Massoneria “regolare”, è un gran casino. Seminario il “conservatore” piace solo al (solito) Sud

di Saverio Di Giorno

All’interno della massoneria italiana ed in particolare del Goi (Grande Oriente d’Italia) il clima è da notte dei cristalli. Tensioni e guerre di potere per le elezioni interne. Probabilmente finirà in tribunale. La situazione evolve anche mentre si stanno battendo queste righe. A spuntarla pare sia il calabrese Antonio Seminario, nato a Crosia ma residente a Rossano. E non è una bella notizia. Anche perché si parte già con la censura.

Nelle scorse settimane la loggia regolare più grande d’Italia ha visto svolgersi le elezioni per il rinnovamento del Gran Maestro. L’ultimo era stato Bisi. I candidati erano tre: Seminario, Taroni e La Pesa. A contendersi effettivamente il ruolo però Seminario e Taroni in un testa a testa nel quale il vincitore la spunta per appena una decina di voti. Insomma, clima tesissimo. Prova ne è che il canale telegram del Cavalierenero che porta avanti una battaglia di trasparenza e che aveva svelato carte e documentazioni su alcuni affiliati mafiosi è stato chiuso.

Taroni ha fatto la sua campagna elettorale improntandosi al completo rinnovamento. Secondo quanto si apprende si è espressamente detto a favore della collaborazione con la magistratura, di un completo cambio di rotta a favore della trasparenza degli elenchi e contro l’infiltrazione criminale e dell’allontanamento degli indagati. Qualcuno sulla stampa lo ha definito il candidato “antimafia”. Al contrario Seminario conservatore, deciso a continuare la linea di Bisi ovvero profilo basso, politica prudente. La stessa tolleranza ai limiti dell’omertà tenuta finora dalla massoneria regolare su tutti gli scandali che l’hanno travolta.

A Taroni erano andati 6.482 voti, pari al 47,23%, mentre Seminario si è era fermato a 6.467, cioè il 47,13%. Staccatissimo il terzo candidato, il barese Pasquale La Pesa, con 723 preferenze. La mappa del voto consegna un Paese spaccato. Era appunto. Perché poi vengono contestati dei voti, quella decina di sorpasso. Formalità. E ora già molte agenzie battono e danno Seminario vincitore e nuovo Gran Maestro del Goi. Ma Taroni è pronto a dare battaglia per l’annullamento di un centinaio di voti validi.

Seminario avrebbe vinto per 6 voti. Un terzo delle sue preferenze le raccoglie nelle logge della Sicilia e della Calabria, la sua regione. Nato a Crosia, in provincia di Cosenza, il 5 febbraio del 1958, Seminario però è di Rossano, dove ha sede la sua loggia di appartenenza, la Francesco Galasso. Candidato sostenuto da Bisi, ha improntato la sua campagna elettorale seguendo una linea di continuità col Gran maestro uscente, in carica per due mandati consecutivi nell’ultimo decennio. A sostenere Seminario anche Ugo Bellantoni, gran maestro onorario, uno dei massoni più in vista in Calabria, che era stato indagato (e poi archiviato) per concorso esterno alla ‘ndrangheta nell’inchiesta Rinascita Scott della procura di Catanzaro.

La distribuzione regionale la dice lunga: in quasi tutto il Sud è Seminario in vantaggio. In Calabria in particolare la regione con più iscritti, più logge (e quasi sicuramente più infiltrati) è cappotto. Taroni se la gioca al Nord. Lo sa Seminario – da calabrese qual è – che dove ha raccolto più voti ci sono anche più infiltrati e che la sua linea morbida potrebbe essere interpretata come una garanzia di copertura?

Bisi non aveva avuto nessun problema a venire a Cosenza, frequentare terrazze e salotti e sedere con il sindaco di Cosenza, Caruso – che non fa certo mistero della sua “fede” -, senza mai nemmeno chiedergli di chiarire il perché c’è il suo nome (non da indagato) nell’inchiesta Olimpia o quello ben più controverso di Paolo Romeo. Giusto per fare un esempio dell’estremo garantismo e dell’etica molto … tollerante sostenuta finora come linea politica. Mai una presa di posizione o una riflessione profonda sulle inchieste di Cordova, sulle denunce stesse di alcuni membri calabresi, anzi opportunamente allontanati, e nemmeno sulle poche parole di qualche pentito o collaboratore.

Il condizionale è d’obbligo perché il distacco è talmente basso che la situazione è delicatissima tra contestazioni, telefonate notturne e movimenti febbrili. Voti non regolari, formalità e puntualizzazioni che soprattutto quando la situazione è così delicata poi per verificarla ci vogliono gli avvocati, i giudici e i tribunali. E il vento che soffia è esattamente quello. Quel genere di situazioni che fanno alzare la tensione non di poco.