Massomafia, torna in libertà il colonnello dei carabinieri Giorgio Naselli

Annullamento senza rinvio. Questo il verdetto della Corte di Cassazione che ha rimesso in libertà Giorgio Naselli, il colonnello dei carabinieri in servizio a Teramo coinvolto nella maxi operazione “Rinascita-Scott”. Per effetto di questa decisione cessa la misura cautelare alla quale l’ufficiale era sottoposto.

Naselli resta era stato arrestato e portato nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere lo scorso 19 dicembre subito dopo il blitz condotto dai Carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Vibo Valentia sotto il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. Il Tribunale del Riesame aveva parzialmente accolto il ricorso presentato dai suoi legali Giuseppe Fonte e Gennaro Lettieri affievolendo la misura cautelare e sostituendo il carcere con i domiciliari. Da qui il ricorso alla Cassazione e l’annullamento senza rinvio dell’ordinanza di custodia cautelare. Naselli resta quindi indagato a piede libero. E’ accusato di violazione del segreto istruttorio. Secondo quanto ipotizzato dalla Procura distrettuale di Catanzaro avrebbe rivelato alcune informazioni riservate all’ex parlamentare ed avvocato Giancarlo Pittelli.

L’avvocato Giuseppe Fonte all’esito della decisione della Corte ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Termina qui la vicenda cautelare e probabilmente anche processuale del colonnello Naselli. La decisione di annullamento senza rinvio adottata dalla Suprema Corte nel caso di specie, anche in assenza di deposito della motivazione, è indicativa della insussistenza giuridica dei fatti contestati al Naselli. E’ molto triste la presa d’atto che, per avere ragione sulla illegittima privazione della libertà di un uomo, si sia dovuto ricorrere alla Corte di Cassazione.

La soluzione giuridica della vicenda cautelare del Naselli era, infatti, già stata dalla difesa sostenuta ed esposta nelle fasi di merito con la stessa chiarezza ma senza alcun successo. Si tratta di un fatto molto grave. L’ingiusta sottoposizione a custodia cautelare di un uomo dovrebbe essere, in uno stato di diritto, l’eccezione. Casi come quello del colonnello Naselli dovrebbero fare riflettere, non poco, la nostra giurisdizione di merito”.