Naufragio di Cutro, la procura di Crotone apre un secondo fascicolo: ora si indaga anche sui soccorsi in mare

La Procura di Crotone ha aperto un secondo fascicolo parallelo a quello sul naufragio, costato la vita ad almeno 67 migranti. Non sono ancora chiari quali siano i capi di imputazione, ma intanto sono stati delegati ai carabinieri gli accertamenti del caso, in cerca di possibili omissioni e responsabilità. Accertamenti sul quel che è successo fra la sera di sabato, quando Frontex ha avvistato la barca dei migranti, e l’alba di domenica, quando la barca si è schiantata contro la secca davanti alle coste calabresi di Steccato di Cutro.

I carabinieri del comando provinciale di Crotone stanno quindi indagando su possibili omissioni nei soccorsi, per il momento a carico di ignoti. Si stanno mettendo assieme le ricostruzioni orarie e le comunicazioni di servizio delle parti in causa: Frontex, ma soprattutto la Guardia Costiera e la Guardia di Finanza che hanno già scritto i rapporti da inviare in procura.
Il giudice delle indagini preliminari presso il Tribunale dei minori di Catanzaro ha convalidato il fermo anche del secondo scafista che sarebbe stato al governo del barcone di migranti naufragato domenica scorsa davanti alle coste del crotonese. Si tratta di H.I., 17 anni, di nazionalità pakistana, per il quale il gip Garcea ha disposto l’invio in un istituto di pena minorile avendone riconosciuto il ruolo determinante svolto prima come organizzatore del viaggio dei migranti e poi durante la navigazione. Nella giornata di ieri il gip di Crotone Michele Ciociola aveva convalidato il fermo di un altro scafista pakistano, Arslan Khalid, 25 anni, mentre un terzo scafista turco,Sami Fuat, di 50 anni, non è stato ancora interrogato in quanto sottoposto a quarantena per aver contratto il covid.