La procura di Cosenza si muove per cercare di fare luce sulla grottesca vicenda del direttore generale dell’ASP Raffaele Mauro dichiarato “depresso cronico” da un giudice del lavoro del Tribunale che gli ha riconosciuto addirittura la causa di servizio e, appena due mesi dopo, “promosso” a numero uno dell’Azienda.
E’ chiaro che la procura di Cosenza si sta muovendo con gravissimo ritardo e soltanto dopo che la notizia, pubblicata da Iacchite’, è arrivata fino alle colonne del Corriere della Sera.
Non ci voleva uno “scienziato” per capire che cos’era avvenuto ma nel porto delle nebbie, si sa, gli intrallazzi avvengono nell’indifferenza generale e arrivano al grado di scandalo solo dopo che appaiono su quel “maledetto” giornale on line.
Ora, il procuratore Spagnuolo, una volta liberatosi delle incombenze relative all’accordo con Occhiuto per “‘piazzare” suo nipote Giampaolo Calabrese nella dirigenza di Palazzo dei Bruzi e dopo aver venduto “fumo” ai cosentini con una operazione ridicola come quella di ieri, si sta interessando della vicenda.
In particolare, è stato ascoltato l’avvocato dell’ASP Alfonso Niccoli ovvero colui al quale è stato impedito di impugnare la sentenza del giudice Silvana Ferrentino da parte dello stesso Mauro. Niccoli non ha potuto far altro che accusare Faccia di plastica o il “depresso cronico”, il quale non solo gli ha revocato l’incarico ma l’ha proprio trasferito per toglierselo dagli zebedei.
In una città normale, Mauro il depresso non solo sarebbe stato cacciato a calci in culo dall’ASP ma sarebbe stato immediatamente messo sotto inchiesta anche dal Tribunale.
Ma qui a Cosenza, come sapete, Tribunale non ne abbiamo.
C’è solo un piccolo porto dove c’è sempre nebbia.