Il Napoli è fuori dalla Champions, eliminato a sorpresa dal Milan e incapace di recuperare lo 0-1 dell’andata in un “Maradona” che non solo non è stato ostile ma ha fatto di tutto per spingere la squadra dopo lo strappo ricucito dal presidente De Laurentiis col tifo organizzato.
Molte cose sono cambiate dall’incontro De Laurentiis-ultras (avvenuto all’hotel Britannique) suggellato con tanto di foto ricordo pubblicata dal presidente del Napoli su Twitter.
Fotografia che ha colto un po’ tutti in contropiede. Il presidente del Napoli è rapidamente passato dall’essere un sostenitore della linea dell’intransigenza, all’accordo anche con la linea dura e pura con passi indietro pure sulla tessera del tifoso. E’ vero che ci sono state pressioni istituzionali di alto livello. Tutto è cambiato dall’incontro di giovedì al Viminale col ministro Piantedosi. C’è grande preoccupazione, a livello di ordine pubblico, per la festa scudetto. Uno dei fautori della linea dell’ammorbidimento è senza dubbio il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi. C’è il precedente degli incidenti di Torino in piazza San Carlo dove venne allestito il maxischermo per la finale di Champions tra Juventus e Real Madrid. E le conseguenze di quegli incidenti furono affrontate, da prefetto di Torino, da Claudio Palomba che arrivò nel capoluogo piemontese quindici mesi dopo quell’incidente.
Foto che qualche strascico, nonché qualche imbarazzo, lo ha provocato a livello istituzionale. Non era previsto nel copione, se così possiamo definirlo. Del resto le stesse richieste degli ultras non sarebbero mai arrivate a tanto. Passare dalla Thatcher alla foto ricordo nel volgere di 48 ore è parso quantomeno inopportuno. Proprio all’indomani della notizia del rafforzamento della scorta… Una specie di barzelletta.
Il suddetto patto, scrive la SZ, “non diventerà mai qualcosa per gli storici seri, nemmeno per gli storici del calcio. Ma naturalmente ha già tutta una concentrazione di significato politico locale, certamente per i napoletani”.
Il giornale spiega il disprezzo degli ultras per De Laurentiis: “Alcuni addirittura lo disprezzano, sebbene li abbia portati a nuovi livelli nel calcio (…). Non c’è mai stata una tale fioritura, concentrata in una stagione. Ma fino a pochi giorni fa la rabbia nei confronti del non amato presidente romano era così grande nelle curve che i festeggiamenti rischiavano di avvizzire fino ai flop. Allo Stadio Diego Armando Maradona hanno intonato cori molto ostili contro De Laurentiis”.
I tedeschi evidenziano il deciso cambio di passo, per non dire la svolta a “u” di De Laurentiis, uno che “non è mai stato amante dei toni pacati. Quando parlava di ultras dopo i disordini, per esempio dopo il pestaggio di poche centinaia di loro contro i rivali della Roma sull’autostrada A1 a gennaio, la parola delinquenti, criminali, è stata usata spesso citata. Recentemente ha auspicato che il governo di Roma agisse contro gli hooligan come fece Margaret Thatcher in Inghilterra negli anni ’80, con il pugno di ferro”.
“Il vero impatto del modello Thatcher – sottolinea sprezzante la SZ – è spesso oggetto di accesi dibattiti: in Italia, invece, il mito della repressione riesce a sopravvivere”.
“La scorsa settimana lo Stato italiano ha poi deciso di fornire a De Laurentiis una scorta”. “Nell’ora della gloria, quella tanto attesa”…
“E così De Laurentiis, apparentemente su pressione del ministro dell’Interno, del suo prefetto a Napoli e del sindaco della città, venerdì scorso ha invitato all’Hotel Britannique 15 capi di altrettanti gruppi ultras. Che hanno accettato l’invito. Tuttavia, in seguito hanno precisato che l’iniziativa non è venuta da loro, ovvero: non ci siamo fatti piccoli”.
Segue vertice, e poi “la foto della meravigliosa armonizzazione che si diffonde come un balsamo sulla città”.
“Ora si specula su quante concessioni De Laurentiis abbia dovuto fare per la pace”, chiosa la SZ. Sì, certamente… Ma oggi all’indomani della batosta la versione che gira di più a Napoli, com’era inevitabile che fosse, è che ‘sto cacchio di “patto” ha portato sfiga. E non è escluso che venga persino catalogato in qualche numero della Smorfia.