‘Ndrangheta, blitz “Imponimento”. “Il clan Anello sostenne la scalata al Senato di Mangialavori”

La deposizione del pentito Bartolomeo Arena al maxiprocesso Rinascita Scott ha riportato alla luce quello che sapevamo già da molto tempo e che mette in grave imbarazzo Forza Italia. Del resto, già all’epoca del blitz “Imponimento” era chiarissimo che Forza Italia e in particolare il senatore Giuseppe Mangialavori fosse nel giro della ‘ndrangheta. Ma torniamo a quel periodo e ricordiamo gli atti.

C’è anche il nome dell’ex consigliere comunale di Vibo Valentia Francescantonio Tedesco, 52 anni di Ionadi, tra le persone fermate nell’ambito dell’inchiesta “Imponimento” contro la ‘ndrangheta nel Vibonese. Secondo gli inquirenti avrebbe collaborato con il clan Anello-Fruci di Filadelfia “per il mantenimento del controllo del settore edilizio, anche concorrendo ad esercitare pressioni sugli imprenditori in occasione di specifiche vicende estorsive”.

Per la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro avrebbe contribuito a formare “la strategia del sodalizio in ambito politico, come quando – si legge nel capo di imputazione – promuoveva il sostegno della cosca alle elezioni politiche nazionali del 2018 al dott. Giuseppe Mangialavori, poi eletto al Senato della Repubblica (per Forza Italia, ndr)”.

Da alcune emergenze si ipotizza che il candidato al Senato della Repubblica per Forza Italia Giuseppe Mangialavori per le elezioni del 4 marzo 2018, attraverso l’architetto Francescantonio Tedesco, abbia ottenuto l’appoggio del boss Rocco Anello. Lo scrivono a chiare lettere i magistrati della Dda di Catanzaro nel fermo di indiziato di delitto. L’architetto Tedesco ha avuto incarichi, quale consulente, dalle Procure di Vibo, Lamezia Terme, Reggio Calabria, Crotone, Paola e Catanzaro.

Tedesco è stato eletto al Consiglio comunale di Vibo Valentia nelle elezioni del 2015 risultando tra i più votati nella lista “Vibo Unica”. Dopo pochi mesi approdò al gruppo Misto per poi rientrare nuovamente in “Vibo Unica” da cui è stato espulso dopo l’appoggio dato al senatore Giuseppe Mangialavori alle Politiche del 2018. Nelle elezioni comunali del 2019 Tedesco è stato candidato con Forza Italia a sostegno dell’attuale sindaco Maria Limardo ma non è stato eletto.

Il 9 gennaio 2018 alle ore 12:34 sull’utenza di Giovanni Anello (arrestato nell’inchiesta ed assessore a Polia) si captava una telefonata verso l’utenza di Giuseppe Mangialavori. “… Il motivo di tale tentativo di chiamata veniva svelato pochi minuti dopo – si legge nell’ordinanza – alle ore 12:39, dallo stesso Giovanni Anello il quale telefonava a Maurizio De Nisi, sindaco di Filadelfia. Giovanni Anello diceva a Maurizio De Nisi di essere appena uscito dalla Salus, ovvero dal Centro Diagnostico Mangialavori con sede a Vibo Valentia, dove aveva incontrato “lui” (Mangialavori, ndr)”.

Diceva di aver fatto presente a Mangialavori di essere schierato con De Nisi, sapendo che lo stesso De Nisi lo sosteneva. Giovanni Anello diceva a Maurizio De Nisi di aver inoltre evidenziato a Mangialavori che era in programma una riunione elettorale con portatori di voti (“In questi giorni noi ci riuniamo con le persone che hanno i voti a Polia, che hanno i voti a Filadelfia…”). Entrambe le affermazioni riscuotevano l’approvazione del De Nisi. “… Quindi concordando con De Nisi, Giovanni Anello esprimeva apprezzamento per Mangialavori, il quale gli aveva mostrato atteggiamenti confidenziali”. Mangialavori, insospettabile medico, per il momento, non risulta indagato ma come minimo deve avere una coda di paglia lunga quanto… la Costa degli Dei. Però lui e i suoi scagnozzi continuano a dire che i voti della ‘ndrangheta gli fanno schifo. Ma devono dirlo agli allocchi, però, non ai calabresi.