MELONI NOVELLA PONZIO PILATO, CI SI LAVA LE MANI
di Pino Tassi
Per fortuna che c’è il presidente Mattarella a venire in Calabria e a trovare le parole giuste per esprimere il dolore e la solidarietà del popolo italiano. La gente ha applaudito a lungo il passaggio della sua auto. Cittadini comuni, giovani, studenti hanno reso omaggio alle vittime affollando la camera ardente. Al grido di Giustizia Giustizia!
La Meloni avrebbe fatto meglio a venire prima di partire per le Indie. La verità è che la Meloni ha assunto la posizione di Ponzio Pilato. Si è lavata le mani. Da un lato esprime vicinanza al ministro Piantedosi. Dall’altra parte fa filtrare dal suo staff che lei è arrabbiatissima con il Ministro e che condanna le parole dette. In realtà tutta la sua solidarietà si esplica in un post e in un paio di lettere alla CEE in cui scrive l’ovvio e il solito bla bla bla. Però in Calabria chi l’ha vista? si è guardata bene di fare un salto per portare una parola di vicinanza ai superstiti del naufragio e rendere omaggio alle vittime dei trafficanti. Sarebbe stato un atto di umanità e sensibilità, la sua non presenza la si può leggere solo come una scelta politica. La Meloni è dispiaciuta, ma la situazione non cambia. Si va avanti con i provvedimenti varati che sono uno schiaffo all’umanità. Alla Meloni non si chiedeva altro che la stessa solidarietà che ha portato a Kiev e a Buca dove l’abbiamo vista commuoversi davanti ai peluche dei bambini ucraini massacrati dai russi. Parole di forte commozione ribaditi da Bruno Vespa verso i bambini di Buca: “ mi sono commossa perché mia figlia ne ha uno simile”.
Parole sentite, mentre poco prima ha espresso una solidarietà di circostanza: “voglio ribadire il mio cordoglio verso una tragedia che non può lasciare nessuno indifferente”. Dopo di che giù bastonate e a ribadire la linea di sempre: “questa tragedia dimostra quello che diciamo da sempre. Tra le altre falsità che ho sentito dire in queste ore c’è quella secondo la quale queste persone sarebbero naufragate a causa dei provvedimenti del governo sulle organizzazione non governative. Solo che quella tratta non è coperta dalle Ong. Questo dimostra banalmente che più gente parte più gente rischia di morire. L’unico modo per affrontare seriamente, con umanità, questa materia è fermare le partenze. Serve un’ Europa che agisca in fretta ed è la ragione per la quale oggi ho inviato una lettera alla commissione Europea e al consiglio”.
Solo i grandi giornali vedono una differenza con la posizione di Salvini e Piantedosi. E questo avviene perché bisogna far passare la Meloni come una nuova statista europea fino a quando avrà posizioni ultra atlantiste sul conflitto in Ucraina.
La realtà è che non c’è nessuna differenza di linea, nessun doppio binario. Cattivi e inumani Salvini e Piantedosi. Umanitaria e affettuosa Meloni e il suo partito. Salvini e Piantedosi dicono che bisogna fermare i migranti alla partenza. La Meloni dice che queste persone non devono partire. Se non fosse al governo invocherebbe ancora il blocco navale e il respingimento dei migranti. La Meloni non usa le parole di Piantedosi ma il significato è quello. Così come sono esplicite le parole di Vittorio Feltri, eletto al consiglio regionale della Lombardia con Fratelli d’Italia: “agli extra comunitari ricordo un vecchio detto italiano: partire è un po’ morire. State a casa vostra”. L’avrà detto in maniera brutale ma è anche il pensiero della Meloni.
Vedrete che tra qualche giorno, spenti i riflettori sulla tragedia, riprenderà il balletto inverecondo di navi delle ONG mandate su e giù per l’Italia.
Voglio ricordare alcune delle tante avventure che hanno dovuto sopportare le ONG dopo il decreto del 3 gennaio 2023. Il record di km fatti è della Geo Barents, la nave di Msf, che a fine gennaio ha dovuto raggiungere il porto di La Spezia dopo 1.200 km di navigazione con oltre 200 migranti a bordo.
Ma la vicenda più paradossale è quella avvenuta nelle nostre acque il 7 gennaio. La nave Geo Barents di Medici senza Frontiere salva 73 migranti nel Canale di Sicilia. Nello stesso giorno la nave Ocean Viking di Sos Mediterranee ne salva altri 37 sempre nel canale di Sicilia. Il Ministero degli Interni assegna ad entrambe le navi il Porto di Ancona per lo sbarco dei migranti. A questo punto si apre una commedia dell’assurdo. Il Comandante della Geo Barents chiede al ministero un porto più vicino e in subordine di far trasbordare i migranti sulla nave Ocean Viking. Il Viminale respinge l’una e l’altra richiesta, confermando che entrambe le imbarcazioni dovevano raggiungere il capoluogo marchigiano, per il quale erano necessari più quattro giorni di navigazione. Nel frattempo le condizioni del mare peggiorano e rendono difficoltosa la navigazione. Niente da fare, richiesta respinta.
Dalla Geo Barents increduli si invia un tweet: “La nostra richiesta di un porto più vicino è stata respinta dall’Italia, mentre le condizioni meteorologiche continuano a peggiorare e renderanno la navigazione verso #Ancona estremamente difficile per la #GeoBarents NON È ACCETTABILE!”
Nelle stesse ore, ecco il tweet della Sos Mediterranèe: “La nostra richiesta è stata respinta. Le autorità italiane hanno confermato Ancona come #PortoSicuro, nonostante il meteo molto preoccupante. Quest’ordine va contro l’interesse dei naufraghi e contro il diritto internazionale, inoltre svuota il #Mediterraneo di navi di soccorso”.
E se ci fosse stato un naufragio, a chi attribuire la colpa? Al fato o ai migranti che non sono stati a casa loro?
Questi sono i risultati parossistici e paradossali nella loro cattività di una presunta linea della fermezza messa in atto con i provvedimenti del 3 Gennaio. Se la presidente Meloni, fosse andata a Crotone, forse avrebbe condiviso il grido di tanti cittadini: “Le persone in balia del mare si salvano”.