Massimo Ranieri, se un concerto somiglia a una biblioteca

Massimo Ranieri ha colpito ancora. Nella notte incantata di Roccella Jonica ha ammaliato e incantato chi ha voluto vederlo e ascoltarlo ed è finita come sempre in standing ovation. Il suo ultimo show “Tutti i sogni ancora in volo”, del resto, sta spopolando in tutta Italia e quella che vi proponiamo è la recensione che è piaciuta di più al Maestro. Davvero bella e non banale. 

di Rita Italiano

Fonte: La Stampa

Non ci si abitua. Questo è tutto. Alla vigilia tu dici: va bene, sarà una bella serata. C’è quel che serve. Massimo Ranieri. «Tutti i sogni ancora in volo». L’atmosfera da grande appuntamento. Tutto sarà proporzionato all’attesa. Certo sarà una bella serata. Tanto pubblico. Una festa. Così pensi, e un poco bluffando aggiungi che si tratterà di uno spettacolo e basta, senza alcun rischio grande della sfida. Ma quando Massimo Ranieri arriva, cade ogni certezza. Ed ecco a voi il grande entertainer, direbbe qualcuno soddisfatto di avere a portata di mano la giusta definizione. E invece no, non sarebbe giusta, non lo sarebbe affatto. Sarebbe banale. Perché si scopre subito che il tentativo di definire in realtà è molto più difficile di così.

Assistere allo spettacolo pretende sempre una concentrazione che è impiego perfetto ed esclusivo di energia. Bisogna prendere rapido commiato dalla folla intorno. Fare astrazione. Farsi distanti e rimanere in ascolto della voce di Massimo Ranieri. Quella voce che via via nel tempo, poco alla volta, è diventata parte di ciò che siamo. La riconosciamo come il profilo della nostra casa, da lontano. Una voce che schiude la porta su primavere fiorite, stellate senza fine, sospensioni teatrali, mormorii marini. Ampie strade di evidente bellezza e contraddizioni scabre senza appigli portano in vetta in mezzo alle rocce, su per pareti mai esplorate prima. Si arriva così nel luogo magico dove vive la sua musica.

Là la sua voce, palcoscenico dopo palcoscenico, canzone dopo canzone, ha costruito qualcosa di simile a una ricchissima biblioteca. Una sorta di tempio delle parole dove si cammina ascoltando un poco sopraffatti, felici della rinnovata conquista e del sortilegio ritrovato. In questo regno la sua voce è protagonista incontrastata. Simile a un raggio di sole, illumina scaffali stracolmi di libri e racconta. Come il Monello di Chaplin ne inventa una al minuto, corre, rallenta, si volta, ride. Ora sosta tra i volumi e cambia, prende mille colori, realizza mille forme e mille e più immagini. Ha la sottigliezza di ragionamento dell’illuminismo di Francia, l’ironia senza prezzo dello spirito britannico, il tormento della poesia tedesca, la lenta solennità dei chiostri spagnoli, la vampata filosofica dei romanzi russi… Sa farsi ventata robusta, tempestosa, e sa rarefarsi come un quadro orientale. E tuttavia, sa risultare familiare. Insomma, quella voce è come l’inchiostro ancora chiuso in una boccetta: duttilissimo e pronto a scrivere qualunque capriola della mente.

Nella notte si perdono facilmente le coordinate spazio-tempo. È un momento che ci appartiene. Appende nuovi festoni d’oro alla nostra immaginazione e ci consegna nuovi sogni. È giovinezza reinventata. Quella che sfoglia pagine sempre diverse e reimpara a lasciarsi affascinare dalle cose. Torneremo spesso qui con il ricordo, lo sappiamo. Nei mesi, negli anni. Tenteremo di richiamare ai nostri occhi questa notte. Ci ha regalato il tratto inconfondibile di un Artista che non smette di guardare a suo modo il mondo, spiegandolo con tocco lieve e sereno. All’ultima nota, all’ultimo applauso, è come precipitare. Come quando si sogna di cadere. Si strabuzzano gli occhi, un po’ storditi, in realtà contrariati che lo spettacolo sia già finito e il suo tempo sia volato via. L’apparizione che ci aveva incantati si è dileguata: la biblioteca è scomparsa, nascosta da qualche parte. Massimo Ranieri è sul palcoscenico, sorride e si prende gli applausi. E tu stai lì, anche tu ad applaudire. Bravo! La notte si richiude lenta, come un sipario scuro. Al calendario è già scoccata la nuova data. Cammini.