Mazzette al Pd. Oddati, Seby, Palla Palla e la legge del contrappasso

Oggi per il Pd è proprio una giornata no. Come tante altre in passato del resto. L’ennesimo caso di politici iscritti al Pd beccati ad intascare mazzette, non è certo uno scoop giornalistico, né una novità all’interno del Partito Democratico. Gli arresti di oggi operati dalla Dda di Napoli che coinvolgono diversi esponenti del Pd, non possono essere considerati dai maggiorenti del Pd come un fulmine a ciel sereno. Il vizietto di intascare bustarelle è cosa antica nel Pd che più che un partito, opera come un comitato di affari (sottobanco) finalizzato all’arricchimento dei boss e dei gregari che lo compongono. La “politica” è sempre stata utilizzata, dal Pd, come valido strumento per meglio intrallazzare ad alti livelli, e soprattutto utilissima per occupare posti di potere e truffare, in scioltezza, lo stato.

A finire nella rete della Dda di Napoli l’ex capo della segreteria del Pd, Nicola Oddati, a lungo braccio destro di Nicola Zingaretti e già beccato in passato (11 gennaio 2022) dagli agenti del commissariato Trevi all’uscita della sede di rappresentanza della Regione Campania a Roma con uno zainetto con dentro 14 mila euro. Oddati aveva appena incontrato, negli uffici che allora dirigeva, uno degli imprenditori interessati proprio al progetto di riqualificazione urbana di Pozzuoli. Oggetto, oggi, dell’ordinanza di custodia cautelare emessa nei suoi confronti. Dalle attività investigative della Squadra Mobile di Napoli e della Guardia di Finanza di Napoli che oggi hanno portato all’esecuzione, in totale, 11 misure cautelari nei confronti di politici, amministratori locali e imprenditori – sarebbe emerso che, per aggiudicarsi, nel Rione Terra di Pozzuoli, la gestione di un grande complesso turistico-alberghiero, l’imprenditore di Pozzuoli, Salvatore Musella avrebbe corrisposto denaro e altre utilità, con cadenza periodica, a Nicola Oddati, all’epoca dei fatti componente della Direzione Nazionale del Partito Democratico e attualmente dirigente della Regione Campania.

Insieme ad Oddati sono finiti nella rete della Dda di Napoli anche l’ex sindaco di Pozzuoli Vincenzo Figliolia (Pd), Luciano Santoro (ex consigliere provinciale di Taranto Pd) e Sebastiano Romeo (ex segretario provinciale del Pd di Reggio Calabria). Seby Romeo è coinvolto per una vicenda di mazzette legate ai lavori di Musella nel complesso scolastico “B. Chimirri” di Catanzaro. A Romeo e a Santoro è stato notificato l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. 

Nella retata, dunque, non poteva certo mancare il Pd calabrese, ben rappresentato da Seby Romeo già attenzionato dalla Dda di Reggio che da tempo si chiede come ha fatto a “soffiare” candidatura e voti (13 mila) al suo “amico” Nino De Gaetano. Erano i tempi di Palla Palla padre padrone, e fu proprio lui a decidere che il chiacchierato Nino De Gaetano avrebbe dovuto lasciare il posto al rampante Seby. Che tanto aveva sparlato alle spalle di Nino veicolando in ogni dove la notizia che da lì a breve Nino sarebbe stato arrestato, e perciò “impossibilitato” a svolgere l’eventuale ruolo di assessore o consigliere regionale. E così fu: Nino De Gaetano venne arrestato il 25 giugno 2015 per la vicenda di “Rimborsopoli”. Con Nino fuori dai giochi, per Seby fu un gioco da ragazzi impossessarsi del Pd reggino, diventando un vero boss politico, dopo Scopelliti, di Reggio Calabria.

Un personaggio così non ci mise molto a stringere accordi con l’emissario che il Pd il 2020 aveva inviato in Calabria in vista delle elezioni regionali con il compito di segare le gambe all’ormai ingombrante Mario Oliverio, Nicola Oddati. Chi si somiglia si piglia, verrebbe da dire. E così fecero Seby e Nicola, si pigliarono e insieme attuarono il piano per chiudere definitivamente le porte del Pd all’impresentabile Mario Oliverio, figura allora al centro di inchieste, finite con la sua totale assoluzione, da parte della Dda di Catanzaro guidata da Gratteri. L’accordo tra i due era chiaro: mollare Palla Palla al suo destino, e in cambio Seby avrebbe goduto dei favori di Oddati in materia di mazzette e bustarelle. Per Seby non fu un problema pugnalare alle spalle colui il quale si era fatto garante della sua candidatura a discapito dell’imbarazzante Nino De Gaetano. La mazzetta prima di tutto. E il risultato di questo accordo, oggi, la Dda di Napoli, l’ha messo nero su bianco: Nicola Oddati e Seby Romeo erano in affari, loschi, insieme. Intralalzzi, appalti truccati, mazzette, e tutto il repertorio che Seby e quasi tutto il Pd calabrese e nazionale conoscono bene. Quando c’è da rubare e lucrare il Pd risponde sempre presente.

Certo è che in questa ennesima storia di mazzette e corruzione targata Pd quello che colpisce è che tutti i protagonisti, chi prima e chi dopo, sono stati vittima della legge del contrappasso. Parlavano della manette degli altri e alla fine le manette sono arrivate anche per loro. Seby che annunciava l’arresto di De Gaetano, salvo poi finire anche lui nei guai. Oddati che tacciava di impresentabilità Oliverio per via dei suoi guai con la giustizia dai quali ne è uscito pulito, è finito col diventare più impresentabile di un mazzettaro qualunque. Caro Oddati, come si dice: è la legge del contrappasso…