi del dottor Contrada che dimostrò, attraverso le testimonianze di vari soggetti, tra cui anche degli ufficiali dei carabinieri, che al momento dell’esplosione si trovava invece a fare una gita in barca al largo di Palermo. Quello che è veramente importante e che oggi dovrebbe essere particolarmente sviluppato è questo. Noi abbiamo l’indicazione che proviene, quindi, da un ambito di ufficiali dei carabinieri del dottor Contrada presente in via D’Amelio certamente non casualmente, e abbiamo l’alibi di Contrada.

Io ho condotto un’indagine dal ’95 in poi nel corso della quale ho messo a confronto sul punto quegli ufficiali del Ros con quei funzionari di polizia dai quali, i primi, dicevano di avere avuto la notizia… Sono rimasti ciascuno nelle rispettive posizioni, quindi o mente qualcuno dei carabinieri o mente qualcuno della polizia. Che cosa si è voluto rappresentare indicando la presenza di una persona precisa che poi è stata smentita? La drammaticità di queste indagini condotte da me e poi anche da altri negli anni a seguire, è rappresentata plasticamente da quei confronti. Mi creda, sono da una parte ufficiali del Ros che non ho motiovo di non stimare, dall’altra parte funzionari di polizia che allo stesso modo hanno avuto una carriera e una condotta irreprensibile ma sul punto della presenza di Contrada in via D’Amelio o meno, sono in una contrapposizione insanabile. Questo rende il concetto di quanto qualcuno dello stato abbia mentito e perché lo ha fatto e perchè viene indicata una circostanza proprio in relazione al momento in cui scompare l’agenda rossa…

Viene addirittura indicato che qualcuno delle forze dell’ordine avrebbe visto il dottor Contrada, avrebbe anche predisposto una relazione di servizio e sarebbe stato indotto a stracciarla… Vede qual è la grande contraddizione? Nel momento in cui qualcuno aveva indicato la possibile presenza di Contrada in via D’Amelio, il procuratore di Caltanissetta Tinebra – questo è venuto fuori tre anni dopo – aveva affidato l’incarico di svolgere le indagini anche a Contrada… cioè nel luglio del ’92 mentre qualcuno diceva che Contrada era lì non casualmente ma per trafugare l’agenda rossa, l’allora procuratore Tinebra aveva chiesto un aiuto a Contrada quale uomo dei servizi per cercare di ricostruire e indirizzare le indagini…”.