Reggio. Sequestrati beni per 400 mila euro ad affiliato al clan Bellocco

Militari dei Comandi Provinciali della Guardia di Finanza di Reggio Calabria e Firenze, unitamente a personale dello S.C.I.C.O., con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria stanno dando esecuzione ad un provvedimento emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del locale Tribunale che dispone l’applicazione della misura di prevenzione patrimoniale del sequestro di beni – per un valore complessivamente stimato in circa 400 mila euro – riconducibili a Francesco Morano, detto Gianfranco di 55 anni, soggetto ritenuto a disposizione della cosca “Bellocco” di Rosarno.

La figura criminale di Morano era emersa – allo stato dei procedimenti in essere e fatte salve successive valutazioni in merito all’effettivo e definitivo accertamento della responsabilità – nell’ambito delle operazioni denominate: – “Magma”, condotta dal G.I.C.O. di Reggio Calabria, sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia reggina, nei confronti di una influente cosca di ‘ndrangheta attiva nel comune di Rosarno, e dedita, tra l’altro, al traffico internazionale di sostanze stupefacenti.

A seguito di tale operazione, conclusasi nel mese di novembre 2019 con l’esecuzione di 45 provvedimenti cautelari, il proposto è stato condannato, in primo grado con il rito abbreviato, alla pena di 20 anni di reclusione per i reati, tra gli altri, di associazione di stampo mafioso e associazione finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti aggravato dall’agevolazione mafiosa; – “Erba di Grace”, svolta dal G.I.C.O. di Firenze, sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo toscano, nel cui ambito è stato condannato alla pena di 4 anni di reclusione per il reato di traffico di stupefacenti aggravato dall’agevolazione mafiosa; – “Buenaventura”, condotta dal G.I.C.O. di Firenze, sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze, nel cui ambito è stato condannato, in primo grado con il rito abbreviato, alla pena di 8 anni di reclusione per aver posto in essere manovre estorsive funzionali al recupero di un credito usuraio accordato ad un imprenditore del senese attivo nel settore tessile, al quale aveva applicato tassi di interesse annuali che arrivavano fino al 67%.