Giuseppe Sala tira dritto. Nessun passo indietro, il sindaco di Milano resta in sella nonostante il terremoto provocato dalle inchieste sull’urbanistica nel capoluogo lombardo dove anche risulta indagato. Non si dimette e si spinge anche a fare riferimenti a Tangentopoli: “Non esiste una singola azione che possa essere attribuita a mio vantaggio, le mie mani sono pulite“, afferma nelle sue comunicazioni in Consiglio comunale dove lancia anche un altro messaggio: “Giustizia e politica devono occuparsi di ambiti diversi”. Poco dopo a Palazzo Marino prende la parola l’assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi che annuncia di avere già rassegnato le sue dimissioni. “Giungo a questa decisione, profondamente sofferta, perché ritengo sia la migliore”, ha detto Tancredi durante il suo intervento. La sua posizione nell’inchiesta è più complessa: per lui la Procura di Milano ha chiesto gli arresti domiciliari.
In aula la tensione è stata alta, con il botta e risposta tra Sala e alcuni consiglieri dell’opposizione, in particolare il rappresentante di Fdi Enrico Marcora che più volte ha interrotto il discorso del sindaco. Dal pubblico in sala consiliare sono arrivati alcuni applausi rivolti al primo cittadino. “Non potrò essere breve e me ne rammarico. È un momento delicato per molti motivi che hanno a vedere con la mia persona”, ha detto Sala in Consiglio Comunale. “Sono giorni confusi in cui tutto sembra diventare oscuro, le certezze sembrano vacillare e anche le fisionomie più note sembrano confondersi. Ed è per questo che io voglio essere chiarissimo”, ha proseguito. “Sono qui con voi in un momento delicato, con i destini di tante persone che hanno creduto in questa avventura politica“.
“Non do giudizi sull’operato magistratura – ha detto Sala -, però non posso esimermi dal rilevare un comportamento ricorrente in questo Paese che ritengo profondamente sbagliato. Sempre i media riferiscono che, secondo la magistratura, non sarebbe stato necessario notificarmi alcunché perché non è stato necessario svolgere indagini nelle quali è prevista la partecipazione dell’indagato. Perché quest’informazione è stata divulgata ai media e chiedo a voi colleghi politici se ciò continua a starvi bene”. Al consigliere Marcora che “ha postato la mia foto vestito da galeotto voglio dire che ho segnalato il suo gesto ai vertici del suo partito, al presidente del Consiglio e a quello del Senato”. “Ora starò a vedere – ha aggiunto Sala- se la forza politica a cui ha aderito, l’ennesima a cui ha aderito, le farà fare carriera, vorrà dire che condivide e appoggia il suo comportamento. Sennò significherà che il partito che governa la nostra nazione ha integrità”. Il consigliere di Fratelli d’Italia, Enrico Marcora, ha quindi contestato l’uscita del primo cittadino.
In aula anche l’assessore alla Rigenerazione urbana del Comune di Milano Giancarlo Tancredi: per lui la Procura di Milano ha chiesto gli arresti domiciliari e parlerà dopo il sindaco Sala. Le sue dimissioni, secondo indiscrezioni, sono date per certe: al suo arrivo gli altri assessori della giunta si sono alzati a turno e lo hanno abbracciato e baciato, così come ha fatto la presidente dell’aula, Elena Buscemi.
Intanto in piazza della Scala, davanti alla sede del Comune di Milano, un gruppo di manifestanti si è riunito per chiedere le dimissioni della giunta guidata da Sala. I manifestanti hanno portato un grande striscione con la scritta “Dimissioni giunta Sala. L’unica salvezza per Milano è la città pubblica”, e un altro in cui si legge, “No ai bulli del mattone. San Siro bene comune”. Il presidio è stato promosso, tra gli altri, da Cambiare rotta, Potere al popolo, Rifondazione comunista. “Giunta Sala devi andartene, dimissioni, dimissioni”, scandiscono in coro i cittadini. Fonte: Il Fatto Quotidiano









