Vibo. Il dossier oscurato sulla compravendita della casa massonica e gli affari della massoneria tra chiese, banche e fallimenti

di Saverio Di Giorno

Il dossier oscurato sulla compravendita di Vibo e gli affari della massoneria tra chiesa banche e fallimenti. Il rischio della diatriba processuale

Nella prima puntata vi abbiamo raccontato e documentato di un dossier girato sulle chat del Cavalierenero che racconta di una compravendita di un locale a Vibo, delle figure coinvolte appartenenti a varie sfere e di qualche centinaia di migliaia di euro che sembra sparita. Qui la seconda parte di questo dossier che approfondisce e documenta in centinaia di pagine i movimenti di denaro, alcune sentenze e tira fuori qualche sorpresa anche sul nuovo discusso Gran Maestro.

I fatti e la notte dei voti – https://www.iacchite.blog/massoneria-regolare-e-un-gran-casino-seminario-il-conservatore-piace-solo-al-solito-sud/

Prima puntata – https://www.iacchite.blog/massoneria-sempre-piu-nel-caos-il-canale-telegram-del-cavalierenero-oscurato-il-dossier-sulla-casa-massonica-di-vibo/

Prima di arrivarci vi è anche da riferire che dopo l’elezione del nuovo Gran Maestro, il calabrese Seminario, la massoneria italiana è in completo subbuglio. Il suo sfidante, Taroni, che prometteva rinnovamento si è visto sfuggire la vittoria a causa di un riconteggio. Ora finiranno in Tribunale. Ma c’è di più. Nelle scorse settimane oltre all’oscuramento del canale Telegram che chiedeva trasparenza, il subbuglio non ha fatto che aumentare e creare anche qualche imbarazzo. A oscuramenti e minacce di carte bollate dei perdenti, nel frattempo, secondo quanto riportato da alcuni organi, sono stati destituiti dalle cariche interne alcuni esponenti che avevano appoggiato Taroni: tre in Lombardia, due in Piemonte, due in Emilia-Romagna, uno in Sardegna. Questa tensione ovviamente non fa che aumentare defezioni, voci e stilettate traverse.

In attesa che lavino i grembiuli, ecco la seconda parte del dossier riguardante la compravendita gestita dal GOI ed in particolare dall’ex Gran Maestro Bisi e da un altro ex tanto venerabile quanto chiacchierato Ugo Bellantoni. Nella prima parte del dossier si discuteva delle stranezze della compravendita (la denominazione del luogo che cambia) e soprattutto si chiedeva chiarezza in merito ad alcune migliaia di euro che sembrano sparite.

Tra l’altro spulciando nell’enorme faldone allegato al dossier con tutti i riferimenti come verifica emergono i movimenti di denaro alcuni dei quali passano per il Monte Paschi di Siena e non è neanche tanto sorprendente soprattutto se si pensa che la Toscana è la terra da sempre pregna di infiltrazioni, e coincidenza vuole che sia proprio una delle regioni del nord in cui Seminario ha preso diversi voti. Proprio tra quelle dolci colline De Bortoli aveva sentito partire l’odore stantio in riferimento ai patti governativi di Renzi.

Da il Cavalierenero

Don Bruno da Colonia ha dovuto dare una risposta scritta a don Oddo di Chatillon, che questi ha trasmesso al Vaticano. Ecco cosa ha scritto don Bruno da Colonia: –

  • l’URBS S.r.l. il 25 giugno 2018 ha comprato a Vibo Valentia un magazzino posto al piano seminterrato di un condominio di periferia di Vibo Valentia, che il 14 giugno 2018, nel corso di una notte, è magicamente diventato la “biblioteca” del Circolo Culturale “Michele Morelli” (cioè della locale Loggia Massonica a cui sono affiliati i venditori Ugo Bellantoni e Ali Barati);
  • l’URBS S.r.l. (Enzo Viani) ha deliberato di spendere €. 420.000,00 per l’acquisto (delibera del 5.6.18), il socio GOI (Stefano Bisi) ha autorizzato e sempre l’URBS S.r.l. (delibera del 5.6.18), nel bilancio 2018 e nella relazione tecnica del presidente, HA CONFERMATO di avere speso €. 420.000,00 a titolo di prezzo – v. all. 4, pagina 2, della relazione tecnica (atto del 2019);

L’atto notarile, pubblico, del 25 giugno 2018 (…) ATTESTA che il prezzo pagato ai venditori dell’immobile è stato di €. 200.000,00, di cui €. 100.000,00 versati al venditore sig. Ugo Bellantoni (gran maestro onorario del GOI) ed €. 100.000,00 versato al sig. Alì Barati (ex maestro venerabile della Loggia Michele Morelli all’Oriente di Vibo Valentia). Pertanto, don Bruno da Colonia torna a domandarsi: quello che è certo è che dai conti correnti dell’URBS S.r.l. sono usciti €. 420.000,00 (lo scrive il sig. Enzo Viani nel 2019) e che solo €. 200.000,00 sono andati ai venditori dell’immobile. Quindi, gli altri €. 220.000,00 a chi sono andati? Chi li ha ricevuti? E perché? Don Bruno da Colonia è un buon segugio e i soldi lasciano sempre una traccia, che è più facile da seguire quando è maleodorante perché si tratta di soldi che puzzano. E don Bruno da Colonia, che ha un’idea precisa sulla traccia da seguire (anzi, sulle tracce, almeno tre, da seguire), ha chiesto aiuto ai suoi amici con il basco verde … che hanno cani con il naso adunco e allenato e che, soprattutto, hanno mostrato forte interesse per le storie di via Santa Ruba (in cui, tra l’altro, da sempre risiede il venditore Ugo Bellantoni). Perciò la conclusione è certa e documentale.

(…) sig. Enzo Viani, ma i 220.000,00 euro che nel 2018 sono usciti dalle casse dell’URBS S.r.l., a chi li hai dati? E perché?

Infine andando ancora oltre nella lettura si apprende un dato riguardante questa volta il neoeletto Gran Maestro Seminario che sarebbe oggetto di un procedimento fallimentare.

A don Oddo di Chatillon hanno riferito da Roma che il candidato gran maestro ha negato ai Fratelli di Massa Marittima di essere stato dichiarato personalmente fallito e che tale mastro Ubaldo Vanni abbia garantito per lui. Don Bruno da Colonia si è messo alla ricerca e ha scoperto che (…) il Tribunale di Rossano il 6 febbraio 2001, nell’ambito del procedimento fallimentare n. 5/2001, ha dichiarato il fallimento della D.G.M. S.n.c. di Luigi Petti e Antonio Seminario. Successivamente, però, sempre nell’ambito del medesimo procedimento fallimentare, il Tribunale di Rossano, ai sensi dell’art. 17 della Legge Fallimentare n. 267/1942, il 12 aprile 2001 ha esteso il fallimento anche ad Antonio Seminario, nato a Crosia il 5.2.55 – all. 5

Per ora ci fermiamo qua. Il faldone è denso e pieno di carte, ma tanto basta per capire quanto delicata è la vicenda in gioco. E chissà che non ci sarà bisogno di tornarci ancora perché ad esempio tra oscuramenti, destituzioni e crisi i malumori provengono da molti luoghi.

Guardando esternamente la domanda che viene da farsi è: perché le due fazioni – aldilà degli schieramenti – sono così attente a monitorare e indagare su compravendite e situazioni economiche?

La risposta sta nelle cifre. Secondo quanto scrive la stampa e secondo quanto emerge dal dossier il patrimonio del GOI si aggira attorno a cifre multimilionarie. Quindi oltre al prestigio potrebbero essere portafogli ricchi a tremare in caso di guerra interna.