Maltempo, il Busento rompe gli argini farlocchi di Occhiuto

“Valorizziamo e tuteliamo i nostri fiumi”. Con queste parole Mario Occhiuto, il 15 gennaio scorso, aveva annunciato trionfalisticamente la ripresa dei lavori sugli argini dei fiumi Crati e Busento.

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In particolare, le ruspe si erano messe al lavoro per la rinaturalizzazione degli argini del fiume Busento, con opere di ingegneria naturalistica. “Nei prossimi mesi – sottolineava Occhiuto – potremo ammirare la sistemazione degli argini con il verde naturale sul lungo Busento e sul lungo Crati, e nello stesso tempo sarà messo in sicurezza il canale di scorrimento…”.

Era, come al solito, una colossale menzogna. Perché quel movimento di ruspe gli serviva soltanto come “scusa” per gli scavi che, secondo la sua testa, gli avrebbero consentito di bypassare ogni controllo per dare sfogo alla sua follia della caccia al tesoro di Alarico.

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E poiché le bugie hanno sempre le gambe corte, ecco che poche ore fa il Busento si è ripreso quei quattro massi che Occhiuto aveva fatto mettere a nonna sugli argini. Spendendo anche soldi pubblici alla faccia dei contribuenti e regalandoli ai suoi amici.

Speriamo che i cosentini si rendano conto con chi hanno (avuto) a che fare. Anche perché se le piogge aumenteranno, qualcuno dovrà necessariamente mettere mano seriamente alla situazione.