Toti e Occhiuto, gemelli diversi. E Mangialavori si lamenta per l'”imboscata estetica” di La7

Tante belle cose accomunano Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria, da ieri agli arresti e Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria, libero di prendere in giro i calabresi. Entrambi appartengono alla nuova generazione rampante del centrodestra. Entrambi sono cresciuti con l’insegnamento politico di Silvio Berlusconi. Entrambi sono stati potenziali eredi designati dal grande leader alla guida di Forza Italia. Entrambi hanno capito il potere politico ed economico smisurato che hanno oggi le regioni italiane. In particolare i loro presidenti, novelli sultani che imperversano “democraticamente” nei loro regni, chiamati regioni, con schiere e schiere di sudditi, vassalli e valvassori, adoranti e devoti.

Ad entrambi piace governare secondo i canoni del moderno linguaggio comunicativo. Non solo Toti ma anche Occhiuto (pensate un po’) è giornalista, pur se solo pubblicista: tanto apparire, tanta fuffa, tanta schiumazza e bava alla bocca, e poca o nulla sostanza. Entrambi sensibili ai poteri forti delle rispettive regioni e alle potenti associazioni di categorie.

Ma il gemellaggio politico tra i due personaggi è sancito dal Capodanno televisivo. Giovanni Toti ospita da anni in Liguria il Capodanno televiso di Canale 5, Roberto Occhiuto ospita il Capodanno televisivo della Rai. Entrambi pagando fior fior di milioni al rispettivo committente per un ritorno di immagine positivo delle rispettive regioni, dicono loro, secondo, invece, i mal pensanti per un ritorno di immagine positivo per loro. L’immagine è tutto, bisogna apparire dinamici, efficienti, brillanti, sorridenti. Hanno costruito entrambi una storytelling, una narrazione, della loro presidenza fatta di comunicati, di video sui social, continui, martellanti, ossessivi, su presunti risultati mai ottenuti o conseguiti. Certo, Toti almeno parla in italiano, Occhiuto… beh stendiamo un velo pietoso. 

Una strategia che richiede l’allineamento di pezzi di stampa e di mezzi di informazione che a loro volta devono rilanciare e fare da grancassa ai comunicati imperiosi provenienti dal palazzo di governo regionale. Tutto questo è possibile perché le regioni sono come il forziere di Paperon de’ Paperoni, straboccano di soldi provenienti dal governo nazionale, e soprattutto dalla CEE con i tanti fondi comunitari a disposizione. Non parliamo poi del PNRR, una vera manna dal cielo. Si spendono milioni su milioni per iniziative effimere come il Capodanno o il Vinitaly dove scattarsi selfie su selfie nei singoli stand a fini propagandistici e nello stesso tempo non si trovano soldi per la sanità pubblica e quei pochi soldi disponibili vengono divisi con la sanità privata.

Emblematico di questo nostro racconto è quello che è successo l’altro ieri. A Vibo Valentia grande presentazione del nuovo candidato di centro destra al comune alla presenza del presidente Roberto Occhiuto, della sindaca defenestrata Maria Limardo, del capogruppo regionale di Forza Italia Michele Comito, potente primario di chirurgia, e di Giuseppe Magialavori, padre padrone della politica vibonese. Meglio di una sfilata di alta moda. I giornali di regime narrano di una grande prova di forza, presenza massiccia, sala strapiena. E ti credo, tutto il potere regionale si sta attivando a Vibo Valentia per eleggere il candidato Nicola Cosentino a sua volta dirigente della Regione Calabria. Il sistema di potere regionale e chi gli ruota attorno scende in campo, fa dimostrazione di forza, si attesta a testuggine in difesa del proprio potere.

Dopo poche ore da questa prova di forza, la trasmissione Cento minuti di Formigli e Nerazzini su La7 manda in onda un servizio sul business della medicina estetica che ha portato alla luce interessi di lobby, medici e politici che proteggono un business milionario ignorando quelli che invece sono i bisogni più urgenti della nostra sanità pubblica. La trasmissione denuncia un’attività dove si può evadere il fisco tranquillamente, dove si può lavorare in nero con guadagni giganteschi. Non solo, nel maggio 2023 tutti i gruppi parlamentari del centrodestra hanno proposto di togliere l’Iva dai trattamenti estetici perché servono alla salute (sic!) e al benessere (doppio sic!) dei cittadini. Per sostenere queste iniziative in Parlamento è nato un gruppo interparlamentare, il gruppo interparlamentare della Bellezza (sic al cubo!).

Uno dei parlamentari che maggiormente è attivo a favore della chirurgia estetica è Giuseppe Mangialavori. Dopo l’ennesima passerella sui mali della sanità calabrese, dall’Ospedale di Praia con i reparti chiusi e altri senza medici, all’abbandono di macchinari nuovissimi all’interno dell’Ospedale di Serra San Bruno, e alle denunce dei cittadini di San Lucido, la giornalista intervista proprio Giuseppe Mangialavori. Lo presenta così: “Uno dei parlamentari più importanti, più attivo a favore della medicina estetica si chiama Giuseppe Mangialavori. astro nascente di Forza Italia, medico radiologo, la sua famiglia è di Vibo Valentia dove gestisce la Salus Mangialavori, laboratorio di analisi e soprattutto clinica privata. E tra le varie specialità, come è scritto sul sito ufficiale, si offrono servizi di medicina estetica. Da consigliere comunale di Vibo Valentia – continua la giornalista -, a deputato. L’onorevole Giuseppe Mangialavori ne ha fatto di strada”.

A questo punto inizia l’intervista e dopo averla presa alla larga chiedendo a Mangialavori il suo punto di vista sul taglio dell’Iva alla medicina estetica su cui lui inizia a fare bla bla bla… perché anche la chirurgia estetica è una prestazione sanitaria, la giornalista affonda chiedendogli che in Calabria molti denunciano che la politica vuole togliere fondi al pubblico a favore del privato. “Proprio a Vibo – cala la scure la giornalista -, dove la sua famiglia ha una clinica privata che sii occupa anche di chirurgia estetica”. Non l’avesse mai detto, Giuseppe Mangialavori, dopo aver detto che il suo laboratorio non si occupa di medicina estetica, inizia ad inveire contro la giornalista: “Siete assolutamente scorretti, me lo potevate dire che volevate affrontare il tema della sanità calabrese, dii Vibo, della sua clinica, di questo e di quello… E’ stata un’imboscata”. E se ne va incazzato nero. 

Peccato che la giornalista non abbia colto l’occasione per chiedergli anche come mai molte donne che hanno necessità di una mammografia difronte ai tempi biblici della sanità pubblica siano costrette a rivolgersi proprio al laboratorio della famiglia Mangialavori. E come mai spesso di fronte a risultanze problematiche viene consigliato di andare ad una famosa clinica di Roma. Ma se l’avesse fatto avrebbe aumentato il rischio di finire nel mirino del parlamentare vibonese… e vi assicuriamo che non è gradevole.

Ecco, Mangialavori era in prima fila a sponsorizzare Nicola Cosentino, dirigente della Regione Calabria, al fianco del Presidente della Regione Roberto Occhiuto, nonché Commissario alla Sanità. Per finire, al loro fianco faceva da padrona di casa Maria Limardo che non più tardi di una settimana fa in una conferenza stampa ha ammesso che all’indomani dell’operazione Rinascita-Scott ha avuto paura di un imminente scioglimento del consiglio comunale e che questo pericolo fu scongiurato perché “abbiamo attraversato la tempesta perfetta ed in quel momento ho potuto soltanto aggrapparmi alle istituzioni, che hanno compreso ciò che stavamo passando e per questo le ringrazio tutte di cuore”. Sarebbe interessante sapere dal sindaco Uscente Maria Limardo a quali istituzioni si aggrappò in quel momento. Il suo riingraziamento a chi va? Al Prefetto dell’epoca? A qualche ministro o sottosegretario? Alla Procura della Repubblica? E sarebbe interessante conoscere gli argomenti usati e i canali mossi per arrivare ad evitare lo scioglimento del consiglio comunale di Vibo Valentia…

Naturalmente nessuno risponderà alle nostre domande, anche perché la cosìddetta opposizione a Vibo Valentia pensa ai sondaggi favorevoli fatti tra pochi amici o a farsi un self con Bianchi di propaganda live. Che ce ne fotte a noi di questi fatti, ci sono da formare le liste. Eh si, perché mentre per il parlamento europeo ci saranno in tutto 160 candidati, per le comunali di Vibo Valentia si arriverà tranquillamente ad oltre 500 candidati. E tutti, centro, destra, sinistra, sono impegnati a fottersi i candidati tra di loro, gente candidata con il centrodestra alle ultime amministrative che valuta di passare al centro o addirittura alla sinistra. Consiglieri comunali uscenti che vanno da una lista all’altra. E un gioco impazzito, sembra addirittura che perfino un consigliere comunale uscente stia trattando la sua candidatura con il M5S. Sarebbe una prima volta nazionale al Comune di Vibo. Ma a Vibo tutto è possibile. Comunque sarà una nostra conclusione arbitraria e sbagliata. Se all’epoca ci fosse stato l’attuale Prefetto Giovanni Paolo Grieco, al 90% il consiglio comunale di Vibo Valentia sarebbe stato sciolto evitando alla cittadinanza uno dei peggiori consigli comunali e una delle peggiori amministrazioni che la città abbia mai avuto.