Muoia zio Silvio con tutti i suoi lecchini

Rimbambito, demente senile, rincoglionito: questi alcuni degli epiteti pronunciati dal quartier generale di Fratelli di ‘ndrangheta, all’indirizzo di zio Silvio, dopo le sue strabilianti dichiarazioni di ieri. Vodka e lambrusco (che suona come il titolo di una canzone di Ligabue) per brindare (che suona come il titolo di una canzone di Peppino Di Capri) all’inizio della fine dell’ancora non nato governo Meloni, mamma, cristiana e fascista a nonna. Il perché e il percome zio Silvio abbia deciso di imitare il fu picconatore Cossiga non è chiaro a nessuno, o meglio ognuno dice la sua, ma quello che è certo è che le bordate di zio Silvio, numeri o non numeri in Parlamento, hanno fatto centro. Lo scompiglio è generale. La confusione regna sovrana. L’incertezza sul che fare è l’aria che si respira. Nessuno, allo stato, famiglia compresa, è in grado di stabilire le prossime mosse di zio Silvio che ha dimostrato tutta la sua instabilità in queste ultime ore: quello che dice oggi non vale domani. Una mina vagante che nessuno riesce a disinnescare e che rischia di deflagrare proprio in casa Meloni, intenzionata com’è a non cedere di un solo millimetro rispetto alle richieste “estorsive” di zio Silvio.

In tutto questo, e scusate se è poco, quello che nessuno vuole capire, o che nessuno vuole dire è che zio Silvio, con la sua storia e il suo impero economico, non è uno che si può mettere alla porta con un “grazie per tutto quello che hai fatto, e buona pensione”. Manco fosse l’ultimo arrivato. Come uscire di scena e se uscire di scena, in che modo e il quando, lo decide solo lui. E non può certo accettare di essere messo alla porta da chi fino a poco tempo fa si inginocchiava davanti ai suoi piedi in segno di sottomissione. E’ anche una questione di orgoglio. Ridergli in faccia non è stata una bella mossa da parte della Meloni. Non si offende così chi ti ha fatto ministro: quelli che oggi fanno i duri con Berlusconi sono tutti figli suoi, a lui devono tutto, e con lui, in un modo o nell’altro, dovranno fare i conti. Americani compresi. Non sarà per niente facile superare questo scoglio per la Meloni, che parte già azzoppata e con poche possibilità di arrivare, con il suo governo, alla prossima primavera. Le dichiarazioni di zio Silvio su Putin hanno creato un forte allarme nella Nato e la fiducia della Casa Bianca al futuro governo italiano, accordata alla Meloni su mediazione di Draghi, già vacilla.

Se zio Silvio ha assunto un atteggiamento schizofrenico con gli alleati, a casa sua, Forza Mafia, la situazione è ancora più surreale: deputati e senatori di Forza Mafia, non sanno che pesci pigliare. Tutti sperano in una “sostituzione”, ai vertici della paranza, di zio Silvio con Tajani. L’unica strada percorribile al momento. Se zio Silvio non molla per i picciotti di Forza Mafia si imporrà una scelta: o con lui o contro di lui. In questa battaglia, zio Silvio, non accetta vie di mezzo, deve riscattare il suo onore vilipeso da una ragazzina prepotente e arrogante. Una lesa maestà che non può restare impunita. E su questo, zio Silvio, ara vecchiaia, si c’è propriu incapunitu.

Per zio Silvio la guerra è appena iniziata, ed è per questo che pretende lealtà dai suoi lecchini, e difficilmente giustificherà chi ha deciso, o deciderà, di passare al nemico: muoia zio Silvio con tutti i suoi lecchini. Se così deve essere. Un sacrifico a cui nessuno può sottrarsi, è questo il conto da pagare per i privilegi goduti e i favori ricevuti. Non ci sarà pietà per i disertori. Che già si annunciano in tanti. E questo perché conoscono bene zio Silvio e sanno che difficilmente mollerà, le possibilità di riportarlo “alla ragione” sono pari a zero. A questa difficile scelta saranno chiamati anche i fratelli Occhiuto e il resto della banda eletti con Forza Mafia in Calabria. Dovranno decidere se restare con zio Silvio o passare con la Meloni. La campagna acquisti è già iniziata. Ai lecchini la scelta: fare harakiri con zio Silvio, oppure abbandonarlo al suo triste destino, e iniziare a fare affari con la Meloni.

Una scelta che comporta non pochi rischi, specie per i fratelli Occhiuto, che come si sa devono tutto a zio Silvio che potrebbe prendersela a male se i fratelli decidessero di saltare il fosso. Le conseguenze di questa eventuale scelta potrebbero essere devastanti per i fratelli sia sul piano politico che su quello “personale”. La poltrona di presidente di Robertino il parassita potrebbe vacillare anche se appoggiato dalla Meloni. E Mario potrebbe essere esposto a nuove vicende giudiziarie. Le armi di zio Silvio sono tante e non sono solo relative al numero di consiglieri o deputati dalla sua parte. Come ricattare gli Occhiuto, zio Silvio, lo sa bene. Gli argomenti non mancano. Non vorremmo essere nei panni degli Occhiuto che possono solo aggrapparsi all’insana idea paventata da alcuni che sostengono che l’unico modo per neutralizzare zio Silvio è quello di chiedere un Tso.