Quella che a tutti potrebbe sembrare una battaglia tra il bene e il male, dove il bene è rappresentato da Roberto Occhiuto il giusto, e il maligno interpretato dall’Ordine dei medici, in realtà altro non è che uno scontro tra due paranze malavitose, una politica e l’altra di stampo professionale, in lotta tra di loro per meri interessi privati. In gioco ci sono gli enormi interessi legati alla sanità privata (a danno di quella pubblica), per lo più in mano a lobby economiche di natura massomafiosa, e clan politici. È questa la verità che si cela dietro l’apparente scontro pubblico, sulla necessità o meno di assumere medici cubani, spacciato da Roberto Occhiuto e dall’Ordine dei medici come una “crociata” a favore dei cittadini.
Dice Roberto il giusto: «Per me un medico capace di salvare una vita vale più di mille polemiche». Più giusto e buono di così si muore. Anche se a morire negli ospedali calabresi per colpa di una gestione criminale del servizio sanitario pubblico, sono i pazienti (senza necessariamente generalizzare, ma anche senza negare che ciò accade). Una storia di malasanità lunga 40 anni che ha avuto tra i protagonisti proprio Roberto Occhiuto il buono. Se oggi la sanità calabrese è ridotta sul lastrico e versa in uno stato comatoso, il merito è anche suo. Fu lui a sostenere da deputato la chiusura di 18 ospedali in Calabria (epoca Scopelliti), lasciando senza “presidi medici” interi territori, ed oggi dice che vuole salvare vite. Meglio tardi che mai, si potrebbe dire, a voler prendere per sincere le sue parole. Il che non l’assolve certo dalla responsabilità morali, etiche e politiche di cui si è macchiato. E tuttavia ha ricevuto, con l’elezione a presidente delle Regione, il perdono dei calabresi. Si sa: i calabresi hanno il “cuore debole” e a capu tosta. Due “patologie” difficili da curare per via della cronica mancanza, presso il servizio sanitario pubblico calabrese, di cardiologi, e neurologi.
Ma non si ferma certo qui l’affondo di Roberto Occhiuto il giusto contro i rivali dell’Ordine dei medici – il cui unico scopo, in questo scontro tra paranze, è tutelare gli interessi della loro casta minacciata da Roberto il giusto che ha deciso di sottrargli importanti risorse e soprattutto la gestione del “mercato dei medici” – e al loro indirizzo pronuncia l’urlo di battaglia: “Ce l’hanno con me perché la mia misura tocca molti interessi dei medici soprattutto di quelli che vanno a lavorare per mille euro al giorno o 30 mila euro al mese, sottraendo risorse al servizio sanitario regionale, a tutti i servizi sanitari regionali”. E chiude: “perché non hanno mai attaccato chi mi ha preceduto come Cotticelli?”. Che va considerata una domanda retorica, nel senso che Roberto il giusto sa bene che Cotticelli fa parte di una paranza a lui rivale, contro la quale è in corso da tempo una guerra di territorio per la spartizione del malloppo destinato dalla politica alla sanità privata, un “settore” dove il presidente della Regione coltiva diversi interessi. Vedi Carmine Potestio e sodali. E poi sentire Roberto il giusto, che vive di intrallazzi e politica da sempre, famiglia compresa, dare del parassita a medici che guadagnano 30 mila euro al mese, è la cartina al tornasole dello squallore e della falsità di questo “battibecco” che più fasullo non si può.
Più che dire “meglio tardi che mai” – rispetto al falso “cambio di paradigma” di Robertino il parassita, spacciato per una conversione alla bontà e all’altruismo” – verrebbe da dire: mi raccomando, ‘mmucca liù!