Il 22 marzo scorso a Palazzo San Giorgio di Reggio si è svolto un convegno organizzato dal Movimento 5 Stelle, incentrato sul sistema sanitario calabrese e le sue problematiche. L’incontro aveva visto la partecipazione di esponenti politici di spicco, tra cui i parlamentari Anna Laura Orrico, Vittoria Baldino, Andrea Quartini, e l’ex senatore Giuseppe Auddino, che hanno discusso le difficoltà del settore e le possibili soluzioni per migliorare la qualità dei servizi sanitari nella regione.
Questo, purtroppo, è solo l’ennesimo episodio di tanti che si sono consumati in una Calabria spesso narrata, usando le parole del governatore Roberto Occhiuto, come “straordinaria”. Invece, quanto accaduto a Crotone, ci ricorda che la nostra terra precipita sempre di più sui temi che riguardano la carne viva delle persone e ci impediscono la possibilità di immaginare e costruire un futuro in questa regione”.
“La nostra – ha sottolineato Falcomatà – è la regione dei commissariamenti, ovvero di quelle pratiche che dovrebbero rappresentare una parentesi nella vita democratica di un Paese e delle sue istituzioni, ma che qui stanno diventando la normalità. Così, l’annuncio della fine del commissariamento di Occhiuto viene puntualmente smentito dall’ulteriore dichiarazione dello stato d’emergenza che interessa i nostri ospedali”.
“Di quel programma – ha proseguito – vecchio ormai di 20 anni, restano progetti vetusti e l’aumento esponenziale della spesa. Basti pensare all’ospedale di Palmi, il cui costo partiva da 66 milioni di euro, diventati 152 milioni nel 2015 ed, oggi, arrivati a 140 milioni. La Calabria è una regione in cui la sanità territoriale è totalmente diversificata, dove sotto la parola “razionalizzazione” chiudono gli ambulatori, le guardie mediche, le ambulanze vanno in giro senza medici”.
“La situazione della psichiatria è al collasso. Nei nostri ospedali, ancora oggi, si muore per un’infezione. Oggi è primavera – ha concluso Giuseppe Falcomatà – ma la sanità calabrese vive nell’inverno più freddo di sempre”.
E allora quali soluzioni? Una proposta per la sanità calabrese «che dia forza al sistema pubblico ed estrometta la politica dalle decisioni che riguardano il management e che poi incidono sulla vita dei cittadini – ha detto la parlamentare e coordinatrice regionale del M5S, Laura Orrìco – ma che soprattutto ripristini la trasparenza e la verità sugli appalti e i finanziamenti erogati alla sanità privata, che certo ha diritto di esistere, ma non deve sostituirsi alla sanità pubblica».
Una sanità sotto attacco. Una sanità che vede la Calabria fuori dal sistema sanitario nazionale. Sono stati questi gli spunti emersi. Per l’on. Andrea Quartini, la sanità deve tornare ad essere gestita dallo Stato: «Questo è un contesto – ha detto – particolarmente delicato. La Calabria è una Regione di per sé lasciata indietro rispetto alle altre. E i commissariamenti non sono serviti a nulla». Bisogna quindi fare qualcosa. «Ma non manipolando i dati, come sta facendo questo Governo. – ha ricordato Quartini – Non è vero che hanno messo più soldi. Il peso della sanità sul prodotto interno lordo è stato quest’anno molto più basso».