Milano. ‘Ndrine alla conquista della movida: bar e locali vip affidati a prestanome

‘Ndrine alla conquista della movida: bar e locali vip affidati a prestanome

di Davide Milosa

Fonte: Il Fatto Quotidiano

Milano. Quando il giovane Girolamo Piromalli detto Mommino, delfino del casato ’ndranghetista della Piana di Gioia Tauro, sale a Milano ha l’abitudine di incontrare i suoi proconsoli ai tavolini del bar della Rinascente con vista su piazza Duomo oppure in un noto locale dietro la Stazione Centrale. Dopodiché da bravo proprietario fa il giro dei suoi locali, rigorosamente intestati a prestanome grazie all’opera del fidato Agostino Cappellaccio, già condannato a cinque anni per intestazione fittizia aggravata dall’aver favorito la ’ndrangheta. Passa così da corso Como a via Fiamma, dopodiché si sposta nella zona chic di City Life, per poi tornare a due passi dal Teatro La Scala per chiudere quasi davanti all’hotel cinque stelle Principe di Savoia.

È questa in sintesi la mappa dell’infiltrazione della ‘ndrangheta nella movida di Milano. Un cartina descritta nelle motivazioni della sentenza, recentemente depositata, nella quale è stata condannata parte della famiglia capeggiata da Salvatore Giacobbe con dote mafiosa del Vangelo e ritenuto dall’antimafia milanese collegato alla cosca Piromalli. Il collaboratore di giustizia Domenico Ficarra, anche lui già vicino alle cosche della Piana, racconta quanto la gestione dei locali milanesi potesse fruttare al duo Piromalli-Cappellaccio: “Il locale non so se è intestato a loro, ma lo gestiscono. Poi mi hanno fatto vedere un video su Whatsapp con 500 mila euro in contanti dove c’erano Cappellaccio e Piromalli che dicevano: ‘Ti bastano questi’?”. Mentre una vittima di estorsione già titolare di una società di noleggio di auto di lusso spiega: “Cappellaccio fece riferimento ai Piromalli come finanziatori delle attività da lui gestite a Milano. Asseriva di gestire per conto di tale famiglia diverse attività di ristorazione e bar in Milano, fra cui il Bar Dom in Corso Como”.

Il locale in piena movida a due passi dalla discoteca Hollywood è la prima bandierina sula mappa. La società Globo non è intestata al fiduciario dei Piromalli, ma quando la polizia locale entra per un controllo Cappellaccio che si trova vicino al bancone si qualifica come il proprietario. Il Vizio Italiano è un altro locale non lontano dalla zona di City Life. Spiega Cappellaccio: “Ho rilevato un’attività e sto concludendo, attualmente è un’agenzia scommesse di calcio”. Il ristorante La Scarpetta invece si trova in via Parini dietro via Turati. Cappellaccio con orgoglio annuncia l’acquisto a un amico: “Ne ho preso un altro, ho già le chiavi, questo è in centro proprio! Ha sessanta posti larghi”. Invece per il ristorante Un mare di sfizi di via Fiamma, l’uomo dei Piromalli è categorico con il suo prestanome: “L’importante è che non sappia nessuno niente che ci sono io dietro”.

Il Cor Italian Restaurant di via Galileo Galilei è un altro fiore all’occhiello del clan. A parlarne è lo stesso Girolamo Piromalli: “Agostino dice che lo trasforma in club”. Ma il vero colpo di coda di Cappellaccio sarà quando si accomoderà all’interno del mercato Comunale di piazzale Lagosta nel quartiere Isola. Si tratta di un’area demaniale e l’uomo dei Piromalli sempre grazie a una catena di intestazioni fittizie e prestanome acquisirà la gestione di sei box. Il gip emetterà un decreto di sequestro “del capitale delle società La Masseria S.r.l., Masseria S.r.l., Piscarius s.r.l. e La Piscarius s.r.l. ritenute interamente riconducibili a Cappellaccio e dunque a Piromalli”.