Metro: Toninelli scarica i 5Stelle e i cosentini. E Morra diventa “di lotta e di governo”

Se qualche caggio come me aveva riposto le proprie speranze in un intervento del ministro Toninelli – che tanto si era detto disponibile con i cittadini prima di mettere il culo sulla poltrona – per fermare una delle opere più inutili e dispendiose di tutta la storia della città e provincia, la metro leggera, può mettersi l’anima in pace: Toninelli per fermare l’avvio del cantiere non farà una beneamata mazza.

I contratti sono stipulati e la gara per l’assegnazione del mega appalto ha avuto un legittimo vincitore. Non si può tornare indietro. Molta guagna è già stata spesa e l’Ati che ha vinto la gara non è certo disposta a rimetterci tempo e denaro.

Certo, un governo, un ministro può sempre trovare il modo per fermare lo scempio, ma questo comporta coraggio e volontà politica, due doti che a quanto pare non appartengono al Toninelli: sotto il parrucchino, mi sa che di neuroni ce ne sono pochi.

Un’ azione di forza del ministro, giustificata dai gravi problemi che questa inutile opera porta con se, significherebbe dover risarcire l’Ati che vinto una regolare gara. Potrebbero essere bei dollaroni. Ed è per questo che Toninelli, capita la maliparata, ha deciso di fare ricchia i mercanti, come faceva il Cinghiale quando era sottosegretario alle infrastrutture, scaricando deputati, senatori e attivisti dei 5Stelle (di Cosenza) che su questo “tema” in città ci hanno messo la faccia.

Sarà dura adesso per Morra, Orrico, Ferrara spiegare questo ai cittadini di Cosenza e agli altri componenti del comitato No-Metro di cui i 5Stelle sono parte attiva.

Conzamunicci che la metro si farà. E nessuno, men che meno i nostri corpi potranno fermarla.  Al governo 5Stelle di Cosenza, nonostante i tanti voti dei cosentini, non gliene frega niente. E quello che hanno promesso in campagna elettorale comincia a rivelarsi una grande chiacchiera.

A Morra, Orrico, Ferrara non resta altro da fare per dimostrare la loro buona fede in questa vicenda, e smetterla di prendere per i fondelli i cittadini, che trasformarsi – un po’ come fecero alcuni “compagni” durante il famigerato governo Prodi – in deputati “di lotta e di governo”. Come a dire: poliziotto buono e poliziotto cattivo. Nelle piazze dicono di stare dalla parte dei cittadini, e poi nelle stanze dei bottoni, oggi che ci sono loro,  tutto continua come prima. E la storia, in questo caso nella sua pochezza, si ripete. Altro che cambiamento.

GdD