‘Ndrangheta a Roma. Report: “Il clan Alvaro tentò l’assalto ai Circoli delle Libertà di Berlusconi”
di Marco Franchi
Fonte: il Fatto Quotidiano
Da Sinopoli a Roma. E da Roma fin dentro al Parlamento, sfruttando un cavallo di Troia di nome Popolo delle Libertà. Il progetto viene messo in piedi tra il 2008 e il 2011 da alcuni imprenditori considerati dagli inquirenti emissari degli Alvaro, una delle cosche più potenti della ’ndrangheta che proprio a Roma stabilisce una base operativa. Il loro obiettivo è da un lato far eleggere alla Camera e al Senato candidati “amici” e dall ’altro stringere legami con i vertici del Popolo delle Libertà per sostenere l’apertura in Calabria di almeno 50 Circoli delle Libertà, l’associazione nata nel 2006 per volontà di Silvio Berlusconi e affidata alla guida di Vittoria Brambilla.
La storia del tentato assalto al Parlamento da parte di una delle cosche più potenti viene ricostruita nell’inchiesta di Report “Grande raccordo criminale” che andrà in onda questa sera alle 20,55 su RaiTre, all’interno della quale è riportato il contenuto di alcune informative inedite del ROS dei Carabinieri collegate all’operazione Rilancio che nel 2011 assestò un primo colpo alla cosca Alvaro di Sinopoli e Cosoleto.
A muoversi nell’ombra sono l’imprenditore Walter Manfredi e Giuseppe Condello, cugino di Domenico Alvaro, detto don Micu e ritenuto il capo della locale di Sinopoli. Le informative del ROS ricostruiscono l’attivismo di Condello e Manfredi nei mesi che anticipano le elezioni politiche del 2008. I due uomini si adoperano per organizzare un evento in Calabria al quale avrebbe dovuto partecipare la stessa Brambilla e si mettono alla ricerca di sponsor per sostenere l’apertura dei 50 Circoli delle Libertà.
“Riusciamo a farne una cinquantina? ” domanda Condello a Manfredi intercettato dal ROS. “Io penso che ce la facciamo – risponde Manfredi – Ti dico, allora, i primi dieci sono pronti”. “Va bene – chiosa Condello – perché vanno a finire sul tavolo del presidente”.
Le elezioni sono alle porte e gli uomini vicini alle cosche si attivano. I militari del ROS assistono a un incontro tra Manfredi e la Brambilla in piazza del Parlamento, e il 20 marzo del 2008 intercettano una telefonata nella quale Condello racconta di aver partecipato a una riunione politica dentro Palazzo Chigi e successivamente di aver fatto visita al Circolo della Libertà dell’Eur.
Lo stesso Condello racconta al suo interlocutore di essere stato convocato d’urgenza per incontrare Silvio Berlusconi. I carabinieri non riportano la prova che quell ’incontro ci sia effettivamente stato, così come non ci sono evidenze sulla possibilità che i politici coinvolti conoscessero i legami tra gli emissari e la ’ndrangheta. Raggiunta da Report, Michela Vittoria Brambilla, oggi deputata di Noi Moderati (il partito guidato da Maurizio Lupi) e presidente della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, dichiara di non ricordare nulla di quella vicenda.
Oltre a Michela Brambilla, Condello e Manfredi prendono contatti con Santo Versace, con Angelo Alberto Gatti, candidato a Milano per la Camera dei Deputati, e con Anna Maria Mancuso, non eletta nel 2008 ma subentrata nel 2012 a una senatrice deceduta. Anche in questo caso, non ci sono prove che i politici coinvolti conoscessero l’origine e le intenzioni degli emissari, ma secondo gli investigatori la vicenda ricostruisce comunque alla perfezione la profondità delle infiltrazioni politiche degli Alvaro a Roma.
Infiltrazioni che dal 2008 arrivano fino ad oggi, con l’istituzione della prima locale di ’ndrangheta a Roma, affidata proprio agli Alvaro, guidati in questo caso da Vincenzo Alvaro, arrestato nel 2022 dalla DIA e oggi a processo. Quell’indagine smantella alla radice la cosca che aveva conquistato la capitale riscrivendo gli equilibri criminali di Roma sulla base di gerarchie fino ad allora sconosciute, dove la ’ndrangheta dettava legge anche sulla camorra e sulle mafie autoctone della capitale.