Meloni e Salvini litigano sul Senato. E ora Berlusconi “pretende” la Giustizia!

(DI GIACOMO SALVINI – Il Fatto Quotidiano) – Erano tutti e tre in Lombardia per motivi familiari e hanno deciso di incontrarsi: un vertice a sorpresa ad Arcore prima di affrontare la settimana decisiva per la formazione del governo. Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi si sono visti per un’ora e mezzo a pochi giorni dall’insediamento del nuovo Parlamento e della prima scadenza: l’elezione dei presidenti di Camera e Senato. La nota congiunta parla di “importanti passi avanti” sulla necessità di avere “un governo forte e capace di rispondere alle urgenze del Paese”.

In realtà, nella coalizione c’è uno scontro tra Lega e Fratelli d’Italia per la presidenza del Senato: Meloni vorrebbe darla a Ignazio La Russa, mentre Salvini non ha ancora abbandonato l’idea di affidarla al fedelissimo Roberto Calderoli. I due competitor erano entrambi presenti ad Arcore ieri pomeriggio: “Si marcavano a vicenda”, dice un dirigente nel centrodestra. Su La Russa a Palazzo Madama invece ci sarebbe già il via libera di Berlusconi che non è interessato alla presidenza delle Camere: per questo, alla fine, La Russa dovrebbe andare al Senato e un leghista tra Riccardo Molinari e Giancarlo Giorgetti alla Camera.

In cambio di questa rinuncia, però, Berlusconi chiede un ministero pesante: oltre agli Esteri per Antonio Tajani, sta mettendo nel mirino la Giustizia con Francesco Paolo Sisto ma soprattutto con Maria Elisabetta Alberti Casellati, proposta nel vertice di ieri. Richiesta che però provoca lo scontro con il Carroccio che da giorni rivendica il Guardasigilli per sé con Giulia Bongiorno. Il ministero della Giustizia, dunque, diventa la pedina chiave per sbloccare le altre caselle.

Durante il vertice Meloni ha chiarito di voler “fare presto” e di “non poter perdere tempo” viste le urgenze del Paese: “Una volta ricevuto l’incarico, io voglio essere pronta subito” è stato il ragionamento di Meloni. Un concetto a cui la Lega risponde, piccata, subito dopo il vertice con una contro-nota: “La Lega ha chiara la propria squadra di governo ed è pronta, ai massimi livelli” scrive il Carroccio facendo riferimento all’ingresso di Salvini nell’esecutivo.

Al vertice di ieri comunque è stata decisa una regola: le presidenze delle due Camere andranno al centrodestra (quindi nessuna all’opposizione, come aveva proposto Meloni) e una delle due al partito di maggioranza della coalizione, cioè Fratelli d’Italia. L’altra andrà alla Lega e Forza Italia sarà ricompensata con un Ministero pesante. Se venisse eletto La Russa, la presidenza di Montecitorio andrebbe uno tra Molinari e Giorgetti: Salvini preferirebbe il primo, Meloni il secondo. Ma il leghista non molla su Calderoli alla presidenza del Senato: la leader di FdI però lo teme per la sua conoscenza dei regolamenti parlamentari che, in momenti difficili, potrebbe favorire il Carroccio. Dall’elezione dei presidenti di Camera e Senato dipenderà il resto della partita sulla formazione del governo: Lega e FI avranno 4 ministeri a testa. Berlusconi ieri ha avanzato la sua pretesa: vuole la Giustizia. Nei giorni scorsi ha spinto per il suo avvocato Francesco Paolo Sisto, che l’ha difeso nel processo di Bari per induzione al silenzio di Gianpi Tarantini; e ieri ha messo sul tavolo il nome di Casellati.

Sul Guardasigilli però anche la Lega ha avanzato la sua richiesta: l’avvocato di Salvini Bongiorno. Durante il vertice si è parlato anche del Ministero dell’Interno: il leghista avrebbe rinunciato a quella casella e nell’incontro s’è fatto il nome del prefetto di Roma, Matteo Piantedosi. Un fedelissimo di Salvini che gli permetterebbe di alzare la posta su altri ministeri: vorrebbe le Infrastrutture per sé e per la Lega anche l’Agricoltura e gli Affari Regionali.

Berlusconi invece ha ribadito a Meloni che “non può fare come Draghi” sulla scelta dei ministri si sta impuntando sul nome di Licia Ronzulli, di cui ha parlato anche ieri: Meloni non la vorrebbe nel governo, lui la ritiene imprescindibile. Oltre alla Salute, per lei ha chiesto o l’Agricoltura o le Infrastrutture.

Per la Sanità sono emersi i nomi di Alberto Zangrillo (che ha detto “no”) e Guido Bertolaso. Meloni è anche tornata sui tecnici spiegando agli alleati che in alcuni ministeri saranno necessari: Salvini e Berlusconi hanno ribadito l’importanza di un governo politico ma non escludendo tecnici in quota FdI. Entrambi hanno detto che sceglieranno politici. Oggi Meloni si collegherà col congresso del partito di estrema destra spagnolo Vox e domani riprenderà gli incontri. Per chiudere presto le trattative.