di Kontrolab
Fonte: Corriere del Mezzogiorno
Sono stati migliaia i cittadini napoletani che hanno riempito l’emiciclo di piazza Municipio aprendo di fatto la prima crisi politica del sindaco di centrosinistra Gaetano Manfredi, alcuni cartelli ne chiedono le dimissioni perché un suo assessore, Teresa Armato, in compagnia del presidente onorario della Associazione Italia Israele (giornalista) nella immediatezza dei noti fatti della Taverna Santa Chiara, ha offerto caffé e sfogliatelle ai signori Moses, Geulah e Raul, protagonisti della video lite che ha aperto un linciaggio mediatico con mail bombing da parte di haters e trolls pro Israele non solo nei confronti della titolare del ristorante Nives Monda, che denuncia di non dormire da giorni, ma della città tutta. Ieri il quotidiano di Capezzone titolava «Vergogna a Napoli, tornano i negozi vietati agli ebrei» perché curiosamente, in tutto questo bailamme mediatico dove è molto poco chiaro ciò che è vero e ciò che è falso, «qualche genio» ha avuto la prontezza di distribuire adesivi che avvisavano «i sionisti» di non entrare nei locali napoletani proponendoli agli esercenti.
La città non è antisemita e non sopporta che venga definita tale, ma i manifestanti si dicono decisamente «antisionisti» ma «fratelli degli ebrei non sionisti» che «vengono osteggiati o addirittura picchiati a Gerusalemme» e «per la cessazione immediata del genocidio a Gaza». La protesta che vede partecipare anche religiosi come Alex Zanotelli, «non è contro gli israeliani in quanto tali» ma «contro il govern0 Netanyahu» e c’è qualche parola pure per Hamas, «mercenari», «finanziati dal Qatar col benestare dello stesso premier in spregio del suo popolo» e allora Netanyahu diventa «l’unico antisemita».
Ce n’è anche per la coppia dei Moses. Un ricercatore universitario, Enrico, salernitano, dice di aver cercato il curriculum accademico della collega Geulah Moses che ha raccontato a Fanpage di essersi addottorata per poi venire in vacanza in Italia: «Ho trovato un solo articolo del 2022 firmato assieme al professor Shai Gabay su Psychonomic Bulletin & Review, nessun profilo accademico e pubblicando la sorpresa sui social mi sono arrivati commenti da trolls e Meta mi ha avvisato che la pagina era compromessa». «Sinceramente», commenta un altro manifestante, ricercatore anche lui, «non credo che potesse non essersi accorta di essersi seduta in una taverna che aderisce ad una campagna di boicottaggio dell’apartheid».
A Napoli si fanno le più disparate ipotesi. È anche vero che la notizia è carambolata su pagine impensabili, c’è persino un post della scrittrice Elena Hilal Agca (moglie proprio di quel Ali Agca) che descrivendo la coppia di turisti bilingue tira in ballo il programma di propaganda Hasbara, che in teoria coinvolge giovani influencer – non anziani turisti – ma pure questi non mancano: spicca in particolare uno che più napoletano non si può, sconosciuto ai più ma con la bellezza di 35mila follower che commenta la notizia della Taverna in questi termini: «Cacceremo queste zecche antisemite a calci nel..» e con un montaggio veste la serranda della Taverna Santa Chiara con la bandiera israeliana e la didascalia «da domani qui cucineranno solo cibo Kosher». E applaudono persino noti giornalisti pro Netanyahu. In tutto questo casino, non è nemmeno certo che i signori Moses siano stati a Bari a protestare contro le Donne in Nero. O meglio, mentre stavamo verificando la notizia che impazzava sui social, questo pomeriggio Fanpage ha pubblicato il commentatore politico Roberto Della Rocca il quale racconta che i signori Moses, ora tornati in Israele, gli hanno detto d’esserci stati a Bari. Le Donne in Nero ne sono certe.
«I Moses hanno fatto video anche a Bari»
I signori Moses il 26 di aprile avrebbero filmato anche le Donne in Nero, urlandogli contro accuse di antisemitismo (la donna). Fabio Losito, ex assessore della giunta Emiliano, racconta: «Le Donne si incontrano sul sagrato di San Ferdinando, il 26 c’ero e ho visto questa turista che urlava “amiche dei terroristi e antisemite” accanto a un uomo che filmava. Quando mi sono avvicinato per calmarla l’uomo mi ha puntato il telefono in faccia». «Eravamo 21» dice la portavoce Rossana Ruscelli, impiegata, «e siamo tutte sicure che sia lei. Noi chiediamo alla Digos i permessi per manifestare e quasi sempre è in piazza con noi, quella volta non c’era. Ci hanno anche detto una parolaccia e le Donne in Nero non reagiscono mai, restano mute, però ho chiamato la referente Digos raccontandole tutto per dirle “proprio oggi che avevamo bisogno non ci siete?”. Volevo che le cancellassero i video, abbiamo pensato: poi che uso può farne?». Quindi i signori Moses sarebbero stati a Bari il 26 aprile imbattendosi in un sit-in pro Pal e il 3 maggio erano a Napoli capitando in un locale che aderisce alla campagna Spazi Liberi dall’Apartheid Israeliano, non uno qualsiasi.
«Sindaco vergogna». Il Pd con la piazza
Il più agguerrito è dal mattino l’ex sindaco Luigi de Magistris già bollato come acerrimo nemico di Israele: «Aderisco all’iniziativa Not in My Name in piazza Municipio per il popolo palestinese, contro il genocidio, per la Palestina libera, per gli oppressi e contro gli oppressori. Aderisco in solidarietà a Nives Monda. Mi indigno che Napoli sia oggi rappresentata da un sindaco e da una giunta che si schierano invece dalla parte di chi nega il genocidio e lo sterminio del popolo palestinese. Non bisogna essere indifferenti e complici del genocidio, questo vuol dire rappresentare la città delle Quattro Giornate, della Resistenza e ci dobbiamo sempre liberare da tutti gli oppressori». Manfredi aveva detto anche un po’ tardi dai fatti che bisogna prediligere un «dialogo bilaterale». L’europarlamentare Sandro Ruotolo, pezzo da novanta del partito del sindaco, invece lancia un video in cui risponde «non sono antisemita se sono contro l’occupazione di Gaza e il genocidio e per due popoli e due Stati». E l’ex presidente della Camera Laura Boldrini è stata alla Taverna di Nives assistendo in diretta ad una telefonata di minaccia «agghiacciante» («Tu hai finito di vivere, la tua famiglia ha finito di vivere, sarete costretti ad andare via»).
Quelli di de Magistris, Ruotolo e Boldrini sono i toni della piazza, che porta «forte solidarietà» alla Monda come al popolo palestinese a 48 ore dai fatti di Taverna Santa Chiara e a 24 dall’annuncio dell’escalation militare a Gaza. Il Comune è accusato di aver dato sostegno apriori, unilaterale, senza attendere una minima verifica dei fatti, alla coppia di israeliani accreditando così, immediatamente, le accuse di antisemitismo alla Monda. Che intanto in piazza sventola un saggio di condanna del sionismo dello storico ebreo Ilan Pappé («Avrei voluto farlo leggere alla signora israeliana»). Partono cori che chiedono «dimissioni» all’intera giunta comunale. Uno striscione contro Gaetano Manfredi recita «sindaco di Napoli, 2 anni di genocidio, 2 anni di silenzio». Manfredi, si apprende poi da Palazzo San Giacomo, domani incontrerà Nives Monda insieme a una delegazione dei manifestanti, che apprendendo la notizia continuano a dirsi «molto delusi» della sortita dell’amministrazione e dalla Armato – assessore al Turismo – che ha subito incontrato la coppia israeliana rinviando un incontro con Monda. Che è una spina, per l’amministrazione, già per le sue denunce e iniziative sull’overtourism che «a Napoli è diventato un liberi tutti». E fanno cerchio attorno a lei una folla di funzionari pubblici, liberi professionisti, impiegati o docenti che hanno voluto manifestare così la vicinanza della città ai civili gazawi prossimi al disastro definitivo e ai palestinesi della Cisgiordania, «non certo ad Hamas», tengono a precisare in molti e tra loro ci sono, con padre Alex Zanotelli, il consigliere comunale Sergio D’Angelo, Claudio De Magistris, fratello dell’ex sindaco Luigi, Tommaso Sodano, ex vicesindaco di de Magistris, la consigliera regionale Mari Muscara, Omar Suleiman rappresentante della comunità palestinese di Napoli («Noi non siamo contro gli ebrei, siamo contro i sionisti e l’orrore del genocidio e ci chiediamo, in queste ore drammatiche, come possa il presidente Mattarella parlare di democrazia rivolgendosi al governo di Israele»), Nicola Ricci segretario della Cgil campana con Jamal Quaddora responsabile Cgil immigrati e anche un gruppo dell’Anpi oltre a tanti giovani dei movimenti di Napoli.
Padre Zanotelli: «L’Occidente cristiano non sia indifferente»
«La guerra si fa tra due eserciti, qui muore gente disarmata, questo è genocidio» dice Bruno Santoro, uno dei manifestanti dei movimenti. «Il motivo per cui siamo qui oggi è anche legato alla prudenza dei media, perché non è possibile che Netanyahu continui a portare avanti l’idea di prendersi tutta Gaza come ieri ha dichiarato apertamente. Questa guerra ha già ucciso 60.000 palestinesi, 20.000 bambini. Assistiamo a questo massacro tutti i giorni, la comunità internazionale cincischia e non prende posizione sui crimini contro l’umanità. Quello che è successo al ristorante poi ci ha fatto scattare, ha fatto esplodere come una pentola a pressione i napoletani. Siamo fatti così». Secondo padre Alex Zanotelli «è un miracolo che ci sia oggi così tanta gente comune in piazza. Sono davvero angosciato. Quello che mi fa più impressione è vedere un Occidente che si proclama cristiano indifferente a quello che accade a un popolo che viene massacrato. Napoli di tutto questo ha già sofferto e stavamo pensando di organizzare una manifestazione importante poi è arrivata questa manifestazione spontanea ed è una buona occasione per invitare tutta l’Italia a scendere in piazza». E l’Associazione Partigiani d’Italia con Maurizio De Stefano: «Il Comune ha preso l’iniziativa di appoggiare questi turisti israeliani senza fare un passaggio con la signora Nives, sarebbe stato normale sentire la sua versione. C’è un brutto clima: pensiamo alle aggressioni mediatiche sui social che hanno ricevuto la Taverna e la stessa Nives, ma altrettanto grande e forte è stata la risposta dei cittadini di Napoli».