Mandatoriccio, maxi blitz “Stige”: il sindaco Donnici aveva revocato la nomina al suo vice Mazza

Angelo Donnici e Filippo Mazza

Nel calderone dell’operazione “Stige” contro la cosca Farao-Marincola sono finiti anche alcuni comuni della provincia di Cosenza, in modo particolare quello di Mandatoriccio, ridente località balneare dell’Alto Jonio. Sono stati arrestati il sindaco Angelo Donnici e il vicesindaco Filippo Mazza. Dalle notizie che sono finora filtrate sembra che Donnici sia finito nei guai per un appalto, al pari del suo vice.

Dalla cittadina jonica tuttavia ci fanno sapere che il 21 novembre scorso qualcosa si era rotto nel rapporto fiduciario tra i due se è vero – com’è vero – che proprio in quella data il sindaco Donnici aveva deciso di revocare la nomina di assessore e vicesindaco allo stesso Mazza. “È venuto meno il rapporto di fiducia – affermava Donnici -, elemento e presupposto indispensabile per poter proseguire in concordia e collaborazione gli obiettivi amministrativi fissati con il programma di mandato”. Questa la motivazione dietro la decisione presa dal sindaco di Mandatoriccio Angelo Donnici, che successivamente aveva portato allo scioglimento anticipato degli organismi ordinari. Che ci fosse già il sentore dell’operazione condotta a termine stamattina?

Angelo Donnici, di professione avvocato, è accusato di concorso in turbata libertà degli incanti, aggravata dalle finalità mafiose (art. 7 della legge antimafia).

Secondo l’accusa, la gara turbata aveva ad oggetto l’affidamento dei lavori consistenti nella vendita di materiale legnoso ritraibile dal taglio della fustaia di Farnetto di località Montagnella per un prezzo avente base d’asta pari ad euro 75.000. Per il gip risultano “provate le condotte illecite poste in essere da Donnici Angelo quale sindaco del Comune di Mandatoriccio, Mazza Filippo in qualità di assessore comunale ai lavori pubblici, Federico Menotti quale responsabile l’Ufficio Tecnico comunale e Caruso Giovanni quale diretto collaboratore del sindaco di Mandatoriccio, al fine di favorire gli interessi affaristici di Santoro Vincenzo”. Peraltro, il ricorso all’assegnazione del tutto “fittizia dei lavori forestali di natura pubblica, mediante cottimo fiduciario” in favore della società cooperativa “Kalasarna” sarebbe stato “del tutto illegittimo, con condotta che si è protratta – scrive il gip – nonostante la segnalazione dell’autorità di vigilanza, ovvero il Dipartimento Agricoltura Foreste e Forestazione della Regione Calabria”.