‘Ndrangheta, è morto il boss Umberto Bellocco

E’ morto a 85 anni Umberto Bellocco, considerato storico capo dell’omonima cosca di Rosarno. Già detenuto presso la casa di reclusione “Milano Opera” in regime 41bis, Umberto Bellocco ha potuto avere il conforto dei familiari più stretti negli ultimi giorni, avendo l’avvocato Luca Cianferoni, legale del detenuto, unitamente all’avvocato Pintus, chiesto e ottenuto la sospensione della pena e l’allocazione in regime ospedaliero con possibilità di incontro continuativo durante le ultime fasi di vita con i familiari più stretti, “Una denuncia – fanno sapere i legali – è stata già presentata perché sia fatta chiarezza su eventuali responsabilità in ordine alle mancate cure da parte dei sanitari competenti”. Umberto Bellocco, meglio noto come “Assu i mazzi”, è stato a capo dell’ominimo clan fino agli anni ’90: arrestato nel 1993, da allora era recluso.

All’inizio degli anni ’80, Umberto Bellocco fu l’artefice della creazione di una nuova organizzazione criminale in Puglia: la Sacra Corona Unita, in opposizione alla nuova camorra organizzata pugliese di Raffaele Cutolo. Fu arrestato una prima volta nell’83, a Lecce, e condannato a 3 anni di carcere per detenzione illegale di armi. In seguito fu accusato anche di diversi omicidi, estorsione, traffico di droga e associazione a delinquere di stampo mafioso, ma fu assolto in molti dei suoi processi. Fu ancora condannato 14 anni per traffico di droga.

Rilasciato nell’88 per lo scadere dei termini di detenzione si diede alla latitanza. Nel 1991 diventò membro della commissione interprovinciale istituita lo stesso anno dopo la Seconda guerra di ‘Ndrangheta. Venne nuovamente arrestato il 16 febbraio 1993. Presero il posto di capobastone suo cugino Gregorio Bellocco arrestato nel febbraio 2005 e Giuseppe Bellocco arrestato nel luglio 2007.