Massoneria sempre più nel caos. Il canale telegram del Cavalierenero oscurato: il dossier sulla casa massonica di Vibo

di Saverio Di Giorno

Nelle settimane scorse abbiamo raccontato della misteriosa notte della massoneria italiana che ha portato all’elezione del calabrese Antonio Seminario. Un’elezione particolarmente delicata e una gara all’ultimo voto piena di contestazioni che vedranno addirittura la magistratura pronunciarsi. Tra le questioni legate ai giorni scorsi ce n’è una passata in sordina e forse più inquietante: l’oscuramento improvviso del canale telegram del Cavalierenero e un dossier su una storia che riguarderebbe un locale di Vibo, alcuni soldi che sarebbero spariti tra società e banche e il legame con la Chiesa e la Certosa di Serra San Bruno.

Prima di arrivare al dossier e all’oscuramento riassumiamo in breve il contesto (Qui il racconto esteso: https://www.iacchite.blog/massoneria-regolare-e-un-gran-casino-seminario-il-conservatore-piace-solo-al-solito-sud/#google_vignette).

L’elezione per il rinnovo della carica di Gran maestro è stata molto combattuta e vedeva da una parte tale Taroni con aspirazioni di rinnovamento e apertura e dell’altra Seminario, vice di Bisi, e quindi della sua stessa linea. Il primo sembrava prevalere, salvo poi perdere per un riconteggio e un annullamento di alcuni voti. Qualcuno sulla stampa lo ha definito il “golpe dei grembiulini”. E si capisce che le tensioni dati gli argomenti in campo (trasparenza, magistratura e mafie) erano alte. Su cosa sia stato o meno e su chi abbia ragione si pronuncerà la magistratura. Difficile pronunciarsi anche perché nelle cattedrali massoniche non si sa mai bene a che santo guardare.

In questo contesto estremamente teso circola un dossier di centinaia di pagine a proposito di una compravendita di un locale, di movimentazione di soldi che coinvolgerebbero tale Ugo Bellantoni, gran maestro onorario, uno dei massoni più in vista in Calabria, che era stato indagato (e poi subito archiviato) per concorso esterno alla ‘ndrangheta nell’inchiesta Rinascita Scott della procura di Catanzaro. Circola nelle chat del canale telegram del Cavalierenero, un gruppo che porta avanti da anni istanze di trasparenza nella massoneria e ha già pubblicato diversa documentazione quantomeno di interesse, dalle carte con gli elenchi di Licio Gelli ad alcune più recenti riguardanti la latitanza di Messina Denaro (https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2023/11/08/la-battaglia-tra-i-grembiulini-nella-chat-il-cavaliere-nero/7346573/).

È difficile risalire a chi gestisce la chat e far circolare il dossier prima delle elezioni era evidentemente una strategia. A bocce ferme e voti avvenuti quel dossier però rimane interessante anche per altre ragioni: racconta di una parte di realtà di Vibo che nonostante la recente attenzione sembra ancora densa di legami. Apre a domande su chi gestisce attualmente l’obbedienza seguendo i soldi (antica regola di Falcone). Chissà che i vertici non chiariscano rispondendo a queste semplici domande. Ma è soprattutto interessante perché proprio nelle ore concitate tale canale viene oscurato e tutti i contatti cadono. Le informazioni erano quindi rilevanti ed è giusto farle sapere dopo ovviamente aver verificato il verificabile. Data la densità di pagine e documenti pubblichiamo una prima parte in cui gli autori raccontano l’inizio della vicenda che riguarda la Certosa si Serra San Bruno, un immobile a Vibo Valentia e dei soldi che secondo quanto si scrive sono mancanti.

Da il Cavalierenero

Ieri sera, Frà Ubertino da Casale e don Bruno da Colonia, dopo avere consumato delle frugali cibarie e recitato il Santo Rosario, con animo sereno si stavano recando verso le rispettive celle per compiere le abluzioni serali e far riposare le membra. L’Abate della Certosa di San Bruno, don Oddo di Chatillon, li ha raggiunti in tempo per comunicare loro una notizia giunta appena prima dal Vaticano. La sera di martedì 26 febbraio 2024, a Massa Marittima, si è svolta una riunione con l’attuale gran maestro del GOI (Stefano Bisi) e il candidato alla gran maestranza (Antonio Seminario), a cui hanno partecipato circa trenta Fratelli guidati da tale mastro Ubaldo Vanni. Durante la riunione sia il gran maestro che l’aspirante gran maestro si sono scagliati contro don Bruno da Colonia e hanno detto che è un mentitore poiché, testuali parole, “i dati dell’acquisto della casa massonica di Vibo sono giusti e si tratta solo di cattiverie”.

Dare del “cattivo” e del “bugiardo” a un uomo di chiesa, pur sapendo che è ha detto la verità e quindi è innocente, è cosa assai grave e quindi don Bruno da Colonia, a malincuore, ha dovuto rinunciare al riposo notturno, è partito per la costa ed ha raggiunto Vibo Valentia. Quindi, alla mattina, ha incontrato alcuni suoi amici con il basco verde e ha approfondito la ricerca del giorno prima. Il risultato è ancora lo stesso, assicura don Bruno da Colonia: mancano sempre 220.000 euro. Dall’Urbs sono usciti, questo è sicuro, ma chi li ha presi? Don Bruno da Colonia non deve essere stuzzicato o calunniato perché dice la verità ed ha grandi qualità di giureconsulto e di teologo. Don Bruno da Colonia aveva già indagato e dato conto dell’esito della sua indagine, ma Bisi e Seminario lo hanno “sfrugugliato” dandogli del mentitore. Quindi, il nostro fine teologo e giureconsulto ha deciso di troncare ogni dibattito e di dare conto degli atti pubblici che si riferiscono alla vicenda, cosicchè alcun Fratello abbia più dubbi sulla verità.

  1. Il primo atto è costituito dall’assemblea dei soci di URBS S.r.l. del 5 giugno 2018, ore 12.30, svoltasi a Roma presso Villa Il Vascello, durante la quale il socio unico GOI (rappresentato da Stefano Bisi) ha autorizzato il Consiglio di Amministrazione della società e il suo presidente Enzo Viani a comprare un immobile sito a Vibo Valentia, via Santa Ruba snc, censito al catasto fabbricati al foglio 38, particella 1874, sub 23. L’acquisto è stato autorizzato da Stefano Bisi per €. 420.000,00 – all. 1.
  2. Il secondo atto è costituito dal verbale del Consiglio di Amministrazione di URBS S.r.l., riunitosi a Roma presso Villa Il Vascello, il 5 giugno 2018, alle ore 13.00, con il quale i consiglieri di amministrazione Guido Camprini, Gian Piero Pagella, Luigi Alfredo Carunchio e Salvatore Maiello hanno autorizzato il presidente Enzo Viani ad effettuare “… tutte le operazioni necessarie all’acquisto dell’immobile sito in Vibo Valentia, via Santa Ruba snc, piano S1, censito al catasto di detto Comune foglio 38 – particella 1874 – sub 23 – mq 293, stipulando il relativo contratto al prezzo di € 420.000,00, oltre ogni altro onere accessorio che dovesse derivarne, da regolare precedentemente alla stipula del rogito notarile” – all. 1.
  3. Il terzo atto è costituito dal rogito notarile di compravendita del bene immobile indicato nei due numeri precedenti, rogato dal notaro Luigi La Gioia il giorno 25 giugno 2018, in Roma (repertorio n. 94.227 – raccolta n. 26.816). Con questo atto l’URBS S.r.l. ha acquistato l’immobile sito a Vibo Valentia, via Santa Ruba snc, censito al catasto fabbricati al foglio 38, particella 1874, sub 23, “… locale posto al piano seminterrato, attualmente adibito a biblioteca privata ad esclusivo uso del Circolo Culturale denominato “Michele Morelli” – all. 2. La lettura con la lente di ingrandimento di questo atto ha riservato alcune “sorpresine” che don Bruno da Colonia vuole evidenziare. La prima è che l’immobile sino al 14 maggio 2018 (quindi appena un mese prima dell’acquisto da parte di URBS S.r.l.) era un “magazzino con categoria catastale c\2”, per poi improvvisamente e magicamente diventare “biblioteca privata con categoria catastale b/6 – v. all. 2, pagina 5. A Vibo Valentia succedono dei miracoli … i magazzini si trasformano in biblioteche nel corso di una notte … La seconda è che la categoria catastale b/6 manco esiste nel Comune di Vibo Valenti – v. all. 2, pag. 6. La terza è che l’immobile è stato oggetto di numerose opere in difformità edilizia effettuate dal proprietario sig. Ugo Bellantoni, tanto che il 30 settembre 1986, protocollo n. 31852, è stata presentata domanda di condono al Comune di Vibo Valentia e poi, ancora, il 10 febbraio 2017, protocollo n. 6294, è stata presentata la Segnalazione Certificata di Inizio Attività al Comune di Vibo Valentia – v. all. 2, pagina 5. La quarta è che l’immobile è stato venduto al prezzo di €. 200.000,00, di cui €. 100.000,00 versati al venditore sig. Ugo Bellantoni (gran maestro onorario del GOI) ed €. 100.000,00 versati all’altro venditore sig. Alì Barati (ex maestro venerabile della Loggia Michele Morelli all’Oriente di Vibo Valentia).
  4. Il quarto atto è costituito dalla nota di trascrizione n. 3822 del 16 luglio 2018, che rende noto ai terzi il cambio di proprietà dell’immobile di via Santa Ruba di Vibo Valentia (da Bellantoni – Barati a URBS S.r.l.) – all. 3.
  5. Il quinto atto è costituito dalla Circolare n. 41/MP del gran segretario del GOI Michele Pietrangeli, a cui sono allegati il bilancio del 2018 della URBS S.r.l. e la relazione tecnica del presidente Enzo Viani. Ebbene, a pagina 2 della relazione tecnica al bilancio 2018 a firma di Enzo Viani (che è stata formata necessariamente nel 2019, visto che illustra il bilancio 2018, ed è dunque SUCCESSIVA all’atto notarile del 25.6.2018), SI ATTESTA che il 25 giugno 2018 è stato acquistato un immobile sito in Vibo Valentia, via santa Ruba, categoria b/5, al prezzo di €. 420.000,00 – all. 4.

(…) L’atto notarile del 25 giugno 2018, che è pubblico perché formato da un notaio e dunque fa piena prova fino a querela di falso (…) dai conti correnti dell’URBS S.r.l. sono usciti €. 420.000,00 (lo scrive il sig. Enzo Viani nel 2019) e che solo €. 200.000,00 sono andati ai venditori dell’immobile. Quindi, gli altri €. 220.000,00 a chi sono andati? Chi li ha ricevuti? E perché?

Nella seconda parte si continua la ricerca tra le banche, i buchi erariali e i fallimenti…

1 – (continua)