Mongrassano, il movente del fratricidio: Pasquale Marino aveva una relazione con la nipote

La notizia era stata quasi sussurrata già nel pomeriggio del 23 marzo dello scorso anno, a qualche ora dalla tragedia familiare che aveva sconvolto la quiete di Mongrassano, piccolo centro della Valle del Crati alle porte di Cosenza. Giuseppe Marino ha ammazzato il fratello Pasquale con una rabbia inaudita: l’ha investito in pieno con la sua Bmw e poi, una volta visto che era a terra esanime, ha infierito più volte sul suo corpo passandogli sopra con la potente autovettura prima di dirigersi verso Cosenza, dove poi è stato fermato dai carabinieri nei pressi del Tribunale.

In paese circolava da tempo la voce che Pasquale Marino, 47 anni, si era perdutamente innamorato della nipote, la figlia di Giuseppe, 22 anni. Una relazione impossibile per entrambi, ovviamente contrastata nell’ambiente familiare, del resto non poteva essere altrimenti. Una triste storia di degrado familiare che purtroppo è degenerata in violenza. Non era certo la prima volta che i due fratelli si affrontavano e in molti avevano pensato che prima o poi qualcosa di molto grave sarebbe potuto accadere. Ma la “scintilla”, secondo le testimonianze dei residenti, sarebbe scattata proprio ieri mattina perché la ragazza stava per lasciare la casa del padre e se ne stava andando a Cosenza proprio insieme allo zio, nella sua autovettura. E’ stato proprio in quel momento che Giuseppe li ha visti insieme e, accecato dalla rabbia, ha dato seguito al suo proposito omicida. Giuseppe Marino ha confessato tutto ai carabinieri e ai magistrati inquirenti ed è crollato, ammettendo ogni responsabilità. Una tragedia familiare che ha lasciato il segno in tutti e che ha fatto piombare nell’angoscia il piccolo centro cosentino.

Giuseppe Marino ha trascorso solo qualche mese in prigione. Già a luglio è stato assegnato ai domiciliari e proprio qualche settimana fa si è appreso che è stato presentato come un soggetto «parzialmente capace di intendere e di volere al momento del fatto». E ciò sulla base di una consulenza di parte fatta eseguire dai suoi legali. Una consulenza che appare del tutto antitetica rispetto a quella prodotta invece dall’ufficio del pubblico ministero che giudica Marino perfettamente cosciente e razionale nel compiere il delitto. Ora il gup Santese ha disposto una superperizia che dovrà chiarire qual era e qual è in effetti la situazione mentale del fratricida.