Massoneria. Prendi i soldi e… resta, la gestione del Goi di Bisi&Co. tra fondi e valigette

di Saverio Di Giorno

La guerra interna alla massoneria sta delineando un quadro sempre più allarmante o fosco di quella che è stata la gestione Bisi&Co. E come fa il mare agitato, così oggi, da queste maree riemergono carte, esposti e fascicoli riguardo patrimoni, fondi in paradisi fiscali e addirittura morti sospette. Sarà per questo che Bisi (ad oggi reggente dopo la caduta di Seminario), si ostina a non riconoscere lo stato delle cose come certificato dai tribunali e tira avanti forzando verso nuove elezioni?

All’interno del Goi pare stia andando in scena un remake di una gustosa commedia di Woody Allen: prendi i soldi e scappa. Anzi e resta. Firmata Bisi&Co. Almeno questo si deduce dagli ambienti informati. Lo scorso anno abbiamo dato conto, spesso in esclusiva, di molti retroscena che hanno portato alla caduta del gran maestro Seminario e al commissariamento dell’obbedienza. Fatto storico. Nonostante per i tribunali il circolo magico di Bisi non conta più nulla, de-facto continua ad agire, convocare e amministrare come se nulla fosse (https://www.iacchite.blog/massoneria-il-goi-resetta-e-riparte-ecco-il-documento-che-elimina-il-gruppo-di-bisi-e-seminario/ ). La tigna è tale che Bisi tira avanti e vuole indire nuove elezioni. Ma per quale motivo questa pervicacia? Una ipotesi è che Bisi&Co. non hanno nessuna voglia che qualcuno metta le mani sugli immobili e i movimenti opachi di fondi. E possiamo aggiungere qualche piccolo particolare.

Di fatto ormai all’interno del Goi c’è un flusso continuo di procedimenti e appuntamenti nei tribunali, tra denunce reciproche e appelli. Ma mentre tutto questo accade fuori, all’interno tutto continua come se nulla fosse. L’ex gruppo dirigente – è bene ricordarlo – affonda le radici anche in Calabria (leggasi Seminario, Bellantoni) spesso a contatto con persone chiacchierate o interessate dalla giustizia a vario titolo. Queste vecchie abitudini hanno fatto sorgere una domanda: ma vuoi vedere che Bisi&Co. non abbandonano la nave perché, se qualcuno spulciasse tra i conti e le operazioni immobiliari salterebbero fuori sorprese?

I fascicoli scottanti

Non è pregiudizio, ma quello che viene da pensare da una serie di elementi. Un primo caso era emerso nella massoneria genovese che conta circa 300 affiliati. E questi documenti sono arrivati dritti dritti in procura. Si parla di un ammanco di circa 130 mila euro (poi in parte rientrati) avvenuto tra il 2020 e il 2021. Il presidente dell’epoca, tra l’altro, aveva anche ruoli nell’amministrazione pubblica ligure. Quel che si sa dai documenti di bilancio approvati è che una parte di questi soldi sono usciti per attività di benefiche non ben chiarite. Su questo, come si è detto, esiste un esposto in procura. Le attività benefiche rischiano di essere anche modi per finanziare campagne elettorali o imprenditori. A questo proposito, una coincidenza: seguendo la traccia dei rimborsi elettorali della Lega, almeno un rivolo passava per ambienti liguri gestiti da tesorieri calabresi.

Ma di soldi e movimenti non chiari il Goi in questi ultimi mesi ne è pieno. Lo scorso anno avevamo documentato – a partire dal canale telegram Notizie massoniche italiane – una discrepanza di cifre per quanto riguarda l’acquisto degli immobili a Vibo Valentia (Qui il dossier pubblicato: https://www.iacchite.blog/vibo-il-dossier-oscurato-sulla-compravendita-della-casa-massonica-e-gli-affari-della-massoneria-tra-chiese-banche-e-fallimenti/). Il notaio siciliano Magno, ora sotto accusa interna, aveva sollevato dubbi sulla regale casa massonica di Cosenza e il prezzo decisamente fuori mercato.  E ancora, stando all’agenzia stampa Agenparl alla gestione immobiliare e i movimenti di soldi si associano alcuniconti correnti bloccati a San Marino. Con 23 milioni di euro a disposizione, si potrebbero fare tante cose: comprare distributori di benzina, magari costruire un paio di logge ultramoderne”. È di queste ore, notizia battuta da La Verità, che sempre per San Marino e la sua banca sarebbe passato il flusso di fondi riguardanti lo scandalo mascherine e che, stando a La Verità, vedrebbe coinvolti grembiulini.

Infine, fonti interne all’obbedienza ci raccontano che proprio in questi mesi di estreme “turbolenze” è stata costituita una Loggia maltesi nei cui corridoi riecheggiano due dialetti: il calabrese e il siciliano. Seconda coincidenza. Questa Loggia si pone al di fuori del Grande Oriente d’Italia (numerazione della Gran Loggia di Malta, la SGLoM). Su tali logge, quindi, il GOI non ha giurisdizione (nonostante siano composte anche da affiliati al Goi) ma il Regolamento imporrebbe un’autorizzazione direttamente dal Gran Maestro. Dunque: chi ha autorizzato questa Loggia maltese? Il Gran Maestro decaduto Seminario? Il reggente per gli affari ordinari Stefano Bisi?  All’interno del GOI esistono quindi circoletti interni che possono agire senza rendere conto.

San Marino. Malta. Anche al più ingenuo verrebbe il dubbio che ci sono dei soldi che rischiano di prendere il volo e devono essere messi al sicuro. Ma se si parla di movimenti di somme e massoneria l’ultimo anello non può che essere il Monte dei Paschi (alla fine del video stralci dei documenti: https://www.youtube.com/watch?v=xUErL4ZGOQw ). Nessuna indagine mai ha chiarito se c’è un legame; eppure, dai documenti di bilancio emerge come una delle banche privilegiate e più volte altre inchieste giornalistiche (qualche anno fa se ne occupò Report) hanno ventilato questa ipotesi, senza poi potersi addentrare nei dettagli.

La guerra interna

La presenza di denunce sulle irregolarità, tra l’altro, è confermata anche dall’ex gran Maestro Di Bernardo, che così riassume la situazione in una intervista lamentando il fatto che i “taroniani” si nascondano dietro la giustizia e aspettano che sia lo Stato ad avere il coraggio di fare la pulizia che gli altri non fanno: “Da una parte, vi sono Manzi e Cappiello (amministratore statale nda) che adottano provvedimenti contro l’autoproclamato Gran Maestro Stefano Bisi. Dall’altra, Bisi impugna le loro decisioni. Si è scatenata una guerra tra il GOI e i rappresentanti dello Stato italiano. Dove porterà? Dal canto suo, Taroni imperversa con i ricorsi legali contro le decisioni di Bisi, che vanno oltre gli esiti elettorali. Collaboratori vicini a lui stanno denunciando gravi irregolarità nella gestione della Fondazione del GOI da parte di Bisi e di Seminario e invocano l’intervento di un amministratore dello Stato per verificare quanto vi è di illegale (…). Se esse dovessero risultare fondate, l’amministratore statale dovrebbe segnalarle alle autorità competenti le quali non potrebbero fare altro che chiudere il Grande Oriente d’Italia”, Siamo in Italia: campa cavallo, si dice.